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SUMUD in libera terra: per un'agricoltura sovrana e la valorizzazione della memoria in Palestina

Una campagna di
CRIC - Centro Regionale d'Intervento per la Cooperazione ONLUS

Contatti

Una campagna di
CRIC - Centro Regionale d'Intervento per la Cooperazione ONLUS

SUMUD in libera terra: per un'agricoltura sovrana e la valorizzazione della memoria in Palestina

SUMUD in libera terra: per un'agricoltura sovrana e la valorizzazione della memoria in Palestina

Campagna terminata
  • Raccolti € 110,00
  • Sostenitori 3
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Comunità & sociale

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CRIC - Centro Regionale d'Intervento per la Cooperazione ONLUS

Contatti

Il Progetto

Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

Sumud in libera terra: per un'agricoltura sovrana e sostenibile e per la valorizzazione della storia e della memoria in Cisgiordania

Sumud è il nome che abbiamo scelto per i nostri interventi in Palestina: Sumud è fermezza, perseveranza e determinazione. È la capacità dei Palestinesi di resistere. Ma è soprattutto un modo di affrontare la vita che esprime l'anima del popolo palestinese.

In Palestina sosteniamo azioni utili a tutelare il diritto delle comunità di vivere sulle loro terre nonostante l'oppressione, l’accerchiamento, le demolizioni, gli sgomberi e le molteplici difficoltà quotidiane. Per questo, attraverso progetti realizzati insieme dal CRIC et dal Land Research Center, ci siamo da sempre impegnati in particolar modo nella promozione della sovranità alimentare.

Ma la terra, più che mai in Palestina, è indissolubilmente legata alla cultura.

Insieme al diritto di libero accesso e utilizzo delle terre, sosteniamo le comunità anche nella difesa, nella riscoperta e nella valorizzazione di siti storici, oggi ricoperti dalla polvere dell'abbandono e della guerra. È il riscatto di una storia che quotidianamente subisce la violenza della cancellazione e dell’annientamento. Ogni giorno, oltre alle case, vengono rasi al suolo antichi reperti, e ogni giorno 1.400 anni di storia, di cultura arabo-islamica vengono negati e ricreati ad arte per riscrivere la storia del conquistatore e legittimare la violenza del presente. Gli antichi ulivi vengono sradicatati e ripiantati in un altrove ormai posseduto da soldati o coloni israeliani.

A questa strategia si resiste. Ed è a questa resistenza che si ispira il nostro lavoro.


Sovranità alimentare a Al Burj, Tquo' e Sahir

La popolazione Palestinese e la loro terra sono sotto occupazione. La frammentazione dei Territori Palestinesi in aree separate e non comunicanti, lo stato di assedio ed isolamento in cui vive la popolazione della Striscia di Gaza, ed ora la costruzione del muro di separazione da parte d’Israele, sono alcune delle cause che aggravano una situazione che diventa ogni giorno più critica.

La sopravvivenza e la sovranità alimentare della popolazione sono quotidianamente minate da azioni come la confisca delle terre e delle risorse idriche, lo sradicamento degli alberi, i blocchi stradali ed il coprifuoco, le restrizioni nell’accesso alle terre agricole ed alle risorse naturali.

In Cisgiordania la popolazione ha gradualmente perso l’accesso al 40% della terra, all’82% delle risorse idriche ed al 66% dei pascoli, a causa delle espropriazioni per la costruzione dei 55 insediamenti illegali di coloni israeliani. I palestinesi oggi possono accedere ai loro possedimenti solo previo coordinamento con le autorità israeliane, le quali concedono per lo più permessi di qualche giorno durante la raccolta delle olive. Paradossalmente l’abbandono delle terre e il loro sotto-utilizzo espone maggiormente gli agricoltori al rischio di confisca da parte di Israele.

Il 90% dei terreni in cui interveniamo si trova in area C o in aree considerate aride e semiaride e soggette a desertificazione: tecniche di raccolta e conservazione dell'acqua, utilizzo di tecniche tradizionali appropriate per preservare l'ambiente e le sue risorse, aumento della fertilità dei suoli e incremento della produzione agricola è la strategia scelta, assieme con il Land Research Center, per ridurre la dipendenza dal mercato israeliano.

Lavoriamo inoltre sul recupero delle antiche colture per contribuire alla ricostruzione di un'identità palestinese che affonda le proprie radici in una storia ben più antica del conflitto israelo-palestinese 


Storie di vite, storie di persone

Nassar , nato a Al-Burj, è diventato un rifugiato nel villaggio di Al Burj dopo aver perso la sua terra nella guerra del 1948. Dopo la guerra del 1967 è tornato a lavorarci, ma per un occupante israeliano. Nel 2006, per la costruzione del muro di separazione, Israele ha confiscato 2000 donums al villaggio di Al-burj e Nasser ha perso altri 60 donums di sua proprietà. Accedere alle terre per il pascolo è ormai impossibile, il prezzo dell'orzo aumenta diventando proibitivo per i pastori come Nasser che si vedono costretti a vendere i loro capi di bestiame. Incrementare la produzione per lui ha voluto dire poter sfamare le sue pecore ma può anche accedere alla terra ora resa accessibile dalle strade agricole riaperte dal progetto.

Una sorte simile è toccata a Saeeda, pastora con 12 figli, che lotta quotidianamente contro la mancanza di terre da pascolo. Suo marito, come gran parte degli uomini, si trova costretto a rischiare la propria vita entrando di nascosto in Israele per lavorare illegalmente e senza permesso. Con l'aumento della produzione agricola garantita dai semi locali distribuiti, è riuscita a diversificare le entrate e ad avere più soldi a disposizione per le necessità della famiglia 

Storia, patrimonio, identità

Insieme alle comunità che vivono attorno ai siti interessati, lavoriamo per il recupero e la valorizzazione di reperti storici per incrementare il circuito turistico nazionale ed internazionale, al fine di diversificare le fonti di reddito, ma anche di offrire alle giovani generazioni la possibilità di ripercorrere e riconoscere la storia della propria terra.

In particolare ci occupiamo del recupero dell'area archeologica di Al Burj dove si trovano la cittadella crociata, la casa-grotta risalente all'epoca bizantina ed il mosaico di Beit Mirsim. Qui, insieme al Mosaic Center, portiamo avanti la ricerca storica, lavoriamo al ripristino dei manufatti e alla creazione di percorsi di visita accessibili a persone diversamente abili, fino all’inserimento nel circuito turistico Ibrhaim Massari tra Betlemme ed Hebron.

Infine, prevediamo realizzare un Museo Vivente, formato da varie strutture presenti nell'area da rendere fruibili, che mostri l'evoluzione dell'habitat palestinese nel tempo.

L’incentivazione di attività economiche sarà strettamente connessa alla protezione del patrimonio paesaggistico-ambientale e storico-culturale E questo avverrà in stretta relazione con il recupero ambientale e infrastrutturale delle comunità che vivono attorno ai siti archeologici recuperati, attraverso un pieno coinvolgimento della popolazione, la ristrutturazione di case per persone con disabilità e la creazione di un programma di ospitalità turistica diffusa adeguato anche per persone diversamente abili. 


Cosa significa sostenere questo percorso

Il vostro apporto contribuirà alla realizzazione delle seguenti iniziative:


 il CRIC – Centro Regionale d’Intervento per la Cooperazione ONLUS

Il CRIC ha avviato la sua esperienza di cooperazione internazionale realizzando iniziative di sviluppo locale in Centro America e Sud America dal 1984. Dal 1986 è stato riconosciuto come ONG dal Ministero degli Esteri ed ha iniziato la collaborazione con l'Unione Europea per l'Educazione allo Sviluppo e la Cooperazione Internazionale.

Ha realizzato numerosi progetti in America Latina, Balcani, Mediterraneo, Africa e Medio Oriente nei seguenti settori : Sviluppo locale sostenibile; Sovranità alimentare; Economia solidale; Educazione comunitaria; Autodeterminazione dei popoli indigeni; Emergenza/Riabilitazione; Pianificazione di genere e empowerment delle donne.

Il CRIC è presente nei Territori Occupati Palestinesi dal 1991. Ha implementato una quarantina di progetti nei settori agricolo, socio-educativo e di sanità ambientale, specialmente nelle aree rurali di Betlemme, Hebron e Gaza. Allo stesso tempo portiamo avanti attività di sensibilizzazione e iniziative di advocacy sul territorio italiano.

Per vedere cosa stiamo facendo in questi ultimi anni, visita le sezioni della nostra piattaforma web, immergiti negli odori e i colori delle terre di Palestina, incontra i volti dei contadini e le storie dei villaggi.
http://sumudpalestina.cric.it/in-diretta-dal-progetto/

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