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Un micro-ecosistema ambientale in armonia con la Terra

Una campagna di
ELODIA ROSSI

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ELODIA ROSSI

Un micro-ecosistema ambientale in armonia con la Terra

Un micro-ecosistema ambientale in armonia con la Terra

Campagna terminata
  • Raccolti € 0,00
  • Sostenitori 0
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Ambiente & animali

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ELODIA ROSSI

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Il Progetto

Vi prego, ascoltate.

La nostra vita, la vita di ogni essere, dipende dal sistema ambientale complessivo e dagli ecosistemi locali. Dunque la nostra vita, la vita di ogni essere è legata anche a quella di ogni altro individuo e di ogni specie, animale e vegetale. Questa consapevolezza generalmente sfugge a chi, per diverse ragioni e senza colpa, non si è mai trovato ad approfondire il grande tema delle relazioni che governano la vita sul pianeta Terra.

Siamo acqua ed energia, prima di essere materia (basti considerare la composizione degli atomi). E questa energia, governata dalle leggi dell’attrazione polare e molecolare, ci rende una sola cosa, un insieme in cui l'alterazione del singolo causa danni a ognuno.

Per noi uomini, generatori di un sistema complessivo ormai profondamente alterato, fare pace con la terra diventa oggi fondamentale per la sopravvivenza del pianeta. Fare pace con la terra significa molte cose. Significa evitare gli sprechi, significa guardare il mondo con occhio diverso e più consapevole, significa mirare al giusto e non all’effimero, significa abbattere quel muro di diffidenza con la Natura, significa rispettare ogni specie e ogni individuo all’interno dell’affascinante diversità dell’Universo.

Da molti anni studio e analizzo queste relazioni, da molti anni cerco di circostanziare le cause di maggiore devastazione.

Parallelamente e umilmente, cerco di essere attiva su diversi fronti. Tra questi, inserito a pieno titolo nell’ambito della tutela ambientale, vi è il rispetto degli animali. E così – ecco il punto – mi sono trovata, tra l’altro, ad approfondire la situazione di vita di animali rinchiusi, innocenti prigionieri: nei circhi, nei canili, nei gattili, nelle voliere, e via dicendo fino al dramma planetario degli allevamenti intensivi.

Sono luoghi di sofferenza, di tormento, di alterazione delle relazioni naturali, di profonda violazione delle leggi che governano gli ecosistemi. Sono luoghi di trasformazione irrazionale degli equilibri energetici globali e il danno si ripercuote sull’intero sistema naturale, del quale noi uomini siamo parte attiva.

Da molti anni desidero fare qualcosa in più, oltre scrivere, cercare di informare (mi farebbe piacere se leggeste alcuni miei articoli: http://www.elodiarossi.it/category/urbanistica-ambiente/), muovermi sui diversi fronti con la consapevolezza, purtroppo, di rappresentare niente di più che una delle - seppur tante, ma microscopiche - gocce ribelli all’interno di un oceano ormai in delirio.

Un vecchio contadino, col volto segnato dal tempo e dal sole, indicandomi una distesa di terra, amareggiato mi ha detto: vedi questo terreno? Vedi com’è ridotto? Quando io ero giovane, era pieno di conigli selvatici ed era bellissimo, pulito. Era un prato meraviglioso. Oggi i conigli liberi non si trovano più.

Una dolorosa realtà che mi ha portata a lunghe riflessioni.

E così, vorrei creare un microcosmo di felicità: un luogo dove raccogliere animali in difficoltà estrema e donarli a una vita migliore. Un microcosmo che rifletta il più possibile un’atmosfera di vita naturale, di pace con la terra, dove le energie complessive siano armoniche. Vorrei che qui, la natura verde e quella animale trovassero quel punto d’incontro ormai smarrito. Penso a un ambiente autonomo anche dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico (attraverso la creazione di un capiente pozzo). Non credo nelle modalità di captazione delle energie cosiddette alternative (Rif. Articolo: http://www.elodiarossi.it/architettura-e-ambiente-energie-rinnovabili/), quindi desidero ridurre al minimo il consumo energetico (per emergenze e limitate operazioni): il giorno sarà giorno, la notte sarà notte, come la natura insegna. Vorrei che fosse un luogo di formazione alla vita, dove bambini, adolescenti, persone di varia natura (in particolare le disagiate), potessero trovare quegli stimoli utili a guardare il mondo con maggiore coscienza e consapevolezza.

Lo so. È un progetto non facile. Né economico. E so anche che la sua realizzazione salverebbe un numero limitato di vite. Ma aspiro che diventi un prototipo, un piccolo esempio per tendere verso un mondo migliore. Un esempio a disposizione di tutti, da replicare, da copiare, da migliorare nel tempo.

Come realizzarlo?

Posseggo un terreno di circa 15.000,00 mq che voglio donare a questa causa (in foto: Santi Cosma e Damiano, LT – Località Cerri Aprano). Tutte le pratiche (di progettazione e burocratiche) necessarie alla realizzazione restano a mio carico.

Vorrei creare un’associazione indipendente di volontariato per la gestione del micro sistema ambientale. Ho già individuato le persone giuste (dopo lunga e attenta analisi). Gente consapevole, convinta. Avremo bisogno anche di gente necessaria e attiva nel volontariato: un veterinario, un agronomo, un esperto di comportamento animale, volontari che si applichino anche in eventuali pratiche di adozione. Anche in questo sono andata avanti e ho raccolto alcune adesioni. Desidererei che questo sistema potesse perfino, nel tempo, garantire lavoro a persone indigenti.

Ho bisogno – non avendone purtroppo le possibilità – di sostegno economico per la realizzazione dell’impianto. Mi impegno a fornire informazioni a chiunque e in qualunque momento sull’andamento del programma.

In che modo realizzarlo?

- Preparando un ambiente vario, dove la natura verde costituisca il luogo dell’ospitalità.

- Introducendovi esseri viventi sfortunati, selezionandoli tra i più bisognosi e recuperandoli da strutture dell’orrore (gli allevamenti intensivi, i canili, la strada). In calce, riporto qualche esempio e qualche caso reale*.

Insomma, il microcosmo che vorrei realizzare dovrebbe accogliere alcune specie, rilevando gli animali (pochi per ogni specie). Gli spazi dovranno essere organizzati in modo da garantire una felice convivenza, senza prevaricazioni. Vorrei iniziare introducendo:

- galline, anatre e conigli in un’area dedicata, finalmente liberi di vivere secondo natura,

- cani (i più bisognosi) da salvare dalla prigionia dei canili (circa 15/20) dato lo spazio a disposizione,

- qualche bovino, ovino, suino, eccetera, in spazi adeguati,

- un laghetto, lasciando che la natura autogeneri in esso forme di fauna autoctona.

Ho bisogno di recintare il terreno con una struttura solida, di creare ambiti, stalle e luoghi di riparo, di piantumare il verde giusto, soprattutto alberi appartenenti alla flora locale, di creare un pozzo (per l'approvvigionamento dell'acqua), di predisporre una struttura per l’accoglienza di coloro che vorranno visitare il microcosmo e per la guardiania.

A seconda di quanto riuscirò a raccogliere, se questo mio progetto tanto desiderato piacerà, mi muoverò nella realizzazione, per passi successivi. Il sogno è ovviamente quello di portarlo a compimento.

Desidero fare una campagna pubblicitaria mirata soprattutto alle scuole, affinché bambini e adolescenti possano avere contatti con quella natura e quell’armonia che il mondo contemporaneo ha sottratto alla loro conoscenza.

Perché la pace con la terra disegni la strada del futuro

grazie per l'attenzione

*Esempi e casi:

Asch è un docile cane abbandonato e ora rinchiuso in un canile. Asch è sofferente. La sua gabbia è stretta (come quelle degli altri seicento cani lì imprigionati), non c’è un vero riparo tranne una piccola area coperta da lamiere: non un giaciglio, non una zona di conforto. Mi direte perché ci parli solo di Asch? Vorrei parlarvi di tutti infatti, tutti soffrono, ma ho scelto Asch perché non accetta in alcun modo questo genere di vita e si sta lasciando andare: non si nutre abbastanza, si dimena sbattendo da una parte all’altra delle dolorose inferriate che lo attanagliano. Ho provato tante volte a fotografarlo, nel corso delle mie visite, ma non è facile. La sua irrequietezza aumenta proporzionalmente al desiderio di libertà, quando arriva un qualsiasi individuo. Casi di questo tipo sono frequenti, purtroppo.

Geremia, ad esempio, accalappiato in montagna per via di una segnalazione fatta da una pseudo-animalista (sempre vissuto libero, lontano dai centri abitati), si è lasciato immediatamente morire astenendosi dal mangiare. E due cagnoline, tristi tanto da non reagire a nulla (FOTO).

Il terrore che si vede, poi, negli allevamenti intensivi è impossibile da raccontare. Chi, con un briciolo di sentimento, ne ha visitato uno, sa a cosa mi riferisco. Qui non è immaginabile operare una scelta: tutti questi esseri, dotati di sensibilità e di affezione, soffrono immensamente.

Mucche destinate a produrre figli da macellare, munte fino allo stremo. E quando non sono più in grado di reggersi sulle zampe, vengono spinte da macchine agricole, scorticate a sangue sull’asfalto, lasciate morire senza cura o macellate abusivamente. Conigli, galline a cui si taglia il becco, stivati in gabbie sovraccariche e puzzolenti, gonfi di ormoni perché crescano in tempi rapidissimi e innaturali. Cavalli che provengono da concorsi ippici, un tempo considerati eroi, poi maltrattati e macellati senza pietà. Anatre posizionate in batteria, in spazi strettissimi, senza possibilità di movimento. Alimentate forzatamente con imbuti, sottoposte ad atroci sofferenze, perché il loro fegato cresca a dismisura per la produzione del tanto ambito paté. Scrofe bloccate a terra, strette in morse d’acciaio, mentre i piccoli maialini – destinati a morire presto – allattano senza poter avere contatti naturali con la madre.

Tutto questo immenso dolore si ripercuote inevitabilemnte sull'ecosistema planetario.

E potrei continuare all’infinito, pur senza aver toccato uno dei tasti più dolorosi e inquietanti: la vivisezione. Su questo dramma, vi lascio alle parole del grande Hans Ruesch e alla sua opera Imperatrice Nuda.

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