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Per ricordarvi chi era Stefano:
Stefano Tassinari (Ferrara, 24 dicembre 1955 – Bentivoglio, 8 maggio 2012) è stato uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore italiano. Ha pubblicato diversi romanzi e suoi racconti sono presenti in una decina di antologie, pubblicate in Italia e in alcuni Paesi stranieri.
Autore di testi teatrali, letture sceniche e di programmi radiofonici per Rai Radio 3, è stato ideatore e direttore artistico di varie rassegne letterarie, tra le quali La parola immaginata e Ritagli di tempo (ITC Teatro di San Lazzaro). È stato autore di documentari televisivi girati, oltre che in Italia, in Nicaragua, Spagna, Francia, Portogallo ed ex Jugoslavia.
Ha curato la messa in scena di decine di opere letterarie di scrittori italiani e stranieri, collaborando con attori e registi (tra gli altri: Leo Gullotta, Marco Baliani, Ottavia Piccolo, Silvano Piccardi, Antonio Catania, Matteo Belli, Ivano Marescotti, Laura Curino e Renato Carpentieri), musicisti (tra gli altri: Paolo Fresu, Riccardo Tesi, Mauro Pagani, Yo Yo Mundi, Têtes de Bois, Casa del vento, Mario Arcari, Armando Corsi, Antonello Salis, Daniele Sepe, Patrizio Fariselli, Jimmy Villotti, Paolo Damiani e Gianluigi Trovesi) e fotografi (tra gli altri: Mario Dondero, Giovanni Giovannetti, Tano D'Amico, Raffaella Cavalieri, Luca Gavagna e Dario Berveglieri).
Vicepresidente dell’Associazione Scrittori Bologna, ha scritto di letteratura su quotidiani e riviste. È stato direttore e fondatore di Letteraria (rivista semestrale di letteratura sociale), legata dapprima ai nuovi Editori Riuniti e poi dal 2010 a Edizioni Alegre. È stato prima militante di Avanguardia operaia, poi segretario della federazione ferrarese di Democrazia Proletaria, infine (dopo una parentesi nei Verdi arcobaleno), è stato militante del Partito della Rifondazione comunista, fondatore e animatore del circolo PRC "Victor Jara" di Bologna. È scomparso nel 2012 all'età di 56 anni dopo una lotta contro una grave malattia durata otto anni.
da Nuova Rivista Letteraria n° 6, Ottobre 2012, Edizioni Alegre
Nei mesi scorsi abbiamo udito e letto tanti aggettivi, come mani che cercano di afferrare un mulinello d’acqua. Forse potranno raccogliere gli oggetti che il mulinello aveva attratto e faceva vorticare (un barattolo, l’ochetta di plastica di un bimbo, il berretto di un pescatore), ma il mulinello stesso no, non si può stringere tra le dita.
Stefano era «poliedrico», ovvero simile a un solido che presenta più facce piane poligonali. Stefano era «eclettico», colui che sceglie, che fa una cernita e mette insieme oggetti diversi. Stefano era «versatile», quindi in grado di cambiare direzione. Mah. È vero che un vocabolo non è la sua etimologia - altrimenti dovremmo chiamare «denaro» (che sta per dieci) solo i biglietti da dieci euro e le monete da dieci centesimi - ma quando un vocabolo è abusato e diventa cliché, allora perde forza immaginifica, e quando viene pronunciato suona debole e spossato, come stesse per cadere all’indietro, per riaccasciarsi sulla propria origine. E così, «poliedrico» evoca la geometria: punti e linee, lati diritti, angoli appuntiti. «Eclettico» fa pensare a uno che pesca di qua e di là. «Versatile» richiama una banderuola agitata dai venti.
Nessuno di questi attributi può rendere l’idea dell’attività molteplice di Stefano come scrittore giornalista drammaturgo autore e conduttore radiofonico e televisivo organizzatore di festival rassegne e presentazioni di libri promotore di iniziative viaggiatore militante politico intellettuale marxista commentatore sportivo. Ho tolto le virgole perché non c’era separazione tra questi aspetti del suo fare, né spaziale né temporale. Noi stiamo cercando di ricostruire e mappare questo concatenamento esteso un’intera vita, senza la pretesa di afferrare il vortice, ma ponendo attenzione agli oggetti che il vortice aveva raccolto - eklektos, appunto: se diciamo che a essere eclettico non è l’individuo ma il concatenamento stesso, allora il termine suona meno stereotipato - e fatto ruotare insieme. Questo numero speciale di Letteraria è un primissimo sguardo d’insieme, al quale seguirà un lungo (e prevedibilmente accidentato) lavoro di composizione di un archivio.
Realizzare un sito che raccolga l'opera di Stefano Tassinari.
Le testimonianze sonore, video, fotografiche e testuali, saranno organizzate in modo da consentire l'accesso ai documenti per categorie e per data.
Abbiamo pensato di utilizzare una piattaforma di raccolta fondi (crowdfunding) per rendere possibile a tutti di partecipare anche in tempi diversi.
La piattaforma prescelta è www.produzionidalbasso.com, una organizzazione attiva da molti anni e ci consente di raccogliere i fondi senza trattenere alcuna percentuale per sé.
il periodo in cui il progetto è disponibile alla raccolta è di quattro mesi e scadrà il 6 gennaio 2015
Il sito www.stefanotassinari.it è già stato acquisito ed attivo. Dobbiamo popolarlo di tutti i materiali che in gran parte sono raccolti e conservati in attesa di utilizzo.
Cerchiamo di raccogliere 2.450,00 euro per progettare e realizzare il sito, effettuare la standardizzazione dei materiali, acquistare uno spazio Vimeo per ospitare i filmati, pagare dominio e spazio web per almeno 4 anni.
È un'iniziativa di amici e compagni di Stefano tra cui Luca Gavagna, Stefania De Salvador, Agostino Giordano, ITC-Teatro dell'Argine, Stefano Massari, Wu Ming 1.
Per chi non ha dimestichezza con Paypal ed è interessato a sostenere il progetto, fornisco un IBAN a cui inviare un bonifico, mi incaricherò di versarlo sul conto Paypal del progetto:
Conto intestato a Luca Gavagna
presso Cassa di Risparmio di Ferrara
IBAN: IT36Z0615513001000000005383
descrizione/causale: sito Stefano Tassinari
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