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Dopo la tempesta che il 30 ottobre 2018 ha distrutto milioni di metri cubi di alberi su tutto l’arco dolomitico, sembra essere calato il silenzio sullo scempio che il giorno dopo era su tutti i media e che faceva inorridire lettori e spettatori.Tanto per dare un nome, come accade negli ultimi anni con anticicloni, temporali, tempeste e via dicendo, l’hanno chiamata Vaia. E, per la maggior parte degli italiani, è già un ricordo. Non per noi.
Complici le temperature troppo elevate lungo tutto l’anno ed un habitat ammorbato dagli schianti in putrefazione, nel 2020 inizia il flagello del bostrico tipografo. Questi insetti, che in un anno arrivano a produrre addirittura tre intere generazioni, mangiano letteralmente l’apparato linfatico dell’albero colpito, causandone la morte. Per fame.Dei ns. boschi rimane ben poco.
Ecco, a titolo di mero esempio, cosa resta del bosco vicino a casa mia: una distesa bruciata, gialla ed arida, oltre che un cimitero di ceppaie ed uno smottamento che ha già causato l’evacuazione di due famiglie.
Circa un anno fa nasce il progetto Bosco Dolomiti.
Premessa fondamentale: non è un'azione di adozione del bosco, per evitare qualsiasi fraintendimento legale sulla proprietà, ma un'operazione di compensazione totale delle emissioni attraverso un'attività ESG di ripiantumazione e ripristino dei vivai dismessi.
Questi mesi sono stati impiegati per creare una squadra di primo livello (per l’ingegneria www.steaprogetto.com, engineering impianti e sostenibilità nr. 1 in Trentino per numero di collaboratori e fatturato) e per attivare tutti i contatti necessari a comprendere in quale modo gli sforzi di un privato possono andare a tutto vantaggio di questi boschi.
Pertanto:
Il gruppo si è trovato ad incontrare i proprietari dei boschi maggiormente colpiti e, nell’ultima riunione, il concetto uscito dalla bocca di uno di loro è questo: i ns. boscaioli stanno svolgendo in pochi anni il lavoro che normalmente ne richiederebbe 50 (cinquanta!); cosa faranno tra qualche mese questi ragazzi? Come porteranno a casa i soldi per mangiare?
Ecco, quindi, che abbiamo progettato un intervento che per le imprese possa finire in bilancio di sostenibilità secondo protocollo ESG e, per la gente del posto, si traduca in posti di lavoro, oltreché, per il bosco ed il suo habitat, diventi reale possibilità di vivere, tutto questo a lungo termine e non esauribile nell’immediato.
Abbiamo appena ricevuto dal dottore forestale di competenza il computo metrico estimativo per partire con i lavori sui primi 120 ettari di foresta dolomitica che ci saranno messi a disposizione, mentre entro la fine di settembre riceveremo dal gruppo che fa capo a https://www.venetoagricoltura.org/ tutti i numeri relativi alla vivaistica: per rimettere a dimora le piante nei sopraccitati 120 ha. servono 100.000 piantine autoctone.
Teniamo presente che l’intera commessa sarà gestita dal ns. gruppo:
Man mano che incontriamo le persone sul territorio, i connotati del progetto assumono una consistenza che va ben al di là del mero business e la parte sociale, insieme a quella ambientale, acquista un’importanza che merita il massimo dello sforzo, specie in considerazione dello svantaggio demografico e lavorativo cui stanno andando incontro le valli dolomitiche negli ultimi anni, soprattutto in provincia di Belluno, la cui flessione demografica viene calcolata da Istat per il decennio 2021÷2031 nel 3,8% contro lo 0,9% medio della Regione Veneto.
Ricordo, infine, che la gestione di tutte le foreste di cui parliamo è certificata PEFC.
La raccolta fondi, pertanto, mira ad effettuare tutte le azioni di cui sopra su 4 ettari di terreno, suddivisi in:
I fondi serviranno per testare i primi 4 ettari pilota, su cui calcolare il rilascio dei crediti di carbonio, in base alle lavorazioni effettuate.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Buona occupazione e crescita economica: promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
Lotta contro il cambiamento climatico: adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.
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