Una campagna di
Beba Gabanelli, Romano Camassi, Elisabetta TolaContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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“Non chiamarmi Terremoto” è una docufiction che nasce dall’idea di fare prevenzione con uno strumento audiovisivo di qualità. L’obiettivo è raggiungere i giovani, i giovanissimi, le loro famiglie e le comunità con un messaggio chiaro e corretto dal punto di vista scientifico: ridurre i danni da terremoto è possibile.
Attraverso la tecnica narrativa della fiction, coinvolgente dal punto di vista emotivo, presenta i concetti chiave su come comportarsi in caso di terremoto e come ridurne gli effetti rispettando le norme sismiche. Con un occhio di riguardo all’efficienza energetica.
SINOSSI
Marta, 12 anni, vive a L’Aquila, dove tutti la conoscono con il soprannome “Terremoto” . Dopo la notte del 6 aprile 2009 nessuno riesce a chiamarla più così. Il terremoto l’ha trasformata e non solo nel nome. Un anno dopo l’evento, Marta e la sua classe si dedicano all’allestimento di una mostra sul terremoto in occasione del primo anniversario del sisma che ha colpito la sua città.
Attraverso una serie di esperienze e incontri, la protagonista si trasforma da ragazzina in giovane adulta diventando sempre più consapevole. Impara a non essere fatalista, ma nemmeno terrorizzata, apprende come comportarsi quando la terra trema e a conoscere le regole per la costruzione di case antisismiche.
SOSTIENICI
Il terremoto è stato raccontato in molti modi nei mesi scorsi: inchieste, denunce, reportage. Ma al di là di tutto questo, c’è una informazione di base che consente a tutti, anche ai ragazzi, di difendersi dagli effetti disastrosi di eventi come quello di L’Aquila: conoscere i rischi, esigere il rispetto delle regole, sapere come comportarsi prima, durante e dopo l’emergenza. L’Italia è un paese a forte rischio sismico: conoscere i terremoti è il primo passo per difenderci dai loro impatti.
Aiutaci a diffondere queste informazioni. Aiutaci a raccogliere i fondi necessari per completare il nostro film, per farlo arrivare il nostro video in tutte le scuole italiane, nelle piazze, nei festival, sui media e in rete, in Italia e in altri paesi che condividono con noi questo problema.
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