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La prima storia del calcio del Brasile mai pubblicata in Italia.
La seconda mai pubblicata nell’Unione Europea.
Un’emozionante avventura di sport e di gol, campioni assoluti venuti da una favela e dai calci per strada, vittorie favolose e devastanti sconfitte… insieme alla musica, la società, la cultura, i periodi luminosi e quelli difficili di questo grande Paese.
Il 15 febbraio 1894 un ventenne di nome Charles Miller (figlio di un inglese e di una brasiliana) sbarca nel porto di Santos dopo due pallosissime settimane di navigazione da Southampton. Vi era stato mandato undici anni prima per ricevere una buona istruzione. Porta con sé due palloni di cuoio, divise per due squadre, il regolamento del gioco che furoreggia in Britannia, ma che nel Brasile del caffè e della schiavitù abolita solo cinque anni prima non conosceva proprio nessuno.
Un Paese che - a causa di quel gioco - sta per essere rivoltato nell'anima.
Graciliano Ramos, scrittore, commenta nel 1901: “La popolarità del calcio in Brasile sarà passeggera…”
Lima Barreto, giornalista, afferma nel 1904: “Il calcio è causa di ignoranza e imbecillità. Per questo ho deciso di fondare la Liga Brasileira contra o Futebol, con lo scopo di proibirlo in tutto il Brasile… e arriverò di certo al mio obbiettivo!”
Il 16 luglio 1950, 225.000 persone (non è un errore di battitura... di cui 50.000 entrate di straforo) restano mute e impietrite sui gradoni del nuovo stadio Maracanã di Rio de Janeiro, per più di 40 minuti dopo la fine della partita Brasile-Uruguay... la finale mondiale persa incredibilmente per 2-1 dai padroni di casa.
La nazionale brasiliana non giocherà più un incontro per quasi due anni.
Il 29 giugno 1958, un ragazzino di 17 anni (Pelé), un ex poliomielitico con le gambe storte (Garrincha) e un panzone malato di cuore (Vicente Feola, l'allenatore), più naturalmente un gruppo di ottimi campioni (Didi, Vavá, Djalma e Nílton Santos, Gilmar, Zito) consegnano al Brasile la sua prima Coppa del Mondo grazie a un calcio da leggenda.
L'allenatore della Svezia (battuta in finale per 5-2) dichiara: "Giocavano tanto bene che dopo dieci minuti tifavo per loro...".
Just Fontaine, capocannoniere dei Mondiali con la Francia (battuta in semifinale per 5-2) ammette: "Sono infernali, nessuno può fermarli. Se riesci a marcare Pelé ti scappa via Garrincha. Tieni d'occhio questi due e Vavá ti fa gol. Degli indemoniati!"
Un giornale sportivo cileno: "Da che pianeta arriva Garrincha?".
Un giornale sportivo inglese: "Si scrive Pelé e si pronuncia Dio...".
Il progetto è in collaborazione con MiBrasil - ACADEMÍA MILANO BRASILE
www.mibrasil.org
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