... Il giovane era inchiodato alla croce. Aveva il corpo devastato da innumerevoli torture.
Dopo ore di agonia urlò: “Eli... Eli... lemà sabaqtani?!” (Padre, padre... perché mi hai abbandonato?!).
Nessuno, tranne il giovane alla croce che aveva urlato ed una donna ancora giovane che piangeva confusa fra la folla, si avvide della inquietante figura emersa dal nulla. Questi si avvicinò con un enigmatico sorriso all’orecchio dell’uomo che era in croce e sussurrò: “Perché dici questo figliolo? Sono tre giorni che non faccio altro che occuparmi di te!”
Nell’ultimo raccapriccio di vita, il giovane urlò di terrore con quanto fiato gli rimaneva in gola.
E nel terrore, spirò...

Napoli, 26.09.2012

"Io scrivo tante cose (scrivere è il mio lavoro) e tra queste ci sono racconti che amo svisceratamente. Ma questi racconti sono impubblicabili.
Non nel senso di brutti o belli, non entro nel merito della capacità letteraria. Sono impubblicabili.
Io che li amo, c’ho tentato. Credetemi. C’ho tentato davvero. Ma per quanto possa aver contattato il più spregiudicato degli editori, il commento, mai negativo dal punto di vista letterario, è stato semplicemente questo: “Guarda, io posso anche sganasciarmi dalle risate, ma è impubblicabile. Tutto qui.”
Le mie storielle potrebbero far ridere, pensare, piangere, aprire orizzonti, illuminare parti in ombra del lettore. Potrebbero emozionarti. Potrebbero, in pratica, fare quello che da secoli ha il potere di fare la letteratura. A me, a quei pochi che li hanno letti, lo hanno fatto. Ma sono impubblicabili.
Impubblicabile significa che non lo puoi presentare in nessuna libreria, perché se ci provi dopo neanche dieci righe di lettura arriva la responsabile degli eventi e ti sbatte fuori.
Impubblicabile significa che nessun editore si prenderà mai la responsabilità legale della pubblicazione.
Impubblicabile non significa difficile, incomprensibile o di tremenda avanguardia. No.
Impubblicabile significa che non lo puoi raccontare.
Impubblicabile significa: non si può, è vietato!
Il risultato di “Impubblicabile” è: “Nessuno li leggerà mai”.
Ecco perché sono qui.
Io credo che la libertà di espressione sia il fondamento principe per chi ama inseguire le proprie visioni e inventare mondi. E ritengo che le sacre scritture siano storie nate nello stesso identico luogo dove sono nate le storielle di Kafka, di Dürrenmatt, di King o di tutti i Follett di questa terra: nella testa di uno scrittore. Quindi, a mio giudizio o sono Sacre tutte le storie o non lo è nessuna.
Il mio libro, quello che vorrei che mi aiutaste a pubblicare è un libro di 20 racconti brevi.
Il titolo del libro è “Gli Impubblicabili”
E’ certo che tanti troveranno offensivi questi racconti.
E’ certo che tanti altri se ne sentiranno feriti, al di là che i racconti piacciano o meno.
Ma nonostante questo io li ho sognati, pensati e scritti. E il fatto che siano impubblicabili mi offende e mi ferisce quanto o più di questi tanti altri.
La rete perde pezzi di libertà ogni giorno, lo sappiamo. Ma c’è ancora, a mio avviso, la possibilità di usare questo mezzo per immaginare nuovi scenari, per criticare ferocemente quelli antichi che rappresentano un freno o una catena al cambiamento. In una parola: per poter finalmente pubblicare quello che fino ad un attimo fa era considerato impubblicabile."

Dario Jacobelli




Lista dei titoli (indice)

Il numero selezionato
(S/M): I Con gli affari di cuore non si
può mai dire - II Betlemme - III ...e la chiamarono Trinità
Il vecchio
Nebbia
Cani fedeli
Lettera di addio di un amico suicida
Sin Cronicity
L’Umano obliato
Il matrimonio dell’anno
Il Perdono
La Nana
Su dal video
S. Porno
Dio Frater
Gommista psicopatico
Gli ultimi tre giorni
Alle gare di memoria
Da Topi
Alba
Io sono parola