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Partendo dalle esperienze di viaggio dell’autore, il libro si propone di tracciare le caratteristiche dei ribelli, ovvero quelle figure che hanno prodotto rotture e discontinuità nella storia, seguendone le tracce nei luoghi che li hanno visti protagonisti. Un libro che è allo stesso tempo saggio, racconto e taccuino di viaggio; avvincente perché l’autore ha saputo cogliere, nelle figure da sempre portatrici di un messaggio rivoluzionario, quelle azioni che sono insieme speranza e opportunità di rinnovamento. Perché proprio questo l’archetipo del ribelle: chi non vuole, non può o non riesce a conformarsi al pensiero dominante ed al potere esistente. Anche – come dimostrato in uno specifico passaggio del libro – quando è egli stesso al vertice di quel potere.
Nella prima parte, desunta dalle esperienze dell’autore sul campo nella Cuba rivoluzionaria e in Estremo Oriente (Vietnam e Cambogia), vengono rappresentate figure ancora poco conosciute in Europa che esprimono significative scelte di ribellione politica. Un vero e proprio diarioin itinere, intenso e dettagliato grazie alla profonda conoscenza del mondo orientale frutto dei viaggi compiuti dall’autore in Estremo Oriente e della lunga pratica Yoga e meditazione Vipassanā. Il maestro di meditazione dell’autore, John Earl Coleman (agente della CIA negli anni 50, ribellatosi alle regole della “ragion di Stato” e dedicatosi all’insegnamento della meditazione tradizionale buddhista), lo è stato, tra l’altro, anche di Tiziano Terzani - e a questa esperienza Terzani dedica un intero capitolo di “Un indovino mi disse”.
La seconda parte del libro approfondisce l’indispensabilità del “ribelle” per una società che vuole progredire. Periodi storici caratterizzati da una lunga assenza di ribellioni determinano il riprodursi di classi dirigenti sempre più disattente ai problemi della gente comune e qualitativamente mediocri. È il caso dell’Italia, che passa dalla classe dirigente “ribelle” dell’antifascismo a un progressivo affermarsi della “casta”, povera di valori e di utopie.
Nella sintesi finale vengono delineati alcuni riferimenti e possibilità per produrre, nell’Italia di oggi (e non solo), un movimento non-violento di ribelli che possa rinnovare radicalmente la società.
Un libro che è allo stesso tempo saggio, racconto e taccuino di viaggio; avvincente perché l’autore ha saputo cogliere, nelle figure da sempre portatrici di un messaggio rivoluzionario, quelle azioni che sono insieme speranza e opportunità di rinnovamento.
Emilio Lonardo, 55 anni, bolognese di origine campana. Diploma classico e laurea in Scienze Politiche con il massimo dei voti. Esperto di problemi del lavoro. Consigliere Comunale nella sua città dal 2004 al 2010, abbandona la politica attiva, nonostante il grande successo di voti riportato, non condividendo più metodi e valori di selezione della classe dirigente. E’ stato giovanissimo tra i fondatori dell’associazione ecologista Legambiente nel 1980. Viaggiatore zaino in spalla instancabile e, soprattutto, miglior cuoco di cucina indiana di Bologna - almeno a detta dei suoi amici. Pratica da molti anni lo yoga e la meditazione di consapevolezza.
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