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Tutta colpa di Gabo
I Bencini sono una famiglia fiorentina sui generis, diciamo così. Intanto nonni, figli e nipoti vivono tutti sotto lo stesso tetto. Inoltre alcuni membri della famiglia, non sono proprio dei campioni di normalità. A guidare e tenere unita la famiglia c’è la nonna Argisa, schietta e pragmatica quanto basta. Troppo uniti, forse; chiusi a riccio nei confronti del mondo esterno.
La storia inizia con un pranzo a casa Bencini. È presente tutta la famiglia: la nonna Argisa, il marito Arturo, il loro figlio Franco Melandro con la moglie Jolanda e i loro tre figli Nico, Matteo e Beatrice. Nico presenta alla famiglia la nuova fidanzata, la prosperosa Pia che arriva a casa Bencini con Gabo, il suo cane.
Anche Lapo, nipote della Jolanda, arriva a casa Bencini a pranzo per parlare con i parenti di un problema spinoso ma, per evitare la discussione accesa tra la zia Jolanda e la Pia a proposito del cane Gabo che sta distruggendo le tende del salotto a suon di morsi, Lapo si rifugia in camera del nonno e gli offre uno spinello, provocandone la morte.
Da questo momento le sorti della famiglia cambiano.
La veggente Beatrice sogna il nonno Arturo poco dopo il funerale. Lui le dice che nel televisore c’è una sorpresa, ma l’Argisa lo ha regalato a Don Guarino, il parroco. Don Guarino ha dato a sua volta il televisore a una famiglia di immigrati dello Sri Lanka, i Kumar. I Bencini si scontrano subito con la famiglia immigrata e il recupero va a buon fine. Nel televisore la sorpresa sperata, neanche a dirlo, non c’è. In compenso nasce tra i Bencini e i Kumar un rapporto burrascoso e al tempo stesso solidale da cui nascerà anche una storia d’amore tra Matteo e Manisha, figlia degli immigrati, osteggiata dalla famiglia di lei.
I Bencini escono così dal loro guscio. Questa sarà la vera sorpresa del nonno Arturo e che condurrà al finale in cui molti dei nodi della famiglia Bencini e delle loro stranezze verranno finalmente sciolti.
PescePirata ne dice: "E' una storia "alla Pennac" in cui si fonde amore, amicizia, interculturalità e mistero. Un piccolo giallo-grottesco che fa di sicuro sorridere ma anche riflettere. Elisa è un'autrice di sicuro talento, ha vinto un sacco di concorsi e continua a migliorare. Sosteniamo gli autori emergenti bravi!"
Elisa Minì è nata a Firenze nel 1969. Vive nel Chianti e lavora a Firenze dove ha lo studio di commercialista; nonostante ciò, ha pubblicato racconti in diverse antologie; tra questi:
La Mustang color cielo, Perrone Lab, Antologia del Premio Letterario Dal Manoscritto al libro, ottobre 2010;
Così se vi pare...Giallo, Perrone Lab, Instant antology ‘Ero una crepa nel muro’, dicembre 2010;
Terza in Classifica, Perrone Lab, Instant antology ‘Il vuoto che occupa spazio’, gennaio 2011;
La sostanza delle cose, Perrone Lab, Incipit d’autore, febbraio 2012;
Mille battiti di ali, Perrone Lab, Incipit d’autore, aprile 2012.
Premi:
Medaglia di bronzo al Premio Firenze 2010 nella sezione racconti inediti con il racconto dal titolo Lei pensa Lui no.
L’intreccio della lana, 3° classificato al Premio Letterario Nazionale Danilo Chiarugi nel 2011, 4° classificato al Premio Letterario Nazionale Parole e Poesia nel 2011, finalista al Premio Firenze edizione 2011 nella sezione racconti inediti; 1° classificato al Premio Letterario Nazionale Domenico Rea Città di Empoli nel 2012.
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