Una campagna di
Umberto RaveraContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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Sinossi
Menfi, Agrigento.
Se entri nel paese delle meraviglie ne ricavi l'impressione che niente sia al proprio posto.
Che ci fanno in un salottino le sponde pitturate di un carretto siciliano?
Che ci fanno delle botti spezzate a metà o delle antichissime macchine da scrivere?
Com'è possibile che il passamano di una scala che porta al piano superiore possa essere stato composto con pezzi di vecchie macchine da cucire?
Il bello è che dopo un po' ti abitui a quel “folle” arredamento, ti sembra bello al punto da volerlo per casa tua. La “follia” di Baldassarre Interrante, detto Baldo, è contagiosa. Perchè Baldo è un uomo innocente.
Ha l'innocenza dei bambini, la fantasia dei bambini, la logica dei bambini. Baldo è rimasto bambino; capace ancora di sorprendersi, di entusiasmarsi per ciò che vede quando guarda il mondo o quando trova un oggetto al quale ridare vita.
Il paese delle meraviglie è una sua creazione, è un progetto grandioso e, nel contempo, grandiosamente umile.
Costruire, anzi, ricostruire, un paese della Sicilia del primo dopo guerra con materiali trovati qua e là, materiali di scarto o che la gente ha buttato, non capendone l'importanza.
Un progetto grandioso e grandiosamente folle di un uomo che dedica tutto il suo tempo al recupero di cose perdute, che ha la debolezza che tanti gli invidiano, di parlare con gli oggetti e di resuscitarli, che li ispira a resistere, a restare, per innumerevoli messaggi per il futuro. Un uomo che ci dice di rallentare questa insensata e folle corsa moderna, a cui è felicemente sfuggito.
E' un personaggio impossibile, Baldo, tanto impossibile che mi fa tornare in mente le favole e i personaggi delle favole in un'epoca che ha messo le favole nel dimenticatoio. Con la differenza che lui è reale, vero. Lui esiste.
Baldo inventa favole di pietra, di legno e di ferro con i resti di altre favole dimenticate.
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