Il Progetto
Penso che tutto ciò che è “politica” debba convergere verso il benessere dell’essere umano e di tutte le specie del pianeta. Credo che la nostra lotta non è di breve termine, ma di lungo periodo. Dobbiamo preparare le future generazioni per altri processi di resistenza, perché il cambio dell’umanità non avverrà nello spazio di dieci o vent’anni, avverrà in un arco di tempo di cinquecento, mille anni. Credo che sia questo il ruolo principale delle comunità indigene: contribuire alla costruzione di società di pace e di rispetto verso la natura, dove l’uomo è semplicemente uno in più".
Testimonianza tratta da “Amazonia 2.0”
Un film documentario di Sandro Bozzolo, Maria Cecilia Reyes, Alessandro Ingaria, Max Chicco
Col,HDV,42'
Uscita prevista: Gennaio 2012
La quota di 12 euro comprende la prenotazione del dvd.
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SINOSSI
Esiste un luogo, nella selva amazzonica ecuadoriana, dove i normali parmetri di sviluppo e progresso sono capovolti dalla determinazione della ragione, e la forza collettiva di un popolo dimenticato può trasformare vecchie utopie in tangibili realtà.
La creatività contro le armi, il rispetto della Madre Terra contro lo stupro del petrolio, la solidarietà comunitaria contro l’individualismo occidentale, la saggezza e la spiritualità contrapposte alla religione imperante del dio denaro. Internet come strumento d’unione, e un’unica, grande rete, che per la prima volta possa capovolgere le gerarchie di sempre. A Sarayaku, per la prima volta negli ultimi secoli, l’Amazzonia ha smesso di essere un luogo passivo, che subisce senza reagire le prepotenze degli altri. Una comunità indigena particolarmente visionaria ha intrapreso un cammino di proposte creative e concrete, una vera e propria rivoluzione della coscienza che vuole unire tutti i popoli in resistenza, nel mondo.
IL CASO SARAYAKU
Il 26 luglio 1996, sotto la presidenza di Sixto Durán Ballén, lo Stato Ecuadoriano firmò la concessione per lo sfruttamento petrolifero del cosiddetto “Blocco 23”, che comprendeva un’area di 200.000 ettari ubicati nella provincia amazzonica di Pastaza. La compagnia vincitrice dell’appalto risultò essere la multinazionale argentina Compañía General de Combustibles (CGC), che successivamente avrebbe ceduto il 50% dei diritti di sfruttamento ad una cordata guidata dall’impresa statunitense Burlington Resources e dalla franco-britannica Perenco. La Comunità Kichwa di Sarayaku, storicamente residente su un’area che comprende il 65% della superficie identificata come “Blocco 23”, non è stata coinvolta in alcun processo giuridico di informazione, consultazione o decisione nel processo che ha portato alla concessione del diritto di sfruttamento petrolifero del suo territorio.
Conseguentemente alla concessione dello sfruttamento petrolifero nel loro territorio, l’intera Comunità di Sarayaku intraprese una battaglia giuridica per ottenere il riconoscimento di quei diritti sanciti dalla legge. L’azione si rivelò però vana, in quanto né il tribunale provinciale di Puyo, né gli organi giuridici nazionali accolsero le istanze presentate dai dirigenti comunitari. Nonostante tutto, Sarayaku scelse di resistere.
La CGC adottò la “strategia del consenso”, adottando quello stesso modus operandi che si era rivelato efficace in altre circostanze. Opportunità di arricchimento economico collettivo e personale vennero offerte ai dirigenti della Comunità, con la relativa certezza che anche in questo caso le prospettive paventate avrebbero indebolito la resistenza indigena.
Nel 2002, con l’elezione di Marlon Santi a Presidente, la Comunità cambiò strategia di lotta. Un gruppo di giovani iniziò ad utilizzare i mezzi audiovisivi per documentare la realtà dell'occupazione subìta da parte dell’Esercito nazionale e dei tecnici delle compagnie petrolifere. Grazie a questa strategia comunicativa, i Sarayaku sono riusciti a ottenere, per la prima volta al mondo, la documentazione filmata di una “invasione petrolifera” in un territorio ancestrale indigeno. Contestualmente, la Comunità presentò alla Corte Interamericana per i Diritti Umani un’istanza per Violazione dei diritti indigeni. I dirigenti della compagnia CGC – e i rappresentanti del Governo di Quito – si videro costretti a rivedere i termini della concessione, annunciando, nel 2003, il loro ritiro dal cosiddetto “Bloque 23”.
IL DOCUMENTARIO
Obiettivo del documentario è raccontare ciò che è accaduto dopo il 2003. Spente le luci dei mezzi di comunicazione, raggiunta l’autodeterminazione del suo territorio, la Comunità di Sarayaku ha intrapreso un chiaro cammino di sviluppo alternativo, cercando appoggio nella Cooperazione Internazionale per realizzare un modello di vita armonico con i valori indigeni. Nel mezzo della selva, i pannelli solari forniscono oggi energia rinnovabile e le parabole satellitari internet wireless a case di legno dai tetti di palme. Il processo di resistenza continua, attraverso la fantasia e la creatività: dal 2008 Sarayaku si impegna nell’istituzione del progetto “Frontiera di vita”, che prevede la semina di una linea di fiori lungo i confini della comunità, per simboleggiare la fragilità di un ecosistema che si trova, oggi più che mai, a rischio.
Il progetto sorge in seguito ad un percorso di ricerche accademiche e giornalistiche intraprese dagli autori nelle provincie amazzoniche dell’Ecuador. Un gruppo di studio composto da Maria Cecilia Reyes, Sandro Bozzolo e Alessandro Ingaria si è interessato sul campo al processo di difesa dell’Amazzonia intrapreso da quelle comunità indigene che da sempre le abitano, ma che solo negli ultimi anni hanno intrapreso un’azione attiva per rivendicare i loro diritti civili.
L’importante esempio di Sarayaku fornisce numerosi spunti interpretativi per avanzare proposte efficaci nei diversi aspetti dell’organizzazione di una comunità umana, per il tramite degli elementi fondamentali del pensiero indigeno.
La ricerca di un intelligente equilibrio tra tradizione e modernità costituisce l’asse portante su cui si appoggia il documentario, e verrà approfondita negli spazi naturali dell’Amazzonia, a Sarayaku. I personaggi intervistati saranno quindi membri della Comunità: dirigenti, rappresentanti politici, insegnanti, contadini, studenti, esperti in medicina tradizionale e operatori radiofonici.
Per ricostruire le fasi salienti della lotta, verranno utilizzate immagini di repertorio appartenenti all’archivio della “Selvas Sarayaku Producciones”, registrate da Eriberto Gualinga Montalvo. In particolare, verranno acquisiti estratti registrati in occasione della grande marcia verso Quito organizzata dalla Comunità di Sarayaku nel 1992, per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica ecuadoriana sui problemi delle minoranze indigene. Questo episodio rappresenta infatti l’inizio simbolico del cammino di resistenza intrapreso da Sarayaku.
Amazonia 2.0 è stato selezionato, tra più di 200 partecipanti, tra i 15 finalisti del bando CNCine, promosso dal Ministero della Cultura dell’Ecuador, pur non rientrando tra i 5 progetti vincitori. Il Ministero ha concesso il patrocinio al progetto.
SCHEDA TECNICA
Durata prevista: 42 minuti
Location riprese: Ecuador
Post-produzione: Ecuador-Italia
Lingua: Spagnolo, Kichwa, Inglese, Francese
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese
Voice over: Italiano
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The creativity against the violence, the respect through Mother Earth instead the rape of oil explotation, the solidarity of a community opposite to western individualism, wisdom and spirituality against the religion of money. Internet as a tool of union, and a big network, which for the first time could turn over balances. In Sarayaku, for the first time in last centuries, Amazonia is not longer a passive place, which suffers withot reaction injuries. A visionary community began to send to the external world creatives and concretes proposal, a true revolution of mind sent to every resistent people, in the world.
The project is developped by a session of academic and journalistic research in the Amazonic Region of Ecuador. Between december 2009 and july 2011, a group composed by Maria Cecilia Reyes, Sandro Bozzolo and Alessandro Ingaria was interested by the struggle of indigenous communities in the area, in the fight for their civilian rights.
Amazonia 2.0 wants analyze the sociopolitical proposal of the Amazonic Rainforest, presenting a critical message who looks for new paradigms, in the fight against the climatic change. The Native American movements are proposing new ways to set relations between human being and nature, and Sarayaku People can be considerated a futuristic way to enjoy equilibrium between tradition and modernity.
Per informazioni aggiuntive:
geronimocarbono@gmail.com
http://www.meibi.it/amazonia_2.0/
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