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Vite autopoietiche

Una campagna di
Flaviana Frascogna

Contatti

Una campagna di
Flaviana Frascogna

arte & cultura

Vite autopoietiche

Campagna terminata
  • Raccolti € 600,00
  • Sostenitori 25
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Prenotazione quote  
  • Categoria Arte & cultura

Una campagna di 
Flaviana Frascogna

Contatti

Il Progetto

Un lavoro di Flaviana Frascogna
Con la collaborazione di Alessandro Ferrara


"Non immaginavo mai di arrivare a recitare perché io mi ricordo che avevo solo una poesia che scrissi dopo un rifiuto di un amico. Quella poesia poi è diventata la prima piccola performance"(Espedito Petacca).

"Prima le persone mi prendevano in giro per la mia voce sottile, invece ora quando faccio il clown la mia voce piace soprattutto ai bambini perché questo timbro acuto è diventato una particolarità"(Vincenzo Pellecchia).

"Sembriamo scemi ma ci rilassa ti fa dimenticare di tutti. Anche di tua mamma e di tuo padre"(Enzo Lombardi).

"Faccio queste cose anche perché esorcizzo un po’ il mio disagio sociale. Stai sempre a casa, cerchi sempre di studiare la musica o nuove cose. Oggi noi giovani non abbiamo molto da fare nella vita sociale, per strada, la gente non comunica così tanto"(Pasquale Silvestre).


SINOSSI
Storie di ragazzi diversamente abili e “scugnizzi” che attraverso un percorso formativo autopoietico, sono stati in grado di raggiungere forme di autorealizzazione e autoguarigione estremamente significative. Nello specifico, riconoscere la propria “diversabilità” non più soltanto come handicap, ma anche come strumento di autoriconoscimento e di autorealizzazione auto poietica. Nello specifico diventare “diversamente abili” attraverso la Sigma-Art (teatro, musica, circo, conoscenza) che si pone come un’applicazione possibile del percorso formativo in sigmasofia io-somato-autopoietica e trova la sua massima espressione nel primo centro italiano di Sigmasofia.
Lo scopo è quello di formarsi a se stesso e di integrare quella parte di sé, denominata l’altro, utilizzando tutte le proprie forze e facoltà. Le autopoiesi non sono tecniche fisse, da seguire intellettualmente: per funzionare, devono esprimersi scaturendo direttamente dal di dentro, permettendo così di utilizzare qualsiasi situazione sensibile e sovrasensibile, come strumento autopoietico


IL PROGETTO
Questo è un progetto che nasce dalla mia curiosità di conoscere e forse esorcizzare due condizioni che da sempre temo: la malattia e la povertà. Ho incontrato i ragazzi di Sigmart, il settore artistico di Sigmasofia, durante una performance per strada. Mi ha incuriosito da subito il loro modo di fare spettacolo che riusciva ad integrare diverse tipologie di arti dalla recitazione alla giocoleria e mimo. E soprattutto curiosi erano i personaggi. Alcuni di questi ragazzi con evidenti disabilità fisiche che sembravano sparire durante gli spettacoli, sono affiancati da altri definiti “scugnizzi”. Lo scugnizzo è quello che tutti identificano con il ragazzino di strada che sembra essere la sua maestra di vita.

L’idea iniziale di documentare le loro attività artistiche in maniera didascalica, quasi da subito ha preso il posto con l’importanza delle loro relazione all’interno del gruppo e al loro modo di vivere la condizione in cui si trovano che è quello che conta. Da sempre mi ha incuriosito il distacco, la distanza che c’è tra chi ha una ridotta capacità d'interazione con l'ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, intesa come lo svantaggio che la persona presenta a livello sociale, culturale, economico e chi ha invece problematiche legate a funzioni e strutture corporee. Ho creduto che un disabile può essere un normodotato ed un normodotato può essere disabile secondo il percorso di vita che fa. Inteso in senso dinamico, in quanto non solo dipendente da stati patologici cronici, ma anche da fattori psichici e sociali, fattori necessariamente in costante evoluzione.
L’arte autopoietica, realizzata attraverso il vissuto integrale di ognuno autocreato ed orientato da un maieuta di sigmasofia, una nuova figura professionale che orienta il ricercatore a prese di consapevolezza sempre più profonde che puntano all’autodeterminazione e all’autorealizzazione, ha permesso a questi ragazzi di superare la disabilità che può essere dunque definita un incontro fra individuo e situazione.

Ho iniziato così a trascorrere giornate con loro, nelle loro case, nei loro quartieri, anche degradati, durante le loro performance artistiche e durante i duri allenamenti autopoietici che svolgono tra Castevolturno in provincia di Caserta, Napoli e Sutri che gli permettono di rendersi abili a loro modo alla vita. Potrei dire che la realizzazione di questo progetto fotografico è avvenuta solo grazie alla spontaneità delle relazioni tra me e loro. Il tutto ha avuto un’ evoluzione naturale ed è il frutto di un’amicizia e di una fiducia reciproca che mi hanno dato la sensazione di essere parte della loro vita quotidiana e della loro vita artistica.


La narrazione è realizzata da Flaviana Frascogna, fotografa e antropologa, attraverso un lavoro fotografico e di raccolta di storie di vite che porta avanti da nove mesi.

Per ulteriori dettagli del progetto visualizzare il pdf

Commenti (3)

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  • FF
    Flaviana La mostra fotografica verrà fatta al PAN | Palazzo Arti Napoli dal 22 settembre al 1 ottobre 2012. L'inaugurazione sarà alle 17,30<br/><br/>A breve seguirà un programma dettagliato della giornata inaugurale e l'invito ufficiale!
    • avatar
      Luciano tiè beccati questo e lavora luc
      • FF
        Flaviana Abbiamo ricevuto il Patrocinio Morale del Comune di Napoli e del' Unicef per la mostra fotografica.

        Community