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Bosco Dolomiti - azione => compensazione

Una campagna di
Fanny Tonion - Synoikos

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  • Scadenza 357 giorni rimanenti
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Food & agricoltura
  • Obiettivi
    8. Lavoro dignitoso e crescita economica
    13. Agire per il clima
    17. Partnership per gli obiettivi

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Il Progetto

Dopo la tempesta che il 30 ottobre 2018 ha distrutto milioni di metri cubi di alberi su tutto l’arco dolomitico, sembra essere calato il silenzio sullo scempio che il giorno dopo era su tutti i media e che faceva inorridire lettori e spettatori.Tanto per dare un nome, come accade negli ultimi anni con anticicloni, temporali, tempeste e via dicendo, l’hanno chiamata Vaia. E, per la maggior parte degli italiani, è già un ricordo. Non per noi.

Complici le temperature troppo elevate lungo tutto l’anno ed un habitat ammorbato dagli schianti in putrefazione, nel 2020 inizia il flagello del bostrico tipografo. Questi insetti, che in un anno arrivano a produrre addirittura tre intere generazioni, mangiano letteralmente l’apparato linfatico dell’albero colpito, causandone la morte. Per fame.Dei ns. boschi rimane ben poco.

Ecco, a titolo di mero esempio, cosa resta del bosco vicino a casa mia: una distesa bruciata, gialla ed arida, oltre che un cimitero di ceppaie ed uno smottamento che ha già causato l’evacuazione di due famiglie.

Circa un anno fa nasce il progetto Bosco Dolomiti. 

Premessa fondamentale: non è un'azione di adozione del bosco, per evitare qualsiasi fraintendimento legale sulla proprietà, ma un'operazione di compensazione totale delle emissioni attraverso un'attività ESG di ripiantumazione e ripristino dei vivai dismessi.

Questi mesi sono stati impiegati per creare una squadra di primo livello (per l’ingegneria www.steaprogetto.com, engineering impianti e sostenibilità nr. 1 in Trentino per numero di collaboratori e fatturato) e per attivare tutti i contatti necessari a comprendere in quale modo gli sforzi di un privato possono andare a tutto vantaggio di questi boschi.

Pertanto:

  • è stata attivata l’intera filiera istituzionale della Regione Veneto e della Provincia Autonoma di Bolzano;
  • sono stati organizzati tavoli di lavoro con il meglio degli esperti forestali locali;
  • sono stati attivati i contatti con i grandi proprietari terrieri dolomitici (es.: in 2 soggetti possiedono 30mila ettari di bosco);
  • è stato trovato il tipo di contratto legalmente corretto (= no green washing!)  per garantire all’investitore l’adeguato ritorno del suo capitale in termini di bilancio di sostenibilità;
  • è stato redatto il business plan.

Il gruppo si è trovato ad incontrare i proprietari dei boschi maggiormente colpiti e, nell’ultima riunione, il concetto uscito dalla bocca di uno di loro è questo: i ns. boscaioli stanno svolgendo in pochi anni il lavoro che normalmente ne richiederebbe 50 (cinquanta!); cosa faranno tra qualche mese questi ragazzi? Come porteranno a casa i soldi per mangiare?

Ecco, quindi, che abbiamo progettato un intervento che per le imprese possa finire in bilancio di sostenibilità secondo protocollo ESG e, per la gente del posto, si traduca in posti di lavoro, oltreché, per il bosco ed il suo habitat, diventi reale possibilità di vivere, tutto questo a lungo termine e non esauribile nell’immediato.

Abbiamo appena ricevuto dal dottore forestale di competenza il computo metrico estimativo per partire con i lavori sui primi 120 ettari di foresta dolomitica che ci saranno messi a disposizione, mentre entro la fine di settembre riceveremo dal gruppo che fa capo a https://www.venetoagricoltura.org/ tutti i numeri relativi alla vivaistica: per rimettere a dimora le piante nei sopraccitati 120 ha. servono 100.000 piantine autoctone.

Teniamo presente che l’intera commessa sarà gestita dal ns. gruppo:

  • ingegneria;
  • scienze forestali;
  • approvvigionamento delle piantine;
  • project management;
  • lavori (pulizia, ripristino, piantumazione);
  • certificazione dell’intervento a mezzo di uno degli enti di accreditamento più prestigiosi del mondo o, in alternativa per i committenti che desiderassero l’assistenza nella cartolarizzazione dei crediti di carbonio, a mezzo primaria piattaforma europea.

Man mano che incontriamo le persone sul territorio, i connotati del progetto assumono una consistenza che va ben al di là del mero business e la parte sociale, insieme a quella ambientale, acquista un’importanza che merita il massimo dello sforzo, specie in considerazione dello svantaggio demografico e lavorativo cui stanno andando incontro le valli dolomitiche negli ultimi anni, soprattutto in provincia di Belluno, la cui flessione demografica viene calcolata da Istat per il decennio 2021÷2031 nel 3,8% contro lo 0,9% medio della Regione Veneto.

Ricordo, infine, che la gestione di tutte le foreste di cui parliamo è certificata PEFC.

La raccolta fondi, pertanto, mira ad effettuare tutte le azioni di cui sopra su 4 ettari di terreno, suddivisi in:

  • Dolomiti bellunesi: 1 ha. già esboscato
  • Dolomiti bellunesi: 1 ha. da esboscare
  • Dolomiti altoatesine: 1 ha. già esboscato
  • Dolomiti altoatesine: 1 ha. da esboscare

I fondi serviranno per testare i primi 4 ettari pilota, su cui calcolare il rilascio dei crediti di carbonio, in base alle lavorazioni effettuate.

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    Gallery

    Questo progetto ha segnalato obiettivi di sviluppo sostenibile

    Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

    8. Lavoro dignitoso e crescita economica

    Buona occupazione e crescita economica: promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.

    13. Agire per il clima

    Lotta contro il cambiamento climatico: adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.

    17. Partnership per gli obiettivi

    Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.

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