Una campagna di
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un progetto di Enzo Mirone
IL PROGETTO
“Mi ha portato in Africa (la prima volta nel 2013) il desiderio di mettere a frutto quel bagaglio messo da parte lungo anni di studio, ricerca e mestiere nel campo del teatro e l’esigenza di sperimentarne la pratica in contesti culturalmente diversi allo scopo di riscoprirne e rivalutarne valore ed utilità”.
E. M
"...dai luoghi della vertigine..." nasce da questo viaggio, più precisamente, da un’idea concepita in viaggio e diventa un progetto. Del concepimento conserva intatta tutta la vitalità e, del viaggio, il desiderio di esplorazione e conoscenza. La lucidità e la lungimiranza hanno, poi, dato la forma al progetto.
La mia sfida sta nel riuscire a creare le condizioni affinché si compia il miracolo dell'incontro. Partendo con un bagaglio leggerissimo e attraverso mezzi semplici e “relativamente poveri”. Qualche traversina di legno, fogli di multistrato, copertoni usati, chiodi o viti, una buona colla, qualche straccio, striscioline di stoffa… questo è tutto quello che mi serve e posso procurarmelo nei posti e posso trasformare quei posti in … luoghi della vertigine…
Si parte dall’Africa, per l'ennesima tappa, il 3 Gennaio 2017, e si arriva più lontano possibile.
IL VOSTRO CONTRIBUTO
Regalare un paio di trampoli a questo progetto significa permettergli di avere un passo più lungo e capace di portarlo, ogni volta, un pezzetto più lontano. Significa concretizzare la possibilità di raggiungere i luoghi e seminare la vertigine.
Chi deciderà di sostenere questo progetto non contribuirà al miglioramento dei mezzi, semmai all’incremento della loro quantità, così che quanti più ragazzi possano utilizzarli e, soprattutto, all’ampliamento del suo raggio d’azione di modo che ragazzi di diverse provenienze geografiche possano essere coinvolti.
La mia idea è quella di creare una rete di contatti, interazioni e scambi tra i diversi luoghi della vertigine, tra i diversi gruppi di trampolieri. Quanto più saranno distanti questi luoghi tanto più robusti dovranno essere i trampoli su cui si muoverà il progetto.
DESTINAZIONE E IMPIEGO DEI FONDI
I fondi raccolti serviranno principalmente a:
finanziare la costruzione di nuovi trampoli.
Il mio obiettivo è di riuscire a costruirne, in questo nuovo viaggio, almeno altre 30 paia. Considerate che, in media, un paio di trampoli tra legno e manodopera costa, dopo una trattativa estenuante, all’incirca 12 euro. Attualmente ho a Dakar 10 paia di trampoli, costruiti durante l’ultima tappa grazie al contributo del Teatro delle Rose di Piano di Sorrento. Questi attrezzi hanno viaggiato con me in lungo e in largo, e adoperando tutti i mezzi possibili, tra Senegal e Gambia nel maggio e giugno del 2016. Inutile dire che più trampoli riuscirò a costruire e più ragazzi riuscirò a coinvolgere nel lavoro. Senza sottovalutare la possibilità di lasciarli in affido, individuando un responsabile, agli stessi ragazzi in modo da permettere loro di continuare ad esercitarsi anche in mia assenza. Questo dovrebbe avvenire con sicurezza nel caso di almeno tre gruppi.
A coprire le spese di viaggio e quelle relative agli spostamenti tra i vari luoghi in cui lavorerò.
Il programma di questa tappa prevede sessioni di lavoro di perfezionamento con gruppi di trampolieri già formati a Dakar e Sossop (Senegal) e Balanghar (Gambia), con la possibilità, tempo e contrattempi permettendo, di inaugurare altri gruppi in collaborazione con associazioni con cui sono in contatto.
Tutti gli spostamenti avverranno tendenzialmente adoperando mezzi pubblici e collettivi compatibilmente alla quantità di materiale da trasportare.
Al mio sostentamento, quando non è previsto dallo scambio realizzato con la struttura o la comunità che ospita il lavoro (nell’ordine giornaliero: caffè touba, pranzo, caffè touba, cena e tanta acqua!). Quantizzare questa voce è abbastanza improbabile poiché la spesa varia di molto a seconda dei luoghi e delle situazioni. In media il costo di un sostentamento dignitoso è di 7 euro al giorno.
Per quel riguarda l’alloggio, conto sull’ospitalità delle comunità locali e sul sostegno di diverse associazioni che mettono a mia disposizione, dove presenti e quando possibile, le loro strutture (Energia per i Diritti Umani, OneLove Onlus). Questa voce quindi non intacca il budget raggiunto.
I fondi raccolti serviranno in parte a gettare le basi per lo sviluppo della fase successiva del progetto, ovvero il CAPITOLO II, che avrà come destinazione il sud dell’India e si avvarrà della collaborazione di AID INDIA, associazione con la quale ho già avuto modo di lavorare durante uno dei miei precedenti viaggi (2014).
Le associazioni e gli enti privati che fino ad ora hanno, in vario modo, sostenuto questo progetto:
ENERGIA PER I DIRITTI UMANI
ONE LOVE ONLUS
DIRITTI AL CUORE
AID INDIA
I BAMBINI DI ORNELLA
LA CASA DI IBRAHIMA
EMPIRE DES ENFANTS
TEATRO DELLE ROSE
Ringrazio tutti loro enormemente per il prezioso contributo.
Tutte le associazioni o i privati che, in qualche maniera, si occupano di infanzia e adolescenza in situazioni di disagio o di emarginazione interessate a questo progetto possono contattarmi allo scopo stabilire un confronto e, qualora fosse possibile, una collaborazione.
Prossima sessione di lavoro: 3 gennaio – 3 febbraio 2017
“L’albero è quello slancio dell’organico che succede tra la terra e il cielo.
Uno spazio di tensione tra le radici e le cime.
L’uomo, in se, già partecipa di questa tensione.
L’uomo su trampoli ne sperimenta un grado ulteriore”
La prima tappa di questo viaggio è l’Africa, dove tutto è cominciato e dove già numerosi incontri hanno avuto luogo. I trampoli sono diventati ponti e accorciato distanze. La loro pratica un importante momento di condivisione, buono per osservare e per conoscere, per comprendere allo scopo di raccontare nella maniera più sincera possibile. Il lavoro svolto finora è ampiamente documentato da materiale video (un estratto ne è qui presentato), fotografie e appunti che stanno lentamente prendendo la forma di un video_racconto affiancato da un quaderno di viaggio.
1_le Radici.
Gli alberi ci insegnano che non esistono altezze da esplorare senza radici solide a cui affidarsi. So per averlo sperimentato che, in certi luoghi, esiste ed è forte il legame con la propria terra (per quanto essa possa essere difficile) e le proprie tradizioni ed è altrettanto forte il desiderio di spingersi oltre, realizzare qualcosa d’altro e di diverso o solamente vivere in maniera più dignitosa. Procurarsi opportunità, il diritto di avere progetti e sogni da realizzare.
Conservare l’orgoglio e la solidità delle proprie radici per ridisegnare le proprie praticabili altezze.
2_le Altezze.
Il lavoro con i trampoli permette la sperimentazione, nel gioco, di un nuovo equilibrio del corpo, un suo diverso assetto e uno spostamento “vertiginoso” dello sguardo che si leva in alto per esplorare da una diversa prospettiva la realtà alla quale si è abituati. Unisce l’aspetto ludico legato alla loro pratica alla disciplina necessaria al loro utilizzo. È possibile divertirsi e, allo stesso tempo, allenare e sviluppare la concentrazione necessaria a conservare l’equilibrio. Non è solo un gioco, per quanto appassionante.
Una disciplina del corpo e della mente.
Se un nuovo equilibrio e una maggiore consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie capacità sono possibili nella sfera individuale, c’è caso che una sensazione, una scoperta tanto piccola possa essere la scintilla di un cambiamento che si propaghi in sfere sempre più lontane dal luogo d’origine guadagnando in dimensioni, forza e capacità di coinvolgimento?
Dall’individuo alla collettività è questione di contagio.
CHI SONO
Enzo Mirone (1973 – data da definire).
Può un uomo impegnare tutta la sua vita in un semplice gioco
capace di assorbirne completamente le energie fisiche, emotive e mentali?
Io il mio gioco l’ho trovato e, per ora, lo sto architettando ben bene.
Ho bisogno di regole, di obiettivi, di strategie.
Poi ci metto lo slancio, l’esperienza, il cuore.
Ma il mio gioco non si gioca da soli.
Presuppone una condivisione di regole, obiettivi e strategie.
Necessita una somma di slanci, esperienze, cuori.
Quando si è sicuri che il gioco è quello giusto si smette di farsi domande, ci si chiude la porta alle spalle e ci si mette in viaggio alla ricerca di altri giocatori…
Io ci credo a questo gioco e provo a giocarci fino in fondo. È il mio piccolo contributo, il mio pegno di riconoscenza. La mia cima da raggiungere, l’altezza da cui desidero sporgermi.
Io gioco a vivere. E lo faccio secondo una mia personalissima visione.
Chiunque voglia condividerla è il benvenuto.
Grazie a tutti!
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