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Com'è nato il movimento vegetariano italiano?Chi erano i primi difensori dei diritti degli animali? Sapevi che già negli anni Trenta si parlava di seitan, tofu e latte di soia? Perché la dittatura fascista vedeva di mal occhio il fiorire di tante associazioni in difesa degli animali? Per quale ragione antifascisti come Aldo Capitini consideravano il vegetarismo uno strumento di opposizione alla dittatura di Mussolini? Che ruolo ebbe il vegetarianesimo nel movimento pacifista italiano?
Questa ricerca vuole rispondere a queste e altre domande ricostruendo la nascita e l'evoluzione del moderno movimento vegetariano, indagando sui suoi tanti protagonisti, le loro idee, le loro vite, il loro impegno. Si trattava di uomini e donne di grande coraggio che, nella prima metà del Novecento, dedicarono il proprio impegno a una causa che, nel migliore dei casi, il resto della società giudicava la fissazione di gente un po' matta.
La mia indagine vuole far luce su questa storia mai raccontata, portando avanti un'opera di riscoperta cultura e sociale che, in questa prima fase, si concentrerà sui primi cinquant'anni del Novecento e che, in futuro, si estenderà anche alla restante metà del secolo XX. L'intento finale è quello di tracciareuna grande storia del movimento vegetariano e animalista italiano.
I primi risultati di questo lavoro puoi leggerli qui e qui
L'alimentazione razionale di Nigro Licò, uno dei primi libri di promozione del vegetarianesimo.
Oltre alla mia curiosità di storico (o meglio, di “cacciatore di storie dimenticate”), ciò che mi spinge a intraprendere questa ricerca è la convinzione che conoscere e raccontare le origini del movimento vegetariano e animalista italiano possa contribuire alla causa dei diritti degli animali e alla costruzione di una “pace integrale”, come la chiamava Edmondo Marcucci, uno dei principali esponenti del pacifismo italiano.
L'impegno profuso ogni giorno da tante persone per difendere gli animali non umani, proteggere l'ambiente e diffondere una cultura di pace credo che possa essere arricchito e rafforzato attraverso un'opera di riscoperta culturale come quella che mi propongo di realizzare. Conoscere, riscoprire e diffondere la storia dei primi movimenti vegetariani e animalisti vuol dire, infatti, contribuire a promuovere la cultura dei diritti degli animali, della pace e della difesa dell'ambiente. Inoltre, vuol dire arrecare a un movimento considerato ancora “giovane” (se non addirittura passeggero, come se fosse una moda del momento), come quello animalista e vegetariano, il sostegno di una storia ricca e articolata, che merita di essere conosciuta da tutti perché parte del patrimonio culturale europeo.
Aldo Capitini (1899-1968), padre del movimento non violento italiano e fondatore dell'Associazione Vegetariana Italiana.
Mi chiamo Eugenio Leucci, sono nato a Lecce nel 1984 ma vivo a Pavia.
Sono Dottore di Ricerca in storia moderna e contemporanea, ma mi occupo di molte altre cose. Innanzitutto, lavoro (purtroppo in maniera molto precaria) nel campo dell'editoria scolastica, conduco laboratori di educazione ai diritti umani e alla cittadinanza attiva utilizzando tecniche di educazione non formale, collaboro con un’associazione di teatro sociale e promuovo eventi e “agitazioni” culturali. Faccio parte del direttivo del Circolo Arci Via d'acqua di Pavia, un'associazione che si occupa, tra le altre cose, di promuovere il rispetto per la natura, per gli animali e l'adozione di una dieta vegana.
Sono scrittore, poeta e “cacciatore di storie dimenticate”. Ho pubblicato un libro su Francesco Mario Pagano (rivoluzionario della Basilicata) e ho co-curato la traduzione italiana di Animal Rights di Henry S. Salt, scrittore e attivista inglese, molto amato da Gandhi e primo pensatore occidentale a parlare esplicitamente di “diritti degli animali”.
Ho da poco pubblicato un thriller satirico dal titolo Il collezionista di corpi(Zerounoundici Edizioni) e sto preparando una raccolta di fiabe per bambini.
Se vuoi conoscere meglio il mio lavoro, visita il blog: www.rapsodieletterarie.wordpress.com
Lo stato della ricerca in Italia è in condizioni disastrose: i fondi pubblici diminuiscono sempre di più, mentre cresce vertiginosamente il numero di ricercatori e dottori di ricerca che “fuggono” all'estero per portare avanti il proprio lavoro. Trovare finanziamenti da parte di università e istituti privati è diventato veramente difficile e lo è ancor di più quando si decide di trattare argomenti che, come questo, sono considerati “fuori dagli schemi”.
Pur non cessando di cercare finanziamenti da parte di istituti di ricerca pubblici e privati, credo che il crowdfunding sia un'arma preziosa per portare avanti una nuova concezione della cultura, che coinvolga realmente l'intera società e che concepisca la conoscenza non come una cosa per pochi (come spesso avviene in ambito accademico), ma come motore di una presa di coscienza collettiva che abbracci e coinvolga ogni singolo cittadino.
L'ingresso della comune vegetariana di Monte Verità (Ascona), modello di riferimento per analoghi esperimenti italiani.
Con 4285 euro potrò:
- pagare viaggi e trasporti necessari per visitare biblioteche e archivi di varie città italiane;
- acquistare libri e riviste eventualmente non rintracciabili nelle biblioteche;
- permettermi di dedicare più ore della mia giornata alla ricerca, non limitandola al solo tempo libero;
- finanziare parzialmente le spese di pubblicazione della ricerca
Scene di vita quotidiana nella comune di Monte Verità
Alcuni ospiti della colonia naturista e vegetariana di Prati Gontè (Bordighera), fondata nel 1911 da Fortunato Peitavino, massimo esponente dell'igienismo alimentare italiano. Della colonia furono ospiti anche la famiglia di Italo Calvino e Libereso Guglielmi (botanico).
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