Una campagna di
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CHI SIAMO
Il progetto nasce da un’idea di Veronica Dini: Veronica è un avvocato che si occupa di tutela del territorio, educazione alla legalità, contrasto alla criminalità organizzata, di valorizzazione del rapporto tra le persone e il territorio.
Grazie al suo lavoro, ha compreso quanto sia difficile per i Comuni, in particolare quelli più piccoli, affrontare in maniera completa ed efficace tutti gli aspetti legati alla gestione dei beni confiscati alla criminalità. A causa di queste difficoltà, spesso, i beni confiscati restano inutilizzati, abbandonati. E i cittadini perdono l’occasione di riappropriarsi di un bene comune di elevato valore simbolico e spesso economico.
Dalla constatazione di questo bisogno, Veronica ha costruito un progetto per offrire un sostegno concreto e diversificato ai Comuni.
Piano piano, il progetto è cresciuto ed è diventato più ambizioso. Intorno a Veronica si è creata una squadra di professionisti che operano in ambiti molto diversi: notai, giuristi, facilitatori, formatori, esperti di progettazione partecipata, comunicatori, insegnanti, educatori…
È nata così anche l’Associazione Culturale e di promozione sociale Circola – Cultura, Diritti, Idee in movimento, che ha sviluppato e promosso, tra l’altro, il progetto Dopo le mafie. Progetto per la valorizzazione e la gestione partecipata dei beni confiscati.
E ci siamo messi in movimento…
Circola oggi è composta da Veronica Dini, avvocato, Carmelo Di Marco, notaio, rappresentante di FederNotai, Agnese Bertello, facilitatrice, rappresentante di Ascolto Attivo, società che si occupa di progettazione partecipata, Annamaria Romagnolo, docente ed esperta di formazione .
Con noi collaborano anche altri professionisti, che daranno un contributo specifico su singole iniziative: architetti, urbanisti, giornalisti, fotografi, videomaker, giuristi, magistrati…
Circola è una rete che si nutre di scambi e sguardi differenti, che si fonda sull’apprendimento reciproco.
IL PROGETTO
Dopo le mafie. Progetto per la valorizzazione e la gestione partecipata dei beni confiscati nasce da una convinzione: il bene sequestrato alle mafie è un bene comune per eccellenza e può essere riconosciuto come tale solo se viene usato e vissuto dalla cittadinanza; occorre che entri davvero a far parte del tessuto sociale, che rappresenti un’occasione di crescita, solidarietà, consolidamento di legami sociali.
Solo allora si potrà dire che quel bene è stato definitivamente liberato dalla mafia.
Per questo, il progetto fornisce una formazione specifica, tecnico-legale, amministrativa e gestionale, agli amministratori dei Comuni che si trovano a dover gestire un bene confiscato alla criminalità, e accompagna l’intera comunità nell’elaborazione di idee condivise sul suo utilizzo, favorendo una presa in carico collettiva del bene che diventa responsabilità di tutti e di ciascuno.
Il progetto coinvolge nel lavoro istituzioni, operatori del settore, cittadini, associazioni, fondazioni, gruppi informali, centri di produzione culturale, centri aggregativi, scuole e biblioteche del territorio, rendendoli protagonisti del progetto.
I COMUNI COINVOLTI
La prima edizione del progetto verrà realizzata a Milano, Pero, Rho, Rozzano, San Donato Milanese.
COSA VOGLIAMO FARE
Con i finanziamenti che raccoglieremo attraverso il crowdfunding finanzieremo alcune attività specifiche del progetto.
In particolare, il crowdfunding sosterrà le iniziative di coinvolgimento territoriale, delle scuole e delle biblioteche, e il percorso di progettazione partecipata nei comuni di San Donato Milanese e Rozzano, dove lavoreremo su tre immobili confiscati alla criminalità.
Abbiamo previsto eventi all’interno delle biblioteche, iniziative specifiche per i ragazzi delle scuole, in un percorso di educazione alla legalità che è soprattutto un’esperienza di cittadinanza attiva.
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