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Un'altra tempesta. I detenuti di Rebibbia, terza casa, mettono in scena l'opera di Shakespeare

Una campagna di
Giancarlo Capozzoli

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Giancarlo Capozzoli

Un'altra tempesta. I detenuti di Rebibbia, terza casa, mettono in scena l'opera di Shakespeare

Un'altra tempesta. I detenuti di Rebibbia, terza casa, mettono in scena l'opera di Shakespeare

Campagna terminata
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  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Arte & cultura

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Il Progetto



Un’altra tempesta

Un’altra tempesta è un laboratorio teatrale e culturale rivolto alle persone detenute nella terza casa di Rebibbia, e ad un gruppo di studenti universitari, che si concluderà con la messa in scena della “Tempesta” di Shakespeare, prevista nella seconda metà di maggio nell’area verde del carcere. La data esatta è ancora da definire assieme assieme alla direzione dell’istituto penitenziario.

La terza casa di Rebibbia

La terza casa di Rebibbia è parte del complesso penitenziario di Roma. Si tratta di un istituto di detenzione a custodia attenuata: le persone godono, all’interno della struttura, di una maggiore libertà di movimento rispetto alla normale detenzione perché vengono considerate dall’amministrazione penitenziaria “a bassa pericolosità sociale”. Si tratta nella maggior parte dei casi di ragazzi tossicodipendenti che scontano la seconda parte della loro pena o che, in qualche caso, sono vicini alla scarcerazione.
Sono detenute attualmente circa quaranta persone.

Il Laboratorio teatrale

Il laboratorio ha coinvolto dieci detenuti e cinque studenti universitari di Tor Vergata. Abbiamo iniziato a settembre con un esame del testo di Shakespeare per comprendere e parlare delle questioni emerse dalla sua lettura.  Per molti dei detenuti, questa è stata la prima occasione di leggere per intero un testo, di capirlo a fondo, di ragionarci ed estrarre da esso la propria visione del mondo.
In seguito, siamo passati agli esercizi scenici volti alla riscoperta del proprio corpo e delle proprie sensibilità; ciascuno di loro si è messo in relazione solo con sé stesso e i propri compagni, e non con le guardie o le altre figure istituzionali carcerarie che scandiscono la loro vita quotidiana.
Grazie al teatro, dunque, ci siamo posti questioni fondamentali, tanto più forti dentro ad un carcere. Che cos’è l’onore, l’amore, la fedeltà, l’amicizia, il tradimento, il corpo, la libertà. Che cos’è il vero: nessun altro come un carcerato vive quotidianamente andando all’essenza della vita e dei rapporti umani. Solo questa ricerca può dare la forza interiore per restare integri e sopravvivere alla violenza della dimensione carceraria.
E sempre grazie al teatro, è emersa la loro straordinaria bravura di attori: il loro corpo ha già sperimentato eccessi ed è stato portato più volte allo stremo. La loro fisicità ha solo bisogno di essere adattata alla dimensione scenica e di essere resa pienamente consapevole della propria potenzialità.

La richiesta di fondi

Tra un mese, per tutti loro ci sarà l’occasione di mettere finalmente in scena se stessi: non più come “criminali” ma come attori da applaudire. Per la messa in scena avremo un pubblico composto non solo da detenuti, ma soprattutto di gente che proviene da “fuori”. Un vero pubblico. Questo accadimento scenico sarà una magia, proprio come quelle che accadono per opera di Prospero, il protagonista del testo di Shakespeare, perché nonostante le difficoltà, le avversità, la miseria del posto, si riuscirà a giungere ad una vera e propria esperienza teatrale. Il pubblico non assisterà semplicemente ad una messa in scena “di detenuti”, ma assisterà ad una messa in scena insolita, con attori insoliti, in un luogo insolito. L’altra tempesta diventerà il racconto del carcere-isola che fa emergere le differenze e abbatte il muro dei pregiudizi.

Dopo questi mesi di lavoro, condotto in maniera volontaria e gratuita, per la messa in scena finale dello spettacolo abbiamo deciso di rivolgerci a questa piattaforma di crowdfunding per raccogliere i fondi necessari.

Soldi finalizzati a garantire ai nostri insoliti attori una messa in scena professionale e appagante e per arrivare ad avere gli strumenti (foto e video) per poter diffondere questo tipo di iniziative anche e soprattutto all’esterno del carcere.

Ampliare, far conoscere questa esperienza affinché possa diventare replicabile in altre date e in altri contesti, coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone recluse per favorire il loro reintegro: questo è lo scopo del nostro progetto.

Qualsiasi sarà la cifra raggiunta, sarà utile per garantire l’allestimento scenico e la promozione dell'evento.

Il nostro obiettivo totale è di 15.000 euro.

Le voci di spesa sono così suddivise:

-regia5.000

-allestimento (costumi e oggetti per lo spettacolo)2.000

-reportage fotografico di Gerald Bruneau e allestimento mostra3.000

-realizzazione e montaggio di un video2.000

-promozione, ufficio stampa, diffusione (manifesti, depliant)2.000

-rimborso spese studenti1.000

Maggiore sarà l’importo ricevuto, maggiori iniziative potremo prendere per la diffusione del progetto: mostra fotografica, proiezione del video, posizionamento sul web; inoltre, potremo proporre nuovi laboratori teatrali all’interno di altre realtà carcerarie.

Ricompense

Oltre alle ricompense previste per questo crowdfunding, a quelli che daranno un contributo manderemo un invito ad assistere alla messa in scena all'interno del carcere di Rebibbia. Continueremo fino ad esaurimento dei posti messi a disposizione dell'amministrazione penitenziaria: cercate di essere tra i primi a donare! Terremo comunque tutti aggiornati sull'andamento degli inviti. 



Biografie

Giancarlo Capozzoli
Nato a Napoli il 6 maggio 1977.
Nel 2009 si laurea in filosofia ​alla Sapienza di Roma con una tesi sul "L'abitare poetico e la questione dell'essere in M. Heidegger".
A partire già dal 2002 collabora alla realizzazione di progetti culturali in ambito sociale e periferico, realizzando spettacoli con detenuti del carcere di Rebibbia e di Regina Coeli, e con i richiedenti asilo politico in collaborazione con il CIR, Consiglio Italiano per i Rifugiati.
E’ iscritto all'ordine dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 2003.
Ha collaborato con il Manifesto, Alias, MicroMega, Huffingtonpost.it su temi relativi all'immigrazione, ai richiedenti asilo, teatro e carcere e filosofia.
Dall’a.a. 2014/2015 è il responsabile del Laboratorio di Drammaturgia antica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”​​, per cui ha realizzato due spettacoli,  “Agamennone” (2015) e “Antigone” (2016). Questo secondo spettacolo è stato presentato il 28 maggio 2016 al Festival del Teatro Classico dei Giovani di Palazzolo Acreide (SR), organizzato dalla Fondazione Istituto Nazionale del Dramma Antico.
Dal settembre 2016 coordina il laboratorio annuale su "Ecuba" di Euripide.
È il responsabile inoltre del teatro integrato ​di detenuti-attori non professionisti della casa circondariale di Rebibbia (reparto g9) e di studenti universitari e di persone private della libertà personale detenute presso l'istituto terza casa di Rebibbia e studenti.
Ha realizzato quattro spettacoli di teatro integrato negli ultimi due anni: "Le menzogne della notte" presso il carcere di Regina Coeli (2014), "Macbeth" presso il reparto g9 (2015), "Othello o della verità" presso il g9 e "La tempesta" presso la terza casa (2016).
Nell'ottobre 2015 ha pubblicato un libro di racconti, articoli  e riflessioni sul carcere: ​"Lì dove c'è il pericolo cresce anche ciò che salva" (Universitalia), che raccoglie pezzi pubblicati sul suo blog di huffingtonpost.it.
E' in uscita, sempre con la casa editrice Universitalia, "Signora libertà signorina fantasia", un libro di racconti e foto realizzate in collaborazione con il fotoreporter francese Gerald Bruneau, su questa esperienza con le persone private della libertà personale, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero di Giustizia, dell'Università degli studi di Tor Vergata e dell'Istitut Francais.

Gerald Bruneau

Francese, nato a Montecarlo, inizia la professione  di fotografo negli anni settanta alla factory di Andy Warhol a New York e realizza ritratti e reportage negli Stati Uniti, alle radici del Blues in Mississippi, sulle Nuove tendenze artistiche in New Mexico. Negli anni Ottanta si trasferisce in Italia dove inizia a lavorare come freelance per riviste prestigiose.

Realizza reportage sociali in Israele, Palestina, Kurdistan, Russia, Albania, Afghanistan, Messico e Chapas, sulla pena di morte in Texas e la tossicodipendenza a New York. Tra i suoi ritratti più noti: Ciampi, Andreotti, Cossiga, Prodi, Grillo, Saviano, Rita Levi di Montalcini, John Nash, Dario Fo, Pavarotti, Zucchero, Morricone, Shumacher, Totti, Mastroianni, De Laurentis, Penelope Cruz.I suoi lavori sono stati pubblicati sulle più importanti riviste italiane e straniere quali Washington Post, Time, Newsweek, Wall Street Journal, Der Spiegel, Das Magazin. Die Welvoche, Die Welt, Die Zeit, Vanity fair, El Pais, Le Figaro, Le Monde.

Si occupa anche di temi sociali, impegnandosi nella campagna itinerante di sensibilizzazione ’’Uniti contro i disturbi alimentari’’, promossa dall’Associazione DonnaDonna Onlus, e nella Campagna donazione organi per Pubblicità progresso.

Ultime esposizioni: "L'Italia vista dal Mondo. La Stampa Estera compie 100 anni" al Museo dell'Ara Pacis di Roma, “Le astronome dell'INAF” al Festival della Scienza di Genova; “Donne allo specchio” alla galleria Borghese, a Roma.

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