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Con WHERE ARE WE NOW? (vol.2) Vittorio Guida prosegue il lavoro di ricerca già iniziato con il primo volume pubblicato da Franco Angeli e la relativa mostra presentata a Napoli nel 2015 nell’ambito del Forum Universale delle Culture ed in seguito in Turchia al 3rd International Izmir Photography Days, al MSC Arts Festival di Oxford e al Siena Art Photo Travel Festival 2016.
A distanza di due anni l'alieno, sgomento spettatore degli affari terrestri, è di nuovo tra noi per offrirci lo stesso disincantato, amaro, divertito sguardo su un mondo alla rovescia, un mondo a cui lui stesso tuttavia decide di prendere parte attraverso delle polaroid e dei surreali selfie.
Con un linguaggio universale, Vittorio Guida sviluppa il racconto del mondo contemporaneo, le sue derive, i suoi fallimenti, la sua umanità varia e contraddittoria e lo fa in maniera chirurgica, impietosa, ponendo la giusta distanza tra sé e l’oggetto della sua ricerca, levando un solo grido: NOT IN MY NAME.
"Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce" Platone
Through WHERE ARE WE NOW? (Vol. 2), Vittorio Guida continues the work he started in Volume 1, published by Franco Angeli and an associated exhibition, initially held at theUniversal Forum of Cultures in 2015, subsequently at the 3rd International Izmir Photography Days, Turkey, MSC Arts Festival, Oxford UK. and at Siena Art Photo Travel Festival, Italy 2016.
Two years on and the alien, a dismayed observer of earthly goings-on, has returned, within our midst, to offer us the same, disenchanted, bitterly amused view of a world in ruins, a world in which he decides, nonetheless, to take part, by means of his polaroids and surreal selfies.
Through his universal language, Vittorio Guida recounts the tale of the contemporary world, its drift, failures, and variegated contradictory humanity, with cold calculation, at just the right distance from his object, letting out a singular cry: NOT IN MY NAME.
"We can easily forgive a child who is afraid of the dark; the real tragedy of life is when men are afraid of the light." Plato
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