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Un progetto, un libro, un Cd musicale, una camminata per le strade di Milano! Un libro che raccoglie sedici storie di alberi e poi, di uomini che sono diventati alberi, sette illustratori hanno regalato immagini alle storie e un musicista ha creato sedici brani che raccontano i suoni, i rumori e le melodie della città. Insieme alla voce narrante e alla musica della chitarra, il Cd fa danzare insieme tutti questi elementi in un'unica canzone.
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copertina del libro: Paola Pappacena
Mi chiedo se la città sia un buon posto per un albero... e noi siamo ancora capaci di camminare lentamente in città? Di viverla come un albero sa fare? Alberi e uomini, foreste e città.
Una foresta come una città, cresce si diffonde spontaneamente senza limiti ne confini. Una foresta come una città è un luogo incantato, misterioso e anche un pò inquietante.
Così, ascolto, Osservo e Incontro la Città. Cammino e guardo il mondo di sotto e poi il mondo di sopra e in mezzo c’è un albero, con tutte le sue storie, i suoi saperi e i suoi segreti e la sua pazienza e poi ci siamo noi. Ogni Albero è una storia da ascoltare, ogni Uomo è un universo da scoprire.
Ci vuole tempo, un tempo lento, diverso, il tempo della natura della relazione, quel tempo che non si sa che ore sono. Una camminata lenta per la città, per creare LEGAMI e RELAZIONI, per tornare ad una narrazione di storie che ripopolino le strade, le piazze, e i quartieri. Fermiamoci ad Ascoltare, Osservare ed Incontrare la Città.
Storie che ho provato a non perdere nel caos della città, tornando a camminare lentamente per le strade di Milano, scoprendo che in città ci sono Foreste.
Una foresta di alberi che raccontano, di uomini che come alberi aspettano e vivono la città con pazienza e si accomodano in quella fessura e crepa urbana e ci costruiscono la propria casa, come un albero che modella l’asfalto con le sue radici. Ho raccolto queste storie come se fossero semi e da questi semi è nato qualcosa di nuovo.
Un libro e un CD musicale sono il risultato di questo lavoro,che invita il lettore a camminare per le strade della propria città lentamente, senza fretta. "Foresta in città" è un invito a restare in città e a scoprire la sua bellezza e aver voglia di meravigliarsi. Un libro e un CD musicale che ci invita a imparare dagli alberi, che si fanno spazio senza invadere quello degli altri, resilienti accolgono quello che c’è e lo trasformano in bellezza. Chi di meglio, se non un albero in città che sa persino modellare il cemento. Accorgersi che in città non siamo soli. Riscopriamo il tempo di vivere la città come un albero sa fare.
Lo sguardo di un maestro degli alberi come quello di Andrea Semplici, scrittore e giornalista, ha arricchito il progetto, dandogli una chiave di letture preziosa e delicata, regalando al libro una prefazione che spiega meravigliosamente il processo vissuto per le strade ma non solo, anche quel processo intimo che vive una persona quando è difronte ad un Albero.
"(...) Io ho un’idea sballata della sua città: non credo che vi siano alberi, in anni lontani vi ho vissuto bene, ne ho un buon ricordo, ma non ho mai fatto caso ai suoi alberi. E poi: gli alberi urbani sono alberi? O sono solo ologrammi creati da abili architetti per non mostrare quanto cemento hanno usato? Oppure sono naufraghi dimenticati che i passanti frettolosi non degnano di un solo sguardo? Marzia mi ha insegnato ad avere nuovi occhi. Avrei voluto avere lei come maestra, una ‘maestra degli alberi’. Marzia, come una guida allegra e scanzonata, mi ha condotto in una città-foresta. E allora ho pensato a una magnolia: non l’avevo mai vista, eppure lei a ogni primavera cercava di farsi notare, gridava, metteva su i suoi abiti migliori, tirava fuori fiori rosa come penne di pavone. Ti diceva: guardami ora, ma poi guardami anche quando questa bellezza non ci sarà più e ci sarà la maturità verde delle foglie. La stagione dei fiori è brevissima. La magnolia era apparsa all’improvviso nello slargo di un marciapiede sotto casa mia, una strada stretta a San Frediano, quartiere di Firenze. Non le avevo prestato molta attenzione fino a quando Marzia non me l’ha indicata (...)"
Nasce così un sogno.
Restituire alla propria città, ciò che si è raccolto: storie, immagini e suoni.
Restituire, proprio come fanno gli alberi, che di notte accumulano e di giorno rilasciano.
Anche noi sogniamo di fare come loro, restituire…seminando le storie raccolte tra il cemento e aspettare, per poter far respirare bellezza, ma sognare da soli non è facile...
NON è FACILE SOGNARE DA SOLI
Colazione insieme: il collettivo artistico al lavoro
“Fate come gli alberi: cambiate le foglie e conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee e custodite i vostri principi.”
Victor Hugo
Sette illustratori e un musicista, mi hanno vista camminare lentamente per la città e piano piano mi hanno seguita, si sono fatti coinvolgere e alla fine siamo diventati tanti: Elena Valdré, Cristina Pareschi, Chiara Drusian, Paola Pappacena, Caterina Stilitano, Monica Serra, Talla Mor Seck, Francesca Canzi e Alberto Carozzi. Tutti pronti a sostenersi, regalando consigli ed immagini, contaminando gli stili e saperi... interi pomeriggi intorno ad una torta di mele. Un gruppo di artisti che tra risate, storie e progetti, paure e perplessità, sogni e desideri, visioni e meraviglia, ha dato vita a questo progetto.
Un libro e un progetto musicale, in cui Alberto Carozzi, ha registrato frammenti di paesaggio sonoro, suoni dell’ambiente raccolti nelle piazze, nelle strade, lungo i canalil della città, alla stazione e nella metropolitana. I suoni, uniti alla voce narrante dei racconti, vengono cuciti insieme alle melodie composte con la chitarra, dando alla narrazione il sapore di una canzone.
Tutti sugli alberi. Sopra gli alberi. A guardare il mondo dà la su, a parlare di alberi. Alberi da leggere, da disegnare, da immaginare. Insieme, vogliamo restituire alla città le sue storie, le sue immagini i suoi monumenti, non ce l’avremmo mai fatta se non fossimo stati tutti insieme, anche noi una FORESTA IN CITTA’.
FoResta in Città "Piccoli Alberi crescono"
Laboratorio "foResta in città", opera prima di uno studente della scuola elementare Trotter, Istituto città del Sole, Milano
“Un albero è una lenta esplosione di un seme”
Bruno Munari
…continuo e cerco compagni di viaggio con cui condividere la città: ciò che ho sentito, ascoltato e vissuto.
Eccoli: bambini e ragazzi. Così Proviamo.
Proviamo ad appoggiare l’orecchio sul tronco di un albero e fare silenzio. Passare la mano sulla corteccia di un tronco ad occhi chiusi. Giocare tra i rami e le foglie di un Salice. Sdraiarsi ai piedi di un grosso tronco e chiudere gli occhi, senza addormentarsi. Alla ricerca di suoni, canti, odori e forme che appartengono alla natura, per poter fare una camminata che ci riporta a memorie ancestrali, quando ancora eravamo piccoli semi.
“Un albero è una lenta esplosione di un seme” diceva il maestro Bruno Munari ...e un uomo che cos'è? Anche noi eravamo semi. Gli adulti sono tornati bambini, i bambini sono tornati semi. Bambini e ragazzi: “arriva la maestra sugli alberi” urlano al mio arrivo. Siamo partiti proprio da un seme, trasformando colori in parole, segni in racconti, suoni in forme, storie in immagini...ed ecco qui, alberi in città.
Poi, a bassa voce, come se non si potesse dire, come se fosse un segreto oppure una pazzia, mi hanno raccontato le loro storie di alberi, la loro storia, quella che hanno sentito, conosciuto, che hanno scoperto o la storia di un albero che desidererebbero incontrare nella loro vita. Bisbigliando, come bisbiglia un albero in città, bambini e ragazzi hanno raccontato e scritto storie di piccoli alberi. Anche loro, una piccola FORESTA IN CITTA’. Come non stare ad ascoltare? Alberi che un giorno diventeranno grandi, forti e robusti. "Disegni dei bambini"
In questa direzione vogliamo continuare ad andare: creare e costruire laboratori, eventi e performance, concerti e incontri, tutto sugli alberi…
Piccoli Alberi al lavoro, Scuola Cesari, Niguarda (Milano)
Condividi con noi questo progetto, ripopoliamo insieme le strade, le piazze della città di alberi e di storie.
Attraversa "FoResta in città" e divulga con noi le storie raccolte e poi, raccontane altre e altre ancora, magari la tua…una, due e poi tre storie di alberi…una Foresta che cresce in città e crescerà finché ci saranno storie da raccontare, alberi da scoprire, da ascoltare e da piantare, finché ci saranno donne, uomini, bambini, scuole e maestre che avranno voglia di meravigliarsi e il desiderio di salire su un albero e di guardare il mondo da là su.
Ci auguriamo che questo possa essere un seme che esploda lentamente in tante Città.Un seme che possa far nascere rigogliose foreste, che ci facciano tornare la voglia di ascoltare cosa gli alberi hanno da dirci e da insegnarci.
Alberi pronti alla partenza: Berlino
https://www.facebook.com/forestaincitta/
e ora...
Uno dei primi prototipi del nostro libro foResta in Città
Incontro la città
Ho conosciuto un albero che viveva in una sottile striscia di terra
chiamata Casa.
Una sottile striscia di terra larga 110 km e lunga cinque volte tanto,
è una terra secca dove non ci sono né fiumi né laghi,
poco verde, pochi fiori, ci sono tanti sassi di tutte le dimensioni, lunghi, corti, rotondi, larghi e stretti.
Ho conosciuto un albero che viveva in una sottile striscia di terra
chiamata Togo.
Un albero alto, forte, robusto e si sa,
che un grande albero ha anche grandi radici, e più in là di dove è nato non può andare.
Per molto tempo non si era mai domandato cosa ci fosse al di là delle sue radici, ma un giorno,
dopo 28 anni, ha dovuto ribellarsi al suo destino di albero.
È dovuto scappare via, lontano dalla sua amata terra, veloce
prima che venisse reciso, tagliato, eliminato.
Scappare per salvarsi.
Così trova rifugio in Italia, a Casa non ci poteva tornare.
Da allora quell’albero rimane un albero a metà.
Quell’albero si divide in due, una parte rinsecchì, lasciò cadere le foglie.
I suoi rami nudi anche d’estate guardano il cielo, secchi in preghiera.
L’altra metà resiste.
ancora foglie, ancora fiori, ancora vita…Vita a metà.
Mai più come un tempo, quel tempo che fu.
Ancora oggi quell’albero si sposta, viaggia, emigra alla ricerca di una terra,
di un paese, di un luogo da chiamare Casa.
Ho conosciuto un albero, un albero a metà alla ricerca di una Casa dove poter tornare.
Illustrazione di Talla Mor Seck: "L'albero a metà"
osservo la città
C'è un albero che è nato con la storia.
All'inizio di tutto c'era anche il Ginkgo.
Ha tante farfalle verdi sui rami, sembrano foglie.
Il Ginkgo ha conosciuto
i dinosauri e ha resistito all'era glaciale.
Noi pensiamo che i dinosauri
passavano il tempo a sbranarsi tra di loro,
in realtà l'era glaciale l'hanno passata a giocare a palle di neve.
E il Ginkgo lo sa.
Lui c'era
e lo racconta sempre.
Poi per il freddo, morirono tutti.
Il Ginkgo resiste e rimane da solo.
Dopo secoli riprese la vita.
Finalmente nuovi animali, nuove piante, nuove creature.
Ecco l'uomo.
Il Ginkgo l'ha visto nascere.
L'albero guardava l'uomo e gli tornavano in mente i dinosauri.
forse perché erano affamati, irrequieti, sempre a litigare, a sbranarsi, a mangiarsi
e anche loro giocavano a palle di neve.
E il Ginkgo lo sa.
Lui c'era
e lo racconta sempre.
Poi una bomba,
ma non una bomba come tutte le altre
la Bomba atomica, sganciata a Hiroshima nel 1945.
Fiori bruciati, case frantumate, alberi spezzati, vite stradiciate.
Tutto morto.
E il Ginkgo lo sa.
Lui c'era
e lo racconta sempre.
il Ginkgo resiste e rimane da solo.
Al mio trentesimo compleanno
mi regalano un albero,
un Ginkgo dentro ad un vaso.
Ma come fa un Ginkgo a stare in un vaso,
non è possibile!
Un Ginkgo è fatto per stare nei boschi, nelle foreste, in mezzo agli altri alberi,
un Ginkgo vuole giocare con gli uccelli, conoscere gli insetti, guardare le nuvole passare e contare le stelle prima di addormentarsi.
Vuole annusare la vita che passa, insomma è il Ginkgo Biloba!
Il tempo passa e l'albero cresce.
Così lo trapianto in un parco vicino al quartiere dove sono cresciuta.
Una di quelle notti arriva una grande tempesta,
i rami si spezzano e i tutori cadono a terra.
Il Ginkgo resiste.
Io lo sistemo, gli porto acqua e nuova terra.
Poi arrivano i bambini con la loro palla,
scambiando il Ginkgo per il palo della porta da calcio.
Così lo spezzano per gioco, le farfalle cadono a terra e rimane solo un manico di scopa.
Il Ginkgo resiste.
Io lo sistemo, gli porto acqua e nuova terra.
Il Ginkgo deluso appassisce fa cadere l'ultima farfalla verde e tace per sempre.
Io lo sistemo e il Ginkgo torna in un Vaso.
Dentro ad un vaso? Ma come fa un Ginkgo a stare in un vaso,
non è possibile!
Un Ginkgo è fatto per stare nei boschi, nelle foreste, in mezzo agli altri alberi,
un Ginkgo vuole giocare con gli uccelli, conoscere gli insetti, guardare le nuvole passare e contare le stelle prima di addormentarsi. Vuole annusare la vita che passa insomma è il Ginkgo Biloba!
Io sono qui che attendo ancora una foglia,
un fiore, un germoglio.
Il Ginkgo lo sa,
lui ricorda ogni cosa, ogni giorno di ogni tempo passato...
ogni momento, dai tempi delle palle di neve.
Illustrazione di Paola Pappacena: "L'albero in un vaso"
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