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Il progetto prevede il recupero di incolti montani, la lavorazione di un orto, la creazione di un piccolo pollaio finalizzato ad un riscontro economico per le persone svantaggiate coinvolte, e l'organizzazione di momenti aggregativi e formativi.
Legambiente Valchiavenna onlus è dal 2015 che mette in campo progetti di agricoltura sociale. Rispetto a quello che è stato svolto fin'ora, la novità è il fatto che si vogliono creare delle piccole attività agricole che generino esse stesse un minimo di entrata economiche a beneficio delle persone svantaggiate coinvolte.
Infatti nei precedenti progetti la finalità era semplicemente quella del coinvolgimento sociale, mentre ora si vuole fare acquisire alle persone disagiate coinvolte un approccio più "imprenditoriale". Con essi si condividerà la progettazione, un bilancio preventivo dei costi e delle entrate, la modalità per cedere i prodotti ottenuti (sia utilizzando i canali di Legambiente che utilizzandone degli altri), in modo che lo spirito di questo progetto non sia solo assistenzialista, ma di accompagnamento ad un piccolissima attività agricola semi autonoma. Legambiente dal 2015 ha coinvolto varie persone svantaggiate, molti dei quali tramite Tirocini Riabilitativi Risocializzanti attivati dai Servizi Sociali della Comunità Montana della Valchiavenna.
Pertanto ci siamo fatti un'esperienza del grado di autonomia che le varie persone con diversi livelli di problemi possono avere, e possiamo affermare che per alcuni di loro è possibile raggiungere l'80% circa di autonomia in alcune pratiche agricole.
Nel concreto si prevede di svolgere con le persone coinvolte:
- Coltivare un nuovo orto nella vigna di Legambiente di circa 30mq;
- Recuperare un terrazzamento all'inzio della sponda di Pianazzola (frazione montana di Chiavenna) di circa 400 mq, e un pianello (che è un terrazzamento più ampio sempre costruito con muri a secco) nella parte alta sempre della sponda di Pianazzola;
- Si coltiveranno zucche e patate ma di preciso si analizzerà con un esperto più avanti;
- Costruire un pollaio con circa dieci galline finalizzato a creare una minifiliera di uova, al fine di capire se questa attività che nel tempo possa esser autonoma. Periodo da febbraio 2019 per un periodo di prova di 8 mesi (infatti i costi per questo sono tarati per 8 mesi);
- Pensare a tre venerdì sera che abbiano il duplice scopo di essere sia formativi, ma anche aggregativi. Infatti si prevede un primo momento della serata con la visione di filmati su come si fa a coltivare alcuni ortaggi e poi un momento di gioco.
L'impatto ambientale sarà il recupero di un terrazzamento in stato di abbandono di circa 400 mq più un pianello di circa 250 mq. Per chi è a conoscenza della problematica dell'abbandono dell'agricoltura di montagna e della conseguente chiusura degli spazi aperti, rischi di dissesto idrogeologico, perdita di habitat e biodiversità nelle Alpi e Appennini, sa quanto sia importante riuscire a recuperare anche piccoli appezzamenti montani.
Questo progetto vuole essere un start-up perchè l'obbiettivo è che per le persone svantaggiate coinvolte dal secondo anno diventino economicamente autonome nello svolgimento delle attività agricole. Dunque il primo anno è essenziale che ci siano i fondi per coprire i costi degli strumenti necessari,di coordinamento,gestione di acquisizione di competenze (che per il secondo anno appunto si dovrebbero o non più sostenere o in minima parte).
- Costi per pollaio (compreso acquisto galline, mangime ecc) 500 EURO
- Costi semi e piante 300 EURO
- Costo motozappa 400 EURO
- Coordinatore progetto (senza il quale il tutto non starebbe in piedi) 400 EURO
- Costi imprevisti 70 EURO
- Costo comunicazione (finalizzato anche a trovare sostegni per ampliare il progetto negli anni futuri) 250 EURO
- Costo educatore esperto agricolo 300 EURO
TOTALE: 2220 EURO
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