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Santo - l'ultima leggenda di Napoli

Enrico Torino

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  • Categoria Arte & cultura
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Enrico Torino

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Il Progetto

Napoli, 1976. Giancarlo e Silvia, giovane coppia a capo di una grossa organizzazione umanitaria, dopo aver festeggiato con amici la nascita del loro primo genito, rimangono soli in casa con il bambino. Una telefonata avvisa loro di abbandonare immediatamente la casa, ma prima che riescano irrompono gli uomini di Don Michele Saraceno, boss tra i più temuti dell’hinterland napoletano, il quale con fare minaccioso ordina di prendere il bambino ed un medaglione. Giancarlo, sacrificandosi, riesce ad intrattenerli abbastanza da concedere alla moglie il tempo di fuggire con il figlio e l’oggetto ricercato. La donna si allontana rapidamente, e grazie anche al passaggio di uno sconosciuto, raggiunge la stazione ferroviaria da cui prende il primo treno in partenza. 
Al mattino, seguendo un gruppo di monaci, scende alla stazione di Assisi ed arriva fin fuori il loro monastero dove viene accolta. Assicuratasi della bontà di quegli uomini, racconta loro la vicenda e chiede di prendersi cura del bambino e del medaglione, che viene riconosciuto come la Croce del Santo custode del segreto dei cavalieri templari, per poi dire addio ed abbandonare l’edificio.
Santo, così chiamato il bambino dai monaci per via del medaglione, compiuti diciotto anni riceve dal Maestro monaco la lettera che la madre gli ha scritto il giorno in cui lo ha abbandonato. Sconvolto, parte così alla volta di un ritiro spirituale tra le montagne tibetane, dove trascorre ventidue anni.
Tornato ad Assisi comunica al Maestro di dover partire alla volta della propria terra natia per scoprire la verità sul suo passato. Giunto alla stazione di Napoli viene accolto da una donna, Ester, la quale lo accompagna al monastero di Santa Chiara, presentandolo agli altri tra cui la madre Superiora, Maria detta anche la “monaca impicciona” e Luca. Quest’ultimo, dopo aver mostrato la stanza a Santo, lo accompagna in giro per il centro della città raccontandogli dettagli storici e facendogli assaporare la cultura e le usanze di quel popolo.
Giunti presso la Basilica di Santa Maria della Sanità, odono degli spari e Santo si precipita ad intervenire, frapponendosi tra una donna ferita alla gamba ed un ragazzo, Ciro, che gli punta la pistola contro. L’aggressore incitato dal compagno, preme inavvertitamente il grilletto, tuttavia la pistola si inceppa e quindi si allontana rapidamente con il complice. Santo scorta all’interno della basilica la donna, che scopre essere Donna Concetta, la moglie del malavitoso Antonio Saraceno al momento imprigionato a Poggioreale. Mentre alcuni monaci si dirigono verso la stazione di Polizia per chiedere loro soccorso, il cui intervento viene però rallentato dalle azioni della faida criminale, alla Basilica fanno ritorno i due malavitosi questa volta non da soli. Santo riesce con il solo disquisire a far desistere Ciro, che intimorito ed insicuro si allontana. L’altro criminale, Linuccio, prova invece dapprima ad attaccare Don Vincenzo, il quale riesce a difendersi, poi ad attaccare Santo sia con arma da fuoco che con arma bianca, fallendo entrambe le volte e venendo messo al tappeto dal monaco senza difficoltà. All’esterno della Basilica arriva anche Tommaso Santaniello, detto Masaniello e braccio destro dei Saraceno, e Giuseppe Napoletano conosciuto come La Belva.
Santo riesce a mettere al tappeto, in pochi secondi, tutti gli uomini sguinzagliati da Masaniello, il quale per mettere fine al massacro spara al monaco in pieno petto, facendolo cascare in una pozza di sangue. Polizia ed ambulanza fanno il loro arrivo non prima che tutti gli scagnozzi si siano dileguati, soccorrendo i feriti ed interrogando i presenti, tra cui si distingue un giovane scugnizzo che prende le parti del monaco con alcuni astanti. Santo viene trasportato all’ospedale dove viene operato con successo nonostante le condizioni restino gravi e cada in uno stato di coma, durante il quale vive un’esperienza extracorporea ed il suo battito cessa per diversi attimi allertando lo staff medico. Il medico giunge nella stanza del monaco che sembra essere sparito, egli è infatti nei corridoi in fuga da Linuccio mandato lì per finire il lavoro. Il criminale si trova nuovamente faccia a faccia con Santo, ma prima che possa sparare manca la luce, permettendo al monaco una fuga fortuita.
All’esterno dell’ospedale, Santo inconsapevole si dirige verso un passaggio segreto che lo conduce nei sotterranei della basilica di Santa Lucia, nuovo rifugio del monaco. Santo è testimone dell’apparizione di una figura esile ed incurvata avvolta in una luce mistica, la quale si presenta come ò Munaciello e gli rivela che, secondo il Supremo, egli è il Prescelto che grazie al potere della Croce del Santo deve riportare l’equilibrio tra il bene ed il male. La mitologica figura prima di sparire gli consegna un abito dalle particolari proprietà fisiche. All’interno dei sotterranei Santo acquisisce la capacità di ascoltare il lamento delle persone in pericolo, riuscendo a salvare una donna da un’aggressione a pochi isolati di distanza.
Il giorno successivo il monaco intraprende un’altra passeggiata in compagnia di Luca per il centro storico, fermandosi spesso a parlare con le persone del popolo per apprendere la loro tradizione. Santo si addentra in un negozio di souvenir per comprare delle medaglie da donare ai bisognosi ed intraprende una rivelatoria conversazione, circa la storia del proprio medaglione, con una ragazza che solo successivamente scopre essere la Saggia Sibilla. Mentre Luca e Santo stanno consumando il pranzo presso una caratteristica trattoria napoletana, Giosuè, lo scugnizzo che in precedenza aveva difeso il monaco fuori la Basilica di Santa Maria, sventa una possibile rapina di un cliente, scatenando l’ira del malfattore e dei suoi compagni che riesce però a mettere in fuga con l’uso delle arti marziali. 
Santo si reca presso la scuola elementare del quartiere Sanità, dove incontra Don Vincenzo e Donna Concetta con il figlio, Salvatore, il quale abbraccia affettuosamente il monaco in segno di riconoscenza per quanto aveva fatto giorni addietro. La donna successivamente si reca al carcere di Poggioreale dove incontra il marito a cui racconta sia dell’insubordinazione di Masaniello sia del coraggio di Santo.
Nella stessa scuola elementare si presenta anche Giosuè, l’ultimo scugnizzo, sotto le vesti del sostituto del maestro di educazione fisica, così da poter intervenire sul futuro stesso di quel quartiere. 
Carmela, la donna delle pulizie di casa Saraceno, rientra nella propria abitazione dove ad aspettarla c’è il marito, che ubriaco, la aggredisce. Il susseguirsi di alcuni eventi paranormali concedono alla donna di divincolarsi dall’aggressore e scappare via, ritrovandosi presso un capannone in cui decide di ripararsi. In questo luogo l’apparizione di una presenza mistica chiamata la Bella Mbriana, non dissimile a quanto era accaduto a Santo, agisce in modo benefico su Carmela riuscendo a risanare le ferite fisiche e ridonare la speranza di un futuro migliore e privo di sofferenze.
Santo e Luca si raccontano il rispettivo passato e scoprono di essere fratellastri. La loro madre, Silvia, necessitava di un primo genito per portare avanti quel potere, ma non riuscendo ad averne uno, aveva adottato Luca, ignara che ciò non valesse. Santo, il cui vero nome è Benedetto, è dunque a tutti gli effetti il vero ed unico erede a quel potere. Luca svela dunque al fratellastro l’eredità che aveva lasciato loro padre, un hangar nei pressi dell’aeroporto pieno di motociclette.
Grazie ai propri poteri che crescono sempre più, Santo riesce ad avvertire che gli uomini di Masaniello stanno per sferrare un attacco ad un commerciante, ed insieme a Luca si dirige verso il luogo del misfatto per sventarlo. Intercettati i due criminali, Luca riesce a convincere Ciro a desistere ed allontanarsi da lì, mentre Santo è costretto nuovamente ad usare le maniere forti per sedare l’aggressività di Linuccio.
Giosuè nel frattempo riesce a far appassionare Salvatore Saraceno al gioco del calcio e ad allontanarlo dalla cattiva compagnia.
Dopo alcuni avvenimenti paranormali accaduti nel carcere di Poggioreale agli uomini di Saraceno, la moglie del boss si confronta con la Saggia Sibilla per capire cosa sta accadendo. A prendere le sembianze della Sibilla è però la Bella Mbriana che, con la complicità di Santo, tenta di convincere Donna Concetta a cessare gli affari malavitosi che stanno danneggiando tutte le brave persone.
La moglie di Saraceno chiede però aiuto a Giulio, cognato e prete in contatto con le alte sfere della Chiesa, per fermare l’azione sovversiva ordita dagli spirti e da Santo.
L’Inquisitore, una delle più alte sfere della Chiesa, informato di quanto sta accadendo, ordina al Sacerdote Indagatore di raccogliere quante più informazioni su Santo per capire contro quale spirito hanno a che fare. L’Indagatore però appreso il vero senso del Monaco di Assisi, decide di partire per una missione umanitaria. L’indagatore invece riunisce i membri del direttorio e grazie alla propria influenza concede la libertà ad Antonio Saraceno, così che possa riprendere il controllo sugli affari malavitosi.
Saraceno convoca Masaniello ed il braccio destro Linuccio. Il primo viene graziato per aver organizzato l’uccisione di Donna Concetta, mentre il secondo viene fatto assassinare come segno d’avvertimento. Successivamente il boss convoca una riunione urgente con tutte le famiglie dell’Alleanza e spiega loro tutta la faccenda su Santo, attirando però la reticenza dei più anziani circa l’esistenza dei fantasmi. Il concilio tutto però cambia idea quando ritrovano Masaniello pestato e mal ridotto da Santo e Giosuè e capiscono che il popolo sta insorgendo e gli effetti stanno avvenendo anche nel mondo della politica.
Antonio Saraceno invita Santo a discutere, e soprattutto dopo aver avuto dimostrazione dei poteri del monaco, ammette che è giusto riportare l’equilibrio e che dunque avrebbe accettato le condizioni imposte.
Tuttavia a Roma i membri del direttorio si riuniscono un’ultima volta per svolgere un rituale col quale Satana si impossessa del corpo di Don Antonio.
Santo ed il boss Saraceno si affrontano così ad armi pari stavolta presso il Castel dell’Ovo. L’impossessato ha quasi la meglio sul monaco spogliato del medaglione e quindi del sacro potere, quando fanno la loro apparizione Giosuè, la Bella Mbriana, la Saggia Sibilla e la Sirena Partenope i quali donano tutto il loro potere a Santo consentendogli di avere la meglio, scacciare il demonio e risanare le ferite del boss.
L’indomani l’Alleanza si reca a Roma per fare fuori tutti i membri del direttorio tranne l’Inquisitore, impegnato in un faccia a faccia con lo stesso Santo.
Il monaco scopre così che la voce che ha guidato per anni il Direttorio, altro non è che sua madre, la quale ha chiesto a Dio i poteri della Bella Mbriana per poter distruggere quell’organizzazione dall’interno.
Durante l’attesissima e importante partita di calcio al San Paolo, che vede protagonista anche il figlio di Saraceno ed altri ragazzi della basilica della Sanità, Santo avverte nuovamente un pericolo imminente e si precipita per scongiurarlo. Poco fuori dalla città ferma così un camion intento a scaricare ed insabbiare rifiuti tossici. Il monaco però non è solo stavolta, ma è accompagnato dal popolo stanco e voglioso di riscattarsi, così tutti insieme cercano di “purificare” quelle terre contaminate, cosi Santo ricorda la storia di Sant’Antonio e chiede alle persone di aiutarlo mettere su una montagna di legna vecchia da accendere, e con un gesto simbolico prende un pugno di terreno, prima lo bacia e poi lo getta nel fuoco come segno di purificazione, e tutti vedendo questa cosa lo seguono a ruota facendo la stessa cosa con il cuore colmo di speranza.

                                      Autore/Regista

                                        Enrico Torino

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