Una campagna di
Andrea AzzettiContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Il tuo contributo servirà a sostenere un progetto ambizioso. Scegli la ricompensa o la somma con cui vuoi sostenerlo e seleziona il metodo di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. Ti ricordiamo che il progettista è il responsabile della campagna e dell'adempimento delle promesse fatte ai sostenitori; sarà sua premura informarti circa come verranno gestiti i fondi raccolti, anche se l'obiettivo non sarà stato completamente raggiunto. Le ricompense promesse sono comunque garantite dall’autore.
Una pellicola gira nel proiettore e accende sullo schermo le imprese di Armando Aste (1926-2017), formidabile rocciatore e uomo di grande umanità, dando vita ad un viaggio tra presente e passato in cui gli autori ricercano le origini della sua forza e della sua incrollabile Fede fino a raggiungere uno sperduto villaggio in Africa.
Il film prende l’avvio nell’archivio della Biblioteca civica di Rovereto, che custodisce l’eredità alpinistica di Armando Aste: corde, piccozze, foto e straordinarie pellicole che raccontano le imprese in Patagonia e sulle Dolomiti. Il viaggio degli autori comincia ai piedi della Guglia di Castel Corno, la parete di roccia sulla quale Armando ha imparato a scalare. È il racconto di un alpinismo avventuroso ma portato avanti tra molti sacrifici condivisi con gli amici e compagni di cordata Franco Solina e Mariano Frizzera, le cui parole compongono il ritratto di un uomo dal carattere spigoloso, brusco, ma di grande generosità.
Nato a Isera e primo di sei figli, Armando ha conosciuto la povertà del dopoguerra e per tutta la vita ha lavorato come operaio nella Manifattura Tabacchi a Rovereto, spalando il carbone e considerando quella fatica il suo vero allenamento. Proprio negli ambienti vuoti della ex fabbrica è evocata, attraverso suggestive proiezioni a colori, la scalata dell'Eiger. Ritroviamo gli autori in un’antica valle immersa nel verde alla scoperta del rudere del mulino in cui Armando è cresciuto con il nonno mugnaio e il fratello Franco Aste. Nelle parole dei due fratelli trapela il rimpianto per quel paradiso perduto, le difficoltà economiche sorte in città, la pena per i lutti, ma anche il sicuro sostegno della Fede in cui sono cresciuti.
Al rifugio Falier, situato ai piedi della Marmolada d'Ombretta, gli autori osservano la linea scura che sale dritta fino alla cima e che Aste aveva battezzato “Via dell'Ideale”; un’impresa a lungo sognata e vissuta come un’ascensione fatta di roccia e bellezza, da contemplare sotto un cielo stellato. Quando sorge il sole tra le montagne giunge la voce del protagonista, quasi una confessione con la quale annuncia, all'apice del successo, l'abbandono dell'alpinismo per dedicarsi al fratello malato di meningite. Armando non scala più ma scrive, pubblica libri, si impegna nel sociale e si offre a conferenze, consigliando i giovani e raccomandando prudenza, rispetto per sé e per la montagna. Giungono onorificenze, attestati, premi alpinistici e letterari, ma sono i ricordi a tenerlo in vita. Si spegne serenamente a Rovereto nel settembre del 2017.
Tornati all’archivio della biblioteca per visionare le ultime pellicole, gli autori scoprono un importante lascito di Aste all'Associazione Spagnolli, che a lui ha intitolato un ospedale in costruzione in Burundi, un paese devastato dalla guerra e afflitto dalla mortalità infantile. Nel villaggio di Buyengero, in mezzo a una folla di bambini festanti, gli autori vedono con i loro occhi quello che è l'insegnamento di Armando. Il messaggio di Fede che ha sempre portato avanti, prende forma compiuta e pone una riflessione sui valori che ispirano l'alpinismo di oggi, i suoi limiti, e la condizione dell'uomo.
Abbiamo contattato Armando Aste durante la lavorazione del film “Oltre il Confine, la storia di Ettore Castiglioni” - il documentario italiano più premiato del 2017 - col proposito di affrontare con lui il delicato tema della concezione spirituale dell’alpinismo. Il rammarico per quel mancato incontro ci ha spinto col tempo ad approfondire ancora di più la conoscenza dell’uomo e dell’alpinista, instaurando così un legame personale che ci ha convinto a diventare protagonisti della ricerca sul campo. Il viaggio-ricerca diventa un film che esula il puro obiettivo biografico, e senza nascondere l’affetto per il protagonista, si offre come un emozionante racconto in cui l’alpinismo diviene strumento di indagine e di storia.
Gli autori
Andrea, Gerassimos e Federico
Commenti (0)