Una campagna di
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Figure è una rivista, un tentativo di prendere parola nel dibattito pubblico, un luogo di scontro, studio e comprensione della mondo. Ciascun numero ha al centro un concetto complesso, che però è affrontato sul terreno del reale. Non è una rivista accademica né di riflessione filosofica, vuole mostrare le conseguenze pratiche dei discorsi che ogni giorno agiscono nel mondo.
Figure è un soggetto collettivo. La redazione ha rifiutato il principio di autorialità, convinta che uno dei problemi principali dell’impegno oggi sia l’individualismo. Non firmiamo gli articoli perché la nostra interpretazione del reale è costruita assieme, in anni di discussione all’interno e con tanti, tanti altri. Ce ne assumiamo la responsabilità.
Figure è un progetto politico. Il tentativo di approfondire alcuni dei nessi che governano il nostro presente ha come scopo il cambiamento del mondo stesso. La conoscenza è uno strumento, non un obiettivo. Siamo convinti che le analisi che approntiamo possano in questo senso servire ad altri, così come servono ogni giorno a noi.
Figure è completamente disponibile online e gratis: la si può scaricare e leggere senza pagare nulla.
Tuttavia, fin dall’inizio abbiamo anche stampato ciascun numero. La riflessione è stata la seguente: la conoscenza deve potere essere diffusa nel modo più semplice possibile, ma un oggetto reale, cartaceo, rappresenta un’occasione di incontro, durante una presentazione o una discussione. Una rivista cartacea diventa allora un terreno di confronto, noi mettiamo giù dei punti e chi partecipa ci fa la tara. Accordo, disaccordo, discussione, rottura, costruzione, conflitto: un oggetto fisico rende più facile tutto questo.
In questi anni abbiamo fatto decine di presentazioni: con otto persone o con sessanta, con gruppi organizzati o con singoli, tutte le volte abbiamo imparato e lasciato qualcosa. Il nostro è un mondo pieno di gente in gamba che lavora per cambiare le cose, dispersa nella sterminata provincia italiana come nelle metropoli, dove meno ce lo si può aspettare; ed è un mondo frammentato. Le presentazioni possono essere e sono state un modo per parlare e discutere e quindi (forse) andare contro questa frammentazione, nel nostro piccolo ricomporre.
A livello economico ce la siamo gestita senza grossi problemi, senza velleità di guadagnare e con il sogno segreto di uscirne in pari. Dalla vendita dei numeri (quasi a prezzo di stampa) abbiamo tirato su più o meno le metà dei costi. Il resto l’abbiamo sempre messo di tasca nostra, autotassandoci dai 100 ai 200 euro all’anno a testa. Avevamo programmato una bella serie di presentazioni (luogo privilegiato della nostra vendita) per la scorsa primavera, poi estate: non serve spiegare che fine hanno fatto.
Nel frattempo però abbiamo continuato a lavorare, e il nuovo numero è impaginato e pronto per la stampa. Figure della solidarietà parla molto di noi, e del volontariato e di cosa significhi usare il proprio tempo fuori dalle logiche del profitto; ma anche, dialetticamente, di come il profitto penetri nel mondo della solidarietà. E che cosa questo voglia dire. E come ce ne parli la letteratura. Abbiamo parlato con tanta gente, con presidenti di cooperative e con associazioni, col CSV e con Assifero.
Tutto è pronto, ma ci mancano i soldi per stampare il numero: con l’autotassazione quest’anno non riusciamo a coprire tutti i costi di stampa. Chiediamo un aiuto per poter riprendere il lavoro interrotto.
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