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Il Teatro Bandito nasce nel 2019 dall’utopia di Francesca Zoccarato e il pragmatismo di Dadde Visconti nel sentire necessario il desiderio di realizzare un luogo di teatro dove l’incontro fosse il nucleo principale dell’atto artistico. Insieme a Matteo Curatella e a uno staff di artisti che aderiscono a un’idea di meraviglia condivisa con il pubblico (Compagnia Omphaloz, Le Strologhe, Irene Vecchia), inizia un’avventura e la costruzione di un’arena viaggiante il cui tetto è il cielo di stelle, le stelle dei sogni che si realizzano solo se condivisi.
Il Teatro Bandito è un’idea indipendente, autofinanziata, un Teatro Libero e Vitale, un luogo che si nutre dell’Umanità per esistere.
Siamo un gruppo di artisti eterogeneo: cantastorie, marionettisti, clown, acrobati, attori, musicisti e cantanti il cui denominatore comune è l'idea di un teatro popolare che crede nell'incontro. Il Teatro Bandito è un'arena che ospita 100 persone, un'esperienza che non si limita al solo spettacolo.
Il pubblico, infatti, viene accolto dall' Oracolo che legge le carte, dai clown che intrattengono, dalla musica dal vivo, allestimenti artistici abbelliscono l'entrata il tutto sotto lo sguardo vigile della Direttora.
Dopo lo spettacolo il pubblico è invitato a fermarsi per condividere un bicchiere di vino, biscotti e chiacchere.
LA TRISTE HISTORìA DEL FURGONE DEL TEATRO BANDITO
Lo scorso anno avevamo appena iniziato piantando piccoli semi che stavamo sbocciando, ma una pandemia mondiale si è abbattuta fermando tutto. Uno spiraglio a luglio e noi, pronti, siamo ripartiti... bhè, non proprio tutti: il nostro vegliardo furgone, di nome “Scaracchio” ci ha abbandonato, così, se n’è andato senza preavviso. Con la morte nel cuore non ci siamo scoraggiati e abbiamo riparato sul piccolo, ma capiente furgone della Direttora. Non si sa di preciso cosa sia successo: un risentimento per essere stato la seconda scelta, questa la diagnosi più accreditata, ma Mario (questo il nome del furgone) ha deciso per togliersi la vita distruggendo tutti gli iniettori che aveva a disposizione.
Siamo riusciti a ripartire con una piazza prendendo un furgone a noleggio, ma i costi non sono sostenibili per le nostre tasche. Così, per consolarci durante la seconda ondata di pandemia, abbiamo pensato di allestire un nuovo spettacolo, perché siamo dei sognatori e dei folli veri.
Noi vogliamo ripartire (dobbiamo ripartire) e per farlo è necessario un nuovo furgone. Con gli ultimi risparmi lo abbiamo comprato e stiamo finendo di pagarlo, ma abbiamo terminato i soldi e così abbiamo pensato di chiedere aiuto al nostro unico datore di lavoro: il pubblico che da sempre ci sostiene.
Senza il pubblico non ci può essere il teatro e noi vogliamo portare il nostro teatro a tutto il pubblico.
Questa storia è appena cominciata e, grazie a voi, siamo certi avrò un lieto fine.
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