Una campagna di
Tiziano TononiContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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Schierarsi di fronte all’ingiustizia non è un diritto, è un dovere.
E ci sono molti modi per prendere posizione, il mio in questo caso è attraverso la musica.
Voglio realizzare un doppio album per dare voce a una delle minoranze più dimenticate della storia moderna, quella dei Nativi Americani, che rappresenti allo stesso tempo la mia idea di solidarietà e di inclusione, in questo particolare momento storico così ricco di conflitti e allo stesso tempo di opportunità.
La musica è il linguaggio che mi appartiene e che, oltre a veicolare un messaggio sociale e politico, spero possa toccare nell'ascoltatore corde più intime e profonde.
Perché la musica è il linguaggio dell’anima.
E l’anima del Popoli Nativi è al centro della storia di cui mi voglio occupare, e che voglio raccontare attraverso il gioco caleidoscopico dei suoni...
Paha Sapa è il nome Lakota delle Black Hills, le Colline Nere, una piccola, isolata catena montuosa degli Stati Uniti, che sorge nel Sud Dakota e si estende nel Wyoming. Nella lingua nativa significa “il cuore di tutto ciò che esiste".
Per centinai di anni i Lakota, e prima di loro i Cheyenne e gli Omaha, avevano custodito Paha Sapa come luogo sacro, tenendo viva una connessione spirituale con la terra che sembrava indissolubile. Almeno fino alla prima Grande Depressione negli Stati Uniti del 1870/71, cui seguì un esodo massiccio di immigrati europei verso l'Ovest, così ammantato di grandi aspettative per tutti coloro che speravano in un riscatto sociale e in un posto in cui vivere liberi da vincoli economici. Le Black Hills erano state date ai Lakota, così come molte altre estensioni di terre, con il trattato di Fort Laramie del 1868, ma la congiuntura economica e la successiva scoperta dell'oro in quelle terre diedero origine a una vera e propria invasione, ai primi scontri e infine all' epilogo tragico che avrebbe coinvolto gli Indiani delle grandi pianure.
Da allora gli abitanti delle Black Hills, come tanti altri Popoli Nativi in tutto il mondo, si sono visti sottrarre, insieme all’unica fonte di sostentamento -i bisonti, massacrati a milioni - anche la dignità di esseri umani e un’esistenza degna di questo nome.
Ma non per questo si sono arresi. E io, insieme a loro, non intendo farlo.
L’idea è quella di realizzare un doppio album dal titolo My Brother, the Wind, stampato su cd e - in edizione limitata - su vinile, che rappresenti in musica un mondo vivo, attivo e presente, che si batte ogni giorno perchè gli vengano riconosciuti diritti, dignità e la possibilità di una vita vissuta secondo le proprie consuetudini e priorità.
Un modo di fare pace con il passato per agire nel presente. Di chiudere un cerchio che nella loro cultura rappresenta la vita stessa, nelle sue diverse manifestazioni e nel suo scorrere infinito.
Parte del ricavato della vendita dell’album, in una percentuale del 15%, andrà all’Associazione MMIW (Missing and Murdered Indigenous Women), che si batte per contrastare la piaga sociale della "sparizione" delle donne Native nei territori delle riserve in Canada e negli Stati Uniti (circa 4.000 negli ultimi dieci anni...). Sparizioni cui non fanno seguito particolari ricerche da parte degli organi preposti, l'FBI in primo luogo, e che generalmente si concludono con un nulla di fatto dal punto di vista delle indagini, ma quasi sempre con il ritrovamento dei cadaveri, di solito stuprati, delle donne scomparse.
La cifra che intendo raccogliere è di 5milaeuro, che verranno spesi per:
Grazie a una libera donazione oppure scegliendo una delle ricompense offerte, mi aiuterai a realizzare un’opera musicale unica, che, al di là degli aspetti sociali e politici, ha un valore intrinseco che prescinde da ciò che intende raccontare.
Le ricompense sono state pensate con l’intento di coinvolgere il più possibile i futuri ascoltatori, e farli sentire parte di un progetto che vorrei costruire insieme in tutte le sue fasi: dalla registrazione fino alla presentazione e al lancio del doppio album.
Il lavoro sarà composto dabrani originali, composti e arrangiati da me, accanto a pezzi di autori diversi, che hanno in comune sia l' essersi spesi, anche attraverso i titoli e i testi dei loro brani, per la causa degli Indiani Americani, sia di essere stati tutti parte della mia formazione musicale...sto parlando di Woody Guthrie, Bob Dylan, Alan Stivell, Don Cherry, Jimi Hendrix, Sinéad O’Connor, Joni Mitchell, Charles Mingus, Neil Young e John Trudell.
L’idea è quella di costruire unmosaico variegato e colorato, che metta insieme anime musicali apparentemente diverse, per farle dialogare all’interno di un unico discorso. Ennesima dimostrazione di quanto la musica sia una, grande, sfaccettata e inclusiva.
I musicisti che ho riunito per il progetto sono in parte vecchi compagni di viaggio e in parte artisti con cui tessere nuovi legami, guidati da un obiettivo comune.
Spero anche di poter avere qualche "sorpresa" come Steve Piccolo, grande personalità in campo musicale e non solo, come voce recitante/improvvisante, Jon Irabagon, grande sax tenore con cui ho avuto il piacere di collaborare recentemente, o Raoul Bjorkenheim e Jori Huhtala, chitarrista e contrabbassista finlandesi, con cui ho iniziato una collaborazione molto proficua.
Sono un batterista, percussionista a tutto tondo con studi classici alle spalle, compositore e arrangiatore con oltre 40anni di carriera, suonerò - oltre alla batteria - molti e diversi altri strumenti, per contribuire all’affresco corale che con questo doppio album intendo realizzare.
Negli anni ’40 Woody Guthrie girava per gli Stati Uniti con una scritta sulla sua chitarra: This machine kills fascists. Era una dichiarazione d’intenti in un momento buio della storia dell’umanità, e credo che, allora come oggi, siamo di fronte al dovere di schierarci, anche per dare un messaggio, coerente e soprattutto posivo, a quelle che chiamiamo Next Generations.
Battersi per i diritti, per una qualità della vita che non possa prescindere dalla dignità di esseri umani, dall'equità sociale, dai diritti delle donne e dalle molteplicità di generi, senza dimenticare una battaglia ambientale che non può assolutamente essere rimandata, è compito di tutti noi. Almeno di quanti credono nel valore irrinunciabile della vita su questo "nostro" pianeta, tutto e tutti inclusi...i Nativi si battono da sempre perchè questo venga loro riconosciuto, è compito di tutti noi sostenerli attivamente in questa lotta. Forse questo può diventare un modo di riscoprire l'autenticità di un modo diverso di vivere, e di riconsiderare alcune priorità...Loro si sono sempre considerati "custodi" della Terra, non hanno mai pensato di poterla possedere...caso mai se ne sono sempre presi cura, attingendo con enorme rispetto alle sue ricchezze, e prendendo sempre e solo il necessario. Forse anche questa è una grande lezione che possiamo cominciare a imparare... io sono pronto!
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.
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