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Siamo Benedetta, Beniamino, Anna, Mario, Lucrezia: la compagnia teatrale La Dual Band. Gestiamo un teatro underground (nel senso proprio dentro alla fermata di un metrò!) che si chiama Il Cielo sotto Milano.
È stata lunga. Per tutti. La storia la sapete, perché è la nostra, ma è anche la vostra: chiusi, aperti, richiusi, capienza sì capienza no. È stata dura, ma è finita bene, anzi benissimo: ora potremo lavorare al cento per cento della capienza, e questo ci riempie di ottimismo.
In occasione della prima riapertura, in primavera del 2020 (che ormai sembra un secolo fa: non so se notate anche voi che questi lockdown hanno giocato scherzi al senso del tempo) noi della Dual Band ci eravamo rivolti a Produzioni dal Basso per un crowdfunding per la ristrutturazione della nostra platea secondo le nuove norme. Grazie a voi raccogliemmo quasi il doppio del previsto.
La nostra nuova sala
Fu un’esperienza straordinaria, non solo per il concreto risultato ottenuto, ma per la sensazione meravigliosa di appartenere a una comunità che aveva bisogno di noi.
Ed è a questa comunità, a voi, che ci rivolgiamo ora perché vorremmo rendervi protagonisti con noi di un nuovo grande sogno.
Di più, di un nuovo, esplosivo amore, di cui, come tutti gli innamorati, vogliamo parlare a tutti: Dante.
Se si dice “Dante” subito salta all’occhio della mente quel ritratto di profilo col cappuccio rosso e le bende bianche, nasuto e accigliato. Ecco, lasciamolo da parte quel Dante lì, e sentite qui:
È in crisi profonda, talmente profonda che pensa di morire. Il Canto Primo dell’Inferno è una descrizione di una vera e propria depressione clinica.
Ha tanta paura e non sa a chi rivolgersi.
È deluso dalla politica attiva; soffre perché è circondato da fazioni politiche che fanno i propri interessi usando menzogne e calunnie.
Vede l’Italia e l’Europa smembrata e in lotta con se stessa.
Ha perso i suoi beni e la sua cittadinanza, e non può rientrare nella sua città.
È un precario: è economicamente alla mercé del capriccio di questo o quel signore o principe.
È solo; la donna che amava è morta.
Trova un amico con il quale parte per un viaggio alla ricerca di un senso.
In seguito a questo viaggio, che è interiore, certo, ma anche fisico, e a tratti molto pericoloso, trova quello che cercava, e si mette lì a scriverlo per noi.
A costo di sembrare un po’ infantili, diciamo qui che c’è da volergli bene.
Ebbene, abbiamo voluto immaginare un nuovo spettacolo ispirato alla Divina Commedia: vianDante. Lo abbiamo fatto insieme con gli amici di SONG – Sistema in Lombardia, l’associazione che “porta la musica dove non c’è” facendo suonare e cantare insieme tantissimi giovani e giovanissimi della nostra città.
E dunque partiamo per questo viaggio, noi e voi, con lui. Partiremo tutti insieme dal viale Molise, la strada sopra al nostro teatro, che sarà la nostra “diritta via” smarrita: scenderemo, poi, nell’infera, sferragliante stazione di Porta Vittoria, seguiremo Dante e Virgilio per i corridoi, dove ci verranno incontro i primi personaggi: Paolo e Francesca, Ciacco, Filippo Argenti. Scassineremo, poi, la porta del teatro – la città di Dite – dove saremo accolti, e avvolti, da apparizioni create con il teatro d’ombre, e una sgangherata orchestrina di jazz infernale ci immergerà nella pece ribollente del cabaret co(s)mico di Malebolge. Arriveremo fino al pavimento ghiacciato dell’Inferno, visiteremo le ali sdrucite e sbatacchianti di Lucifero prima di compiere l’ultimo sprofondo, che si trasformerà in salita “a riveder le stelle”.
Come vi potete immaginare, si tratta di un progetto collettivo ed eclettico, che vede all’opera una decina di attori/attrici/cantanti/musicisti, tutte categorie molto provate da questa pandemia, e il coro di voci bianche di SONG.
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