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Vogliamo coinvolgerti in un'iniziativa editoriale piccola ma significativa: pubblicare per la prima volta in italiano "Il significato della Seconda guerra mondiale" di Ernest Mandel. Traduzione e lavoro editoriale sono terminati. Stiamo per andare in stampa. Vuoi sostenerci?
LE RAGIONI DELLA PUBBLICAZIONE Abbiamo deciso di pubblicare questo saggio, scritto da Mandel a metà degli anni '80, perché ci pare che tra allora e oggi ci siano alcune significative analogie. Allora il mondo si apprestava a uscire dalla Guerra Fredda. Oggi ci apprestiamo, forse, a uscire da un periodo segnato dalle illusioni di crescita economica lineare, benessere diffuso e pace perpetua con cui il capitalismo mondiale salutò la fine dell'URSS, per entrare in un nuovo periodo di conflitto non dispiegato, questa volta tra Stati Uniti e Cina (e rispettivi accoliti). Come ha scritto nell'Introduzione al volume Pietro Acquilino "Porre il problema della guerra oggi non è un mero esercizio storiografico. La caduta del muro di Berlino che nel 1989 ha concluso il “secolo breve” (Eric J. Hobsbawm), mettendo così fine alla “guerra fredda”, non ha inaugurato un’era di pace sotto l’egida dell’impero statunitense. Anzi, il dissolvimento del blocco sovietico, il lento ma inarrestabile declino degli USA (di cui le recenti vicende afghane sono un riflesso emblematico) e, soprattutto, la spettacolare ascesa dei giganti asiatici, con in testa l’imperialismo cinese, hanno aperto un secolo che non sappiamo se sarà anch’esso breve, ma possiamo già dire che sarà agitato".
IL METODO SCIENTIFICO DI MANDEL Oltre alle ragioni di merito ci sono ragioni di metodo. Questo saggio può essere considerato un manuale che mostra come i grandi eventi della storia non siano mai, come spesso oggi ci viene raccontato, effetto delle scelte dei protagonisti. Al contrario sono i protagonisti che in qualche misura vengono selezionati dalle circostanze storiche. La Seconda guerra mondiale non fu il frutto della pazzia di Hitler. Piuttosto Hitler fu colui che, come spiega Mandel anche nel video qui sopra, la grande industria e la finanza tedesca - e fino a un certo punto anche il capitalismo internazionale - scelsero come migliore strumento per difendere i propri interessi in quella congiuntura.
IL CONTENUTO DEL LIBRO Nella prima parte di questo testo del 1986, pubblicato per la prima volta in lingua italiana, l’Autore analizza il contesto storico in cui si svilupperà il secondo conflitto mondiale, una sorta di “scomposizione in fattori primi”, in cui accanto ai fattori sociali e ideologici vengono illustrati anche quelli economici e militari che più avrebbero influenzato il corso della guerra. Nella seconda passa in rassegna gli eventi utilizzando il quadro delineato in precedenza per ricondurli alle cause oggettive o, quantomeno, fare luce sulle condizioni che li hanno resi possibili. Nell’ultima parte del saggio Mandel si sofferma sull’eredità che la guerra e la catastrofe nucleare ci hanno lasciato, aprendo la strada a quasi cinquant’anni di Guerra fredda. Poiché nel saggio viene dato relativamente poco spazio al tema della Shoah ci è sembrato utile integrarlo pubblicando in appendice il testo Premesse materiali, sociali e ideologiche dl genocidio nazista, contributo dello stesso Mandel a un incontro del 1988 sull’argomento.
CHI ERA ERNEST MANDEL (1923-1995), belga nato in Germania, militante politico marxista, trotskista e oppositore dello stalinismo sin dall’adolescenza, scampato alla morte in campo di concentramento, dove era stato internato dai nazisti in quanto ebreo e comunista, è stato anche un acuto studioso, il cui contributo spazia dalle opere storiche, come questa sul secondo conflitto mondiale, all’analisi del ciclo economico, fino a una nota Storia sociale del romanzo poliziesco, il che ne fa uno degli intellettuali marxisti più poliedrici del Novecento.
Ernest Mandel, Il significato della Seconda guerra mondiale, Roma, PuntoCritico, 2021 (uscita: dicembre), 316 pp., in 16°, prima edizione italiana, 15 euro (ISBN: 979-12-200-9948-6). Introduzione di Pietro Acquilino. Traduzione di Antongiulio Mannoni. In appendice Premesse materiali, sociali e ideologiche del genocidio nazista (1988), di E. Mandel.
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