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"CARETTA ICARETTA" è un libro illustrato dedicato alle tartarughe marine "Caretta caretta", e al loro notturno "involo" nel mar mediterraneo, messo sempre più a rischio dalle attività antropiche, ma tenacemente difeso da gruppi di indomiti attivisti.
Agosto 2023. Stiamo vivendo una stagione indimenticabile per la nidificazione della "Caretta Caretta". Dal 23 maggio, data della prima nidificazione in Sicilia, a Pachino, in occasione del World Turtle Day, sono rimbalzate senza sosta, da un capo all'altro dell'Italia, notizie di avvistamenti e rinvenimenti: dal "Miracolo a Milano" (Marittima), ovvero la prima deposizione in Emilia Romagna (POST), oltre che la più settentrionale mai registrata nell'adriatico, alla prima deposizione nel Golfo di Napoli, sulla sabbia nera di Torre del Greco (POST), dall'emozione di una emersione di mamma Caretta in pieno giorno, di fronte a un nutrito gruppo di bagnanti, per scavare la sua buca nella spiaggia di Pescoluse, in Salento (VIDEO) al nido di Vada, in Toscana, scoperto all'imbrunire da Alessio, un bambino di 8 anni (ARTICOLO); una ridda di emozioni, che andranno a intensificarsi con il ritmo crescente delle schiuse, cominciate con la spiaggia di Morghella a Pachino, sempre in Sicilia, il 23 luglio. Sono già migliaia le tartarughine che hanno guadagnato il mare. Un vero Baby Boom!
Al solleone di questi giorni, il tesoro di vita, custodito dalla sabbia bollente, freme e trabocca in superficie. E' difficile tradurre in parole il senso di pienezza e di stordimento al susseguirsi di tante liete notizie. E' la stagione che ha definitivamente consacrato la tendenza allo spostamento verso nord dell'areale di nidificazione, in luoghi inusitati, che può considerarsi sia un segnale preoccupante del cambiamento climatico e del riscaldamento delle acque, sia una colonizzazione di nuovi territori da parte delle tartarughe marine. I numeri sono magicamente lievitati, e tutte le regioni hanno ritoccato a salire l'asticella del proprio record, in particolare Lazio e Toscana, per quanto detto sopra, con un vero exploit nell'Isola d'Elba (7 nidificazioni).
Se nel 2021, che pure era stata considerata un'annata record le deposizioni accertate erano risultate 205, quest'anno i numeri sono saliti fino alla strabiliante cifra di 360, secondo l'ultimo aggiornamento del 14 agosto dal Sito di Tartapedia che grazie alla collaborazione attiva con le varie realtà territoriali, ogni anno ripropone il conteggio settimanale dei nidi di tartarughe marine sulle spiagge italiane. E tutto è cominciato il 17 maggio a Brancaleone, in Calabria, con il ritorno di Zeffiria, la tartaruga "diversamente abile" che, nonostante una pinna tranciata da un filo per la pesca, ha siglato la prima emersione del 2023 (ARTICOLO). Di lei di ho parlato in un reportage grafico sulla Caretta realizzato per il numero di luglio/agosto della rivista Terra Nuova, che può valere come anticipazione del libro sul quale sto lavorando, e al quale le emozioni di questa estate offriranno tanto materiale narrativo di arricchimento.
Se l'estate scorsa la ricorderemo per il Jova Beach Party - lo sciagurato tour che ha spianato e sterilizzato (quasi) ogni spiaggia che si sia trovata sul suo cammino - quest'anno Madre Natura ha battuto un forte colpo -con un grande Uova Beach Party!- a ricordare che le spiagge sono prima di tutto ambienti naturali, luogo di vita e riproduzione per tante specie viventi che ne reclamano il diritto di cittadinanza, e che questi sono i limiti che ci sono imposti, se ne vogliamo davvero rispettarne gli abitanti, non solo a parole. E i limiti che ci impone la Natura sono senza limiti, anche nel caso della Caretta Caretta. Visto che continuamente vengono rinvenuti nidi in siti assolutamente inattesi, come avvenuto quest’anno a Milano Marittina, bisognerebbe riconoscere che non vi sono limiti territoriali che ci possano porre al riparo dal farne inavvertitamente una frittata, e che quindi su tutte le spiagge italiane dovrebbe essere vietato il passaggio di mezzi pesanti, dichiarandole aree predisposte per accogliere il miracolo della vita. Se questo appare di difficile realizzazione, sarebbe una misura di minima attenzione farlo almeno nei luoghi dove la tartaruga ha nidificato negli ultimi anni. Che crescono di numero e latitudine.
La spiaggia è un ecotono, ovvero un ambiente di transizione tra due ecosistemi. Anzi, l'ecotono per eccellenza perché non vi è transizione più forte e poeticamente significativa di quella che intercorre tra il mare e la terraferma. Tra il luogo che ha dato origine alla vita, e quello che ne ha accolto la progressiva colonizzazione. Gli ecotoni possiedono un'elevata biodiversità e ricchezza, poiché contengono specie proprie delle comunità confinanti e specie esclusive dell'area ecotonale stessa. Una ricchezza di cui sono di certo ignari tutti coloro che, tra settembre e ottobre, al termine della stagione balneare, battono ostinatamente le spiagge con il loro metal detector, alla ricerca di pochi spiccioli. Non sanno – né tantomeno il loro finissimo detector riesce ad avvisarli- che sotto la sabbia ci possono essere ben altri tesori nascosti. Come un nido di "Caretta caretta".
La spiaggia è luogo di approdi, partenze e ritorni. Di un intenso e incessante scambio fra terra e mare, nel quale la storia della Caretta che ha fatto ritorno al mare, dopo aver conquistato la terra, come tutti i rettili, occupa un posto di primo piano. Condivide questo affascinante percorso evolutivo con delfini e balene, che per noi sono fratelli mammiferi. Ma se i cetacei hanno lasciato la terraferma per non farvi mai più ritorno, le tartarughe vi hanno mantenuto un legame, che le porta a ripercorrere la storia della propria evoluzione al volgere di ogni stagione di nidificazione.
Così come noi la ripercorriamo inversamente nei nove mesi che trascorriamo nell'oceano amniotico del grembo materno. Le uova delle tartarughe marine, continuano ad essere depositate nella sabbia dei nostri litorali, e lì custodite fino al magico momento della schiusa.
Per viverlo ancora, a fine estate sono tornato nel profondo sud, oltre lo stretto di Scilla e Cariddi, laddove la penisola finisce e rimane solo l'immensità del mediterraneo, a colmare il senso di questo ritorno alle nostre origini.
Sono tornato in una vecchia stazione abbandonata, sotto il faro di Capo Spartivento, nel quartier generale di Caretta Calabria Conservation, per riprendermi da tutte le immagini di devastazione autorizzata delle nostre spiagge, che l'estate ci ha consegnato.
La maniera migliore per dire "No" al Jova Beach Party non consiste forse nel dire "Sì" alla natura? E quale manifestazione della natura potrebbe essere più terapeutica della schiusa di un nido di tartarughe?
La Costa dei Gelsomini è una delle principali aree riproduttive per la Caretta a livello nazionale, l'unica "costa delle tartarughe" italiana. Se prendiamo la media di nidi per chilometro, non ha eguali in tutta Italia, e Caretta Calabria Conservation è arrivata a tutelare quest'anno 82 nidi, nel raggio di solo 80 chilometri tra Capo dell'Armi e Marina di Gioiosa Ionica!
Con CCC, vi sono tante altre realtà, a livello locale o nazionale che si spendono per la salvaguardia dei nidi di Caretta caretta e meritano menzione, come la Stazione Zoologica Anton Dohrn, Tartamare, Tartalazio, TAO, Domizia, CRTM - Museo di Calimera, Cestha, CSC, Fondazione Cetacea e poi Sea Shepherd, MareVivo, ENPA, Legambiente, WWF e sicuramente tante altre che ora mi sfuggono.
Se non vi fossero degli attivisti che battono le spiagge giorno dopo giorno, bisognerebbe contare sulla sorte, sul fortuito passaggio di qualcuno in grado di leggere la traccia lasciata dalla madre sulla sabbia, e prima che il vento la faccia scomparire. Altrimenti non si vede assolutamente nulla, il mistero viene conservato dalla sabbia, silente, per 45-50 giorni, finché all'improvviso vi emerge la vita, e quanta! Un nido può contare fino a 150 uova.
Le cronache estive sono costellate di emozionanti e improvvisi “incontri ravvicinati del terzo tipo”, durante i quali la sabbia dischiude inaspettatamente il suo tesoro di vita.
Quest'anno è successo ad esempio a Ischia, nel perimetro dell'Area Marina Protetta "Regno di Nettuno" dove il 31 luglio 60 tartarughine sono emerse improvvisamente, oppure in Abruzzo dove non si registrava una nidificazione dal 2013. Cinque tartarughine in procinto di raggiungere l'acqua sono state intercettate da un passante alle 7 di mattina, anche lì in un'Area Marina Protetta: Torre del Cerrano.
Laddove il nido non venga individuato prontamente, il lieto fine non è però assicurato. Basta il passaggio di un trattore o una ruspa per compromettere il nido, come ho già scritto. Basta che al momento della schiusa, nottetempo, vi sia un faro o un lampione nelle vicinanze a indirizzare le tartarughe appena emerse verso la strada invece che verso il mare. Come è avvenuto a Specchiarica, vicino Taranto, nel 2018.
Ma tanti altri sono i pericoli, a terra come in mare. Centinaia di tartarughe vengono salvate nei Centri di Recupero in tutta Italia (nel corso del mio viaggio ho potuto visitare finora il Centro di Recupero di Molfetta, in Puglia, e di Brancaleone, in Calabria, oltre alla Sea Turtle Clinic di Bari) vittime soprattutto della pesca. Altrettante, se non di più, non ce la fanno, e senza più vita le troviamo spiaggiate lungo le nostre coste.
A lungo termine, l'erosione delle spiagge è forse la più grande minaccia per la sopravvivenza delle tartarughe, una delle specie maggiormente sensibili ai mutamenti climatici. E qui torniamo all'importanza di preservare il ravastello, la gramigna delle spiagge e tutte quelle piante pioniere che creano le dune, permettendo alle tartarughe di avere una spiaggia di approdo, e un suolo nel quale scavare quei pochi centimentri necessari a deporre le uova e custodirle in sicurezza.
Avrete capito che quella buchetta nella foto è un nido, dal quale sono uscite nottetempo decine di tartarughine.
Quando un nido viene scoperto va messo in sicurezza dalla predazione delle volpi grazie a una griglia metallica sotterrata nella sabbia. Anche se possono esserci predatori più piccoli, come i granchi fantasma, che riescono a eluderle.
Talvolta i nidi devono essere addirittura traslocati per assicurarne la felice schiusa, quando sono troppo vicini alla riva, o recintati quando si trovano in spiagge di richiamo turistico. E la sorveglianza va intensificata nelle notti di possibile schiusa, quando una fonte luminosa inattesa, come un falò, può mettere a rischio la vita dei nuovi nati.
L'attesa della schiusa al chiaro di luna, con la scia argentata del satellite che si illumina come la pista di un aeroporto ad indicare la strada ai neonati è come l'attesa di una redenzione.
Bisogna ringraziare i "carettakers" di tutte le associazioni che sul nostro territorio si spendono con tanta generosità -fino all'eroismo puro- per rendere accessibile, a persone interessate, una manifestazione della natura che altrimenti apparterrebbe al regno del mistero, e della pura magia.
Sono arrivato col treno già all'imbrunire, in quel tratto di costa che è il più meridionale della penisola italiana, e dalla stazione mi hanno accompagnato direttamente in spiaggia. Ancora l'Etna dominava l'orizzonte, prima di scomparire nella notte, lasciando apparire le luci di Catania, come una colata di lava.
E' un'esperienza cosmica, rimanere distesi sulla sabbia, sotto le stelle, ad attendere che la vita erutti dal sottosuolo. Un'esperienza totale che coinvolge tanto la nostra memoria ancestrale, quanto la nostra coscienza cosmica.
Quanto tempo era che non prendevo tante ore per guardare le stelle? Ma non avevo nient'altro da fare, e poi era non quel cielo stesso, con i suoi astri, a guidarmi verso quel ritorno alle origini, che in fondo guida le stesse tartarughe, lì dove finisce la terra e non rimane che gettarsi nel cielo riflesso del mare?
Non posso fare a meno di pensare al volo, quando immagino una Caretta.
Nottetempo le uova si schiudono, e nottetempo vengono deposte, da una tartaruga che tocca terra dopo aver nuotato ininterrottamente per anni, nel mare antistante le coste africane. Qualcosa che mi richiama poeticamente l'analogia con i rondoni, gli uccelli più "aerei" che si possano immaginare -ai quali ho dedicato il mio ultimo fumetto "Dove i rondoni vanno a dormire"- che approdano a "terra" solo per deporre le loro uova sotto i nostri tetti.
Se un giovane rondone può volare ininterrottamente per 2-3 anni prima di fermarsi per la sua prima nidificazione nei nostri centri urbani, una tartaruga può "volare" per 20 o 30 anni prima di farlo.
Inoltre, come i rondoni, una tartaruga in procinto di partorire è irresistibilmente attratta dal suo luogo di nascita, dove torna e ritorna nell'arco della sua vita.
Le spiagge si trasformano così in rampe di lancio, tanto per il cielo quanto per il suo azzurro specchio: il mare. Nel primo vanno i fratini, i corrieri piccoli e tutti gli uccelli che sulla sabbia nidificano. Nel secondo, le tartarughe marine, con le loro pinne anteriori sviluppate come ali mirabolanti.
"Caretta Icaretta" è il sogno di questo volo: nel cielo capovolto del mar mediterraneo, quando si rovescia la clessidra di una giornata, e ci si ritrova alla luce delicata e inoffensiva della luna. Un sogno alternativo che non porta con sé la morale di sconfitta dell'orgoglio umano, ma solo l'attenzione verso la biodiversità, messa in pericolo dagli insediamenti umani.
E come la luce del sole è stata fatale per Icaro, la luce artificiale di un lampione nella notte, il faro di una discoteca, possono esserlo per le inconsapevoli tartarughe, che spinte dal loro istinto si affidano alla luce. Possa essere l'invito a spegnere le nostre luci, i nostri cellulari e a ritrovare la direzione delle nostre vite nel cospetto del cielo stellato, della scia che la luna crea, come una passerella argentata, stesa verso la dimensione di una piena libertà.
Franco Sacchetti 01/11/2022 aggiornato al 17/08/2023
Le foto sono, dall'alto, di Yasmine Miriam Sacchetti, Salvatore Urso, Franco Sacchetti, Francesco Agostini, Giovanni Parise, i disegni di Franco Sacchetti
Per maggiori informazioni sulla biologia della "Caretta caretta" si rimanda all'articolo "Caratteristiche etologiche e morfologiche di una specie minacciata e al limite dell'estinzione" https://www.eticoscienza.it/2020/11/20/caretta-caretta-la-nostra-tartaruga-marina/
LA STRUTTURA DEL LIBRO
Il libro "CARETTA ICARETTA" è impostato su un formato quadrato di 20x20cm per una lunghezza di 112 pagine. Il crowdfunding ufficialmente chiuderà il 18 settembre 2023, in concomitanza con l'ultimo periodo di schiusa delle uova, e il libro verrà stampato su carta riciclata subito dopo, entro la fine del 2023. Ai sostenitori del crowdfunding verranno dati via via aggiornamenti sullo stato di avanzamento del libro. A tal riguardo conviene consultare anche la pagina facebook Caretta Icaretta.
Benché destinato principalmente a bambini e ragazzi, sarà adatto anche a un pubblico adulto. Nella prima parte, saranno soprattutto le immagini, a colori, a guidare le emozioni, per raccontare la storia di Caretta Icaretta, e del suo primo volo nel mar mediterraneo.
Nella seconda parte, in bianco e nero, saranno principalmente le parole ad approfondire la biologia delle tartarughe e i rischi che minacciano la sopravvivenza della specie, raccontando nel dettaglio l'esperienza degli attivisti che da un lato tutelano i nidi per permettere la schiusa delle uova, e il ricongiungimento delle tartarughe con l'habitat marino, dall'altro le salvano da morte certa nei centri di Recupero presenti sul territorio nazionale, quando queste rimangono vittima delle reti da pesca, dell'inquinamento da plastica, o semplicemente delle mareggiate.
Il libro si propone non solo come una narrazione ma anche come uno strumento di informazione e azione per la tutela della "Caretta caretta" e degli habitat costieri in generale, dunque comprenderà una lista delle Associazioni impegnate nella salvaguardia delle tartarughe marine, e dei Centri di recupero specializzati presenti sull'intero territorio nazionale italiane, oltre a consigli operativi che aiutino il lettore a capire come riconoscere le tracce di un nido di Caretta, come segnalarlo, e cosa fare quando si avvista una tartaruga in difficoltà, oppure in emersione per deporre le uova.
PERCHÉ UN CROWDFUNDING
"CARETTA ICARETTA" è un libro che nasce all'interno di una comunità di attivisti, e per una comunità di attivisti, quale strumento di informazione e azione per la tutela della tartarughe marine. La formula del crowdfunding, che prevede il coinvolgimento diretto di singoli e associazioni nella produzione del libro, con la possibilità di ricevere suggerimenti, informazioni, contatti utili, è dunque la formula migliore per impostare un'avventura editoriale pensata come espressione di una condivisione di valori legati al rapporto fra uomo e ambiente, e di un impegno collettivo per la tutela degli habitat costieri.
Le tematiche naturalistiche, concernenti la difesa della biodiversità, sono inoltre generalmente disertate dalle case editrici che si occupano di narrativa, ed è molto difficile per un autore trovare sbocchi editoriali che permettano di dare loro l'attenzione che meritano. Un crowdfunding garantisce a un autore sia risorse sufficienti per gestire le operazioni di stampa e distribuzione in autonomia, bypassando il mercato editoriale, rivolgendosi direttamente ai fruitori, sia una rete di sostenitori che possa aumentare l'interesse per il libro, anche presso sigle editoriali che non se la sentirebbero di rischiarne la pubblicazione.
Il crowdfunding consiste essenzialmente in un preordine del libro, per permetterne la pubblicazione. Al di là delle formule con ricompensa elencate in questa pagina è possibile effettuare una donazione con richiesta speciale, contattandomi all'email info@francosacchetti.it
Grazie in anticipo per il vostro sostegno al progetto!
LE RICOMPENSE PER IL CROWFUNDING
Libri
Magliette
A sinistra in alto nell'immagine la T-shirt unisex di Caretta Calabria Conservation (www.carettacalabriaconservation.it) disponibile nei colori blu, arancione, giallo e bianco, in tutte le taglie per bambino oltre alle taglie S, M, L, XL, XXL, XXXL . A destra e in basso le T-shirt della Caretta, del Fratino e del Rondone con disegni di Franco Sacchetti, stampate su cotone organico da Zerotextilelab (www.zerotextilelab.it) e disponibili Unisex e Girl, nelle taglie sotto indicate.
L'AUTORE
Franco Sacchetti è un fumettista, scrittore e attivista ambientale.
Laureatosi in Architettura a Firenze, esordisce come scrittore con le edizioni City Lights Italia, con cui pubblica le raccolte “Quando sono piccolo chi si innamora della mia grandezza?”(2001) e “Una fine da stronzi” (2002), nonché progetta l'allestimento della mostra “DUNE: il film che non vedrete mai” dedicata all'omonimo progetto cinematografico di Jodorowsky.
Nel 2007 partecipa con l'esposizione “Circolo Polare Catartico” alla Mostra-convegno “Terra Futura” di Firenze, e viene selezionato per “Container Art Roma-Gerusalemme”, cui partecipa con l’installazione “Oasi protetta itinerante”.
Nel corso degli anni collabora come vignettista con varie riviste di ecologia tra cui “Terra Nuova”, “l’Ecologist” ed “Eco-educazione sostenibile”. Nel 2009 pubblica il romanzo: “La marcia dei frigoriferi verso il Polo Nord”.
Dal 2009 al 2015 collabora, come coordinatore, nei seminari internazionali del progetto “ORA – Observe, Rethink, Act” finanziati dall’European Youth Foundation del Consiglio d’Europa.
I risultati dei seminari, dedicati allo sviluppo ecosostenibile, confluiscono in due pubblicazioni multimediali di arti grafiche e animazione dal titolo “Bitta Generation” (2011) e Bitta Re-Generation (2013).
Nel 2016 pubblica “Fratini d’Italia – cronache di resistenza dalle nostre spiagge”, reportage grafico dedicato al fratino, specie a rischio estinzione che nidifica sui litorali; nel 2018 “ALL YOU SEED IS LOVE - Tutto ciò che semini è amore”, albo illustrato sulla tematica dei semi; nel 2019 “Dove i rondoni vanno a dormire”, graphic novel dedicato ai rondoni e alla biodiversità urbana, pubblicato nel 2021 in Francia, Belgio e Svizzera, con il titolo di “Les martinets se cachent pour dormir”.
Dal 2019 cura il blog “A chi Jova Beach Tour – cronache di ordinario delirio dalle nostre spiagge” contro i grandi eventi in spiaggia e nei siti naturali.
Sito: www.francosacchetti.it
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Lotta contro il cambiamento climatico: adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
Utilizzo sostenibile del mare: conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.
Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.
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