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Attraverso questo mio scritto, breve, lungo soltanto poco più di 100 pagine, ho avuto "l'ardire" di affrontare un tema spinoso e quanto mai di attualità. Nascosto tra le pieghe del "politically correct" e accompagnato dalla litania a reti unificate su inclusione e pari opportunità, si nasconde il veleno che uccide una fondamentale caratteristica umana: L'IDENTITÀ.
Sembrano parole forti, taglienti, ruvide e apparentemente crudeli, ma l'attacco sferrato da ogni fronte verso L'IDENTITÀ è subdolo e pervasivo, nonché ammantato di buonismo, al fine di instillare, in chi non abbraccia i concetti propagandati, forti sensi di colpa.
In realtà dovremmo svegliarci da un lungo sonno e comprendere che la demolizione progressiva ed incessante dei pilastri dell'identità individuale, etnica, linguistica, culturale, tradizionale, alimentare e sessuale-affettiva, invece di portarci all'inclusione delle minoranze, ci porterà alla prigione delle "uguaglianze", intese come appiattimento delle differenze, che fanno la ricchezza dell'umanità.
Nessun uomo, nessuna donna, nessun popolo si è mai realizzato annullando le differenze, appiattendo i guizzi di genio, disconoscendo la propria tradizione culturale, linguistica, alimentare, artistica, religiosa, estetica e fluidificando in un pot-pourri di generi diversi, la sessualità e l'affettività.
Al contrario sono le caratteristiche peculiari delle diverse identità ad aver migliorato nei secoli, ognuna col proprio contributo, l'esistenza umana ed aver portato il progresso nella conoscenza, nella comunicazione, nella scienza, nell'arte, nella tecnica, nella spiritualità perfino.
Ora invece si aspira, perlomeno in gran parte del mondo cosiddetto "occidentale", ad una tabula rasa delle peculiarità culturali, ad un oblio delle tradizioni, ad una negazione delle evidenti diversità etniche, ad una storpiatura paradossale delle parole, per sposare una dittatura dell'omologazione tout court, imposta attraverso recinti concettuali, dove lupi e pecore, ugualmente ammaestrati, seguano percorsi già tracciati da segnaletiche preimpostate.
Soltanto è concessa, bontà loro, unico guizzo di distopica identità, la pretesa di affermare e veder riconosciuto come imprescindibile diritto, qualsiasi, anche momentaneo ed effimero, desiderio genitale.
Non pretendo coi miei cinque racconti, di esaurire il tema dell'identità, ovviamente, troppo ampio e complesso.
Non si tratta di un saggio, perché non avrei le conoscenze necessarie alla sua stesura. Racconto semplicemente pezzi di autobiografici ricordi infantili, adolescenziali ed attuali, al fine di creare nel lettore una emozione, un dubbio, un immaginifico parallelismo con recenti fatti e misfatti.
Intervallo le parti autobiografiche con brevi racconti di fantasia ed ironiche filastrocche, che scandalizzano un pò e strappano una risata. Abbiamo perso il senso del reale. Della logica. Della contraddizione in termini. Forse, con sana ironia, e magari perfino un pizzico di sarcasmo, riusciremo a sorridere, o ridere addirittura, di certi assunti filosofici del pensiero unico dominante e ribellarci, recuperando, appunto, la nostra IDENTITÀ.
Chiedo, quindi, a tutti coloro che sono sensibili a questa tematica, di darmi una mano concreta per poter pubblicare questa mia raccolta di racconti a tema.
Il primo racconto tratta L'IDENTITÀ DIGITALE, il secondo L'IDENTITÀ SESSUALE, il terzo L'IDENTITÀ ALIMENTARE, il quarto L'IDENTITÀ LINGUISTICA, ed il quinto le riunisce tutte in un'unica identità, quella ESTETICA. La BELLEZZA è oggettiva? Io credo di sì. Non facciamoci ingannare dell'orrore travestito.
Facciamo in modo che l'inclusione non diventi una prigione. [Ho in mente altre storie…aiutatemi a raccontarle, intorno ad un fuoco virtuale, purtroppo, ma che ci scaldi gli anima.]
Il racconto, ovviamente inedito, ha già ricevuto una segnalazione ad un Premio letterario, ma servono dei fondi per la pubblicazione e la promozione.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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