COS'E' PAOLA?

Paola è una storia d'amore, di un'ossessione. É il capitolo finale di un percorso triennale presso "Accademia di Belle Arti di Napoli", l'elaborato artistico per la tesi di laurea. Il supporto economico è il seme che può dare la possibilità ai personaggi e alla storia che tanto ho sognato di notte, di prendere vita e rendersi immortale sullo schermo

La Storia

Soggetto 

Paola (30), una bellissima donna, con un cappotto rosso, madre della piccola Alba, ogni mattina entra nel bar di Nicola (50) per cambiarsi e prendere la sua solita colazione. Riccardo (30), scrittore talentuoso interessato a Paola, approfitta di quei pochi istanti per scrivere. La routine si ripete ogni giorno, anche nella gradevole casa di Paola: posa i vestiti, il cappuccino e cornetti e va a svegliare Alba. Sembra l'inizio di una storia qualunque se non che, tutto ciò è un'ossessione, immaginifica di Riccardo così forte da tramutarsi in visioni ad occhi aperti della donna, che da dolci pensieri bianchi, si tramutano in espressioni sempre più oscure. L’apice si raggiunge quando Riccardo immagina Paola presentarsi al bar con graffi e lividi sul corpo. Lo scrittore, vedendo ciò, chiede, vanamente, cosa sia successo al suo stesso personaggio. La segue fino a casa sua ma quello che trova è una casa devastata, come il suo inconscio. Nella stanza di Alba una pila di cornetti ammuffiti e
un’ecografia, in quella di Paola giocattoli erotici, un
prezzario e un uomo nel letto. La fantasia di Riccardo si frattura definitivamente quando vede Paola prima sorridere con una bambina in braccio, poi piangere con in braccio l’ecografia.
Siamo di nuovo nel bar di Nicola, al banco una donna, che assomiglia a Paola, musa ispiratrice di Riccardo, prende la sua colazione e va via. Seduto al solito tavolo c’è Riccardo che ha appena finito di scrivere sul suo quaderno. Nicola, gli chiede se non sarebbe stato più che le avesse parlato e basta. Riccardo gli sorride e va via, dialogando fuori campo, col suo personaggio un’ultima volta prima di lasciarla andare via,
promettendole di scriverle una storia felice. Dalla stessa porta entra Alba (15) che chiede il solito a Nicola. Riccardo è nuovamente seduto al solito posto, vestito in modo meno trasandato, osserva Alba sorride e ricomincia a scrivere. Ha mantenuto la promessa.

Genesi

Note del regista

La genesi di Paola non è stata semplice. Il racconto è figlio di notti insonni, delusioni e bocciature.

Avevo scritto una storia, con protagonista Paola, un personaggio che fin dal primo istante era chiaro. Era una storia di prostituzione, figlia di un breve periodo dove, tornando da Capua per delle masterclass, fermato al semaforo, notavo una prostituta, in un angolo di strada. La mia mente viaggiava con l’immaginazione.
Trovavo una storia dove inserirla ma sembrava debole, ne cercavo un’altra ma finiva per essere vuota. Non potevo raccontare di un mondo che non conoscevo.  C’era Paola ma non c’era il film.

Dopo un anno mi ero arreso, accantonai il progetto. L’illuminazione arrivò, dettata da una chiacchierata con un amico:

Dovevo raccontare, proprio ciò che era avvenuto in quell’anno, la ricerca di una storia per Paola, la genesi di un personaggio, dettata semplicemente dalla fantasia e non dalla conoscenza diretta di un mondo. La storia di uno scrittore, che ogni giorno, vede la stessa donna che alla stessa ora, prende lo stesso ordine.
Un film sui film mentali che ognuno di noi si fa, guardando una persona in metro,  al semaforo o in un bar.
La storia di Riccardo, la storia di Paola, è la storia di chi ancora oggi, si lascia ancora coinvolgere dalle emozioni e dall’immaginazione, una storia meta-cinematografica che va oltre i generi e le etichette.

Una storia, che ancor prima di diventare film, ha vinto molti premi e che può essere una vetrina importante per chiunque col suo contributo favorisca la sua nascita. 

Il supporto a Paola è non solo il supporto a giovani ragazzi che hanno un obiettivo, ma è il supporto a chi vuole ancora, in quest’epoca di algoritmi ed emozioni studiate a tavolino, sorprendersi di quanto è bella l’immaginazione.
Un po ' come quando eravamo bambini, con due dita fuori il finestrino dell’auto, facevamo correre veloce come il vento, il nostro personaggio, su paesaggi sempre diversi.