Una campagna di
Renato PizziContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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Questo lavoro, a quattordici anni dalla morte, ripercorre la lunga vita di una persona speciale, un medico italiano, marchigiano di adozione. Una persona che ha vissuto una vita lunga e avventurosa dedicata al prossimo, sia in tempo di pace sia in tempi di guerra, in ogni angolo del mondo dove la sua missione umanitaria lo ha portato. La sua esperienza è strettamente legata a episodi cruciali del XX secolo: ve ne lascio una traccia, sono sicuro che vi coinvolgerà come ha coinvolto me, quando l’ho conosciuto.
Il nome di Giuseppe Cipolat, sconosciuto ai più, è ben noto in ambito medico e umanitario anche oltre i confini italiani. Nato nel 1915 nell'allora Congo belga da genitori friulani, lasciò quella terra e la famiglia già all’età di sei anni per frequentare le scuole elementari in Sudafrica. Fu poi a Malta e infine in Italia a completare la formazione universitaria. Ufficiale medico durante la II guerra mondiale e decorato al valore, Giuseppe Cipolat si trova a tornare nella sua terra natale per una missione ONU, come comandante di un ospedale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Dal 1960 al 1962, come ‘casco blu’ dell’ONU, durante la secessione del Katanga nel suo ospedale di guerra ha salvato centinaia di vite di civili e combattenti in condizioni di estrema emergenza. Insignito delle più prestigiose onorificenze internazionali, ha smesso il camice bianco all’età di ottantacinque anni, dopo aver operato non meno di trentamila persone.
Di Giuseppe Cipolat ci parleranno documenti fotografici e filmati, famigliari e chi lo ha conosciuto durante la missione in Congo. Grazie al contributo di storici, giornalisti, accademici e testimoni oculari, racconteremo anche il contesto storico e politico africano dell'epoca nella quale si inserisce la storia del dottor Cipolat, tra guerra fredda, tramonto del colonialismo e lotte per lo sfruttamento delle materie prime. Ricorderemo episodi quali il sacrificio dei tredici aviatori italiani della missione Onu trucidati nell'eccidio di Kindu e tracceremo i confini politici e militari entro cui si svolge una missione di peacekeeping delle Nazioni Unite.
Ogni contributo che vorrete donare, sarà prezioso per completare questo progetto e avrà tutta la mia più grande gratitudine.
L’ideale sarebbe raccogliere 15.000 euro. Con le offerte ricevute potremo completare il nostro progetto, dai costi legati alle attrezzature e alle trasferte, alle interviste ai protagonisti e agli storici dell’epoca, dalla raccolta del materiale documentale d’archivio fino ai costi - notevoli - legati alla postproduzione e alla successiva distribuzione.
Finora, con qualche aiuto, siamo riusciti ad autoprodurci e siamo molto soddisfatti di quanto realizzato (lo potete vedere nel trailer), ma arrivati a questo punto ci occorre una mano per la parte più impegnativa e coinvolgente.
Renato Pizzi nasce a Senigallia, nelle Marche, dove si diploma al Liceo Ginnasio “Giulio Perticari” nel 1978. Lasciata dopo quasi quarant'anni l'attività professionale, si laurea nel 2020 in Scienze Sociali all'Università di Camerino con una tesi sulla Corte Penale Internazionale e il processo ‘Al Mahadi’. Volontario della Croce Rossa Italiana dal 1985 e ufficiale superiore in congedo, dal 1994 decide di specializzarsi in diritto internazionale umanitario, sia come istruttore nella CRI, sia come consigliere giuridico nelle Forze Armate, qualifica che ottiene nel 2000, stesso anno in cui diviene membro del prestigioso Istituto Internazionale di Diritto Umanitario. Nel 2017 è coautore e voce narrante del documentario ‘Visso: una luce che non si è mai spenta’ dedicato al comune dei Sibillini distrutto dal sisma del 2016. Nel 2020 ha pubblicato il volume 'Giuseppe Cipolat, l'avventurosa vita di un medico umanista', biografia del direttore dell'ospedale da campo 010 della CRI durante la missione Onu in Congo, nel 1960. Come per lavori precedenti, in questo progetto collabora con suo figlio Alessandro, trentenne, che da anni vive e lavora in Germania come regista e direttore della fotografia. Con lui, formato alla nota Hochschule fuer Fernsehen und Film di Monaco di Baviera., condivide la grande passione per il Cinema.
Nel viaggio ci accompagnano come script editor l'insostituibile Giulia Betti, sceneggiatrice di Senigallia e i ragazzi della Subway Lab di Jesi come partner produttivo.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Istruzione di qualità: garantire a tutti un'istruzione inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente eque e di qualità.
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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