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Due diciottenni vengono fermati dalla polizia e ora passeranno la notte in questura.
Uno di loro, suo malgrado, dovrà credere a una storia magica.
Alberto e Balmir, diciotto anni ciascuno, ciondolano nella notte di periferia. Li sentiamo scherzare e confidarsi mentre percorrono le strade mal illuminate della capitale. Non sanno che una volante in borghese della polizia è in agguato alle loro spalle. Quando vengono portati in questura, un ispettore prende i loro nomi sotto lo sguardo affamato dell’agente che li ha fermati. Forse non sanno ancora perché sono lì, o forse sì.
Nella stanza dell’interrogatorio l’agente mette sul tavolo la loro pistola, quella con cui si aggiravano per le strade. E’ chiaramente un giocattolo ma il poliziotto si sta gustando ogni minuto del terrore che scorge negli occhi dei ragazzini. E allora fa finta di non capire. Chi può dire se è davvero un giocattolo?
E soprattutto cosa volevano farci? E’ Balmir a rispondere, raccogliendo tutte le forze. E’ un italiano di prima generazione, i suoi genitori sono albanesi. Conosce bene il pregiudizio che può aggirarsi attorno alla sua origine, per questo è ancor più spaventato. E il poliziotto lo sa, lo sente.
Una pantera è scappata dallo zoo di Roma, qualche giorno fa e loro la stavano cercando. Questo confessa Balmir. Gli occhi del poliziotto si illuminano. Quando ad Alberto viene dato finalmente il permesso di andare in bagno, dopo un’ora di interrogatorio, Balmir e il poliziotto rimangono soli.
L’agente lo guarda. La pantera è in questura, dice. Catturata oggi e in attesa della forestale. Balmir può andare con lui, andare a vederla.
Notte Bestia è un cortometraggio in equilibrio tra realismo e magia. La vicenda è narrata coi toni e gli stilemi di un crime movie crudo ma non privo di una componente magica, in linea con il lavoro di alcuni autori ben conosciuti, come Refn, Sollima, i D’Innocenzo o Villeneuve.
Questa scelta si è rivelata necessaria per evitare un’estetizzazione della brutalità e, al contempo, per esasperarne gli aspetti più veri. Il nostro obiettivo è trascinare lo spettatore in quella stanza d’interrogatorio, in quei minuti lunghi, imprevedibili e perennemente in bilico sulla violenza. E’ necessario avvertire su sé stessi la possibilità di essere al posto dei nostri protagonisti.
Per questo la cinepresa sarà agile, in mezzo agli attori, con movimenti fluidi e puliti, rifuggendo sempre la staticità. Il suono, al contrario, comincerà a insinuare il sospetto che niente è come sembra.
La storia muove da emozioni e dinamiche personalmente vissute dal regista con agenti delle forze dell’ordine:
A sedici anni mi aggiravo per le campagne del mio paese assieme ad un amico. Poi siamo stati fermati da sei agenti, con l'accusa di rapina in villa. Poco importa se era subito chiaro che ci fosse un errore. Per quattro ore siamo stati trattenuti dagli agenti che, nel dubbio, non hanno esitato a mostrare una postura fisica e verbale di completa aggressività. Ho conosciuto in quella circostanza il raffinato e terrificante isolamento psicologico che può scaturire da una gerarchia di potere. Inoltre, essendo cresciuto in una famiglia di cacciatori, ho acquisito ben presto l’altrettanto complessa e ambigua attrazione che esercita un’arma e il suo peso nella mano.
Questo cortometraggio però non è un film contro la polizia. E' un film contro gli abusi di potere e la difficoltà delle vittime quando si tratta di denunciarli.
La pantera rappresenta le assurdità che spesso vengono raccontate per coprire i crimini degli abusatori. Sfruttando l’illusione cinematografica desideriamo mettere in scena quel tipo di menzogna usata per screditare la vittima. Col cinema può diventare reale e possiamo mostrarla per quel che è: una assurdità. In questo senso la scelta di una dimensione animale, selvatica, non è casuale e mette a nudo l’estraneità di certi impulsi che non possono partecipare alle società civili.
Abbiamo lanciato questa campagna di crowdfunding per raccogliere i fondi necessari a colmare il gap finanziario per la produzione e post-produzione di Notte Bestia. Ogni contributo sarà essenziale per dar vita a un’opera che mira a raccontare le dinamiche e le bugie che spesso accompagnano gli abusi di potere.
Il vostro supporto sarà fondamentale per:
- Garantire una somma adeguata al cast, che rappresenta la spina dorsale del nostro progetto. Ogni attore porta autenticità e profondità ai personaggi e alle situazioni rappresentate, e merita un riconoscimento proporzionato al valore che apporta.
- Sostenere i reparti di scenografia e costume, permettendoci di ricostruire fedelmente l'ambiente di una questura italiana, dagli arredi alle uniformi. Vogliamo che lo spettatore si senta immerso nei luoghi che vogliamo rappresentare, trasmettendo una sensazione di realismo che renda ancora più potente la nostra denuncia.
- Investire su effetti speciali dal vivo, che possano amplificare l’immedesimazione dello spettatore, rendendo la finzione cinematografica ancora più vicina alla realtà di tutti quei racconti che ci giungono dalle vere vittime di abusi.
- Assumere un grafico per il materiale promozionale: poster, cartoline e altri elementi grafici non solo aiuteranno a diffondere il progetto, ma saranno regalati a tutti voi che avete creduto in questa storia, come segno del nostro ringraziamento.
- Curare al meglio la post-produzione, affittando una sala professionale per il lavoro su suono e immagine. Con un sound design e una colorazione di qualità, potremo portare al pubblico un’esperienza audiovisiva di alto livello, coinvolgente e memorabile.
- Far viaggiare il progetto nei festival, affinché la nostra storia e quelle delle vittime di abusi di potere possano trovare eco ovunque. Crediamo che questa vicenda meriti di essere raccontata e ascoltata su scala internazionale, per contribuire a una riflessione comune.
Con il vostro aiuto, Notte Bestiadiventerà una realtà in grado di rappresentare visivamente ciò che le parole non riescono a dire. Grazie per far parte di questo progetto.
Enrico Maria Minto si laurea con lode in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Teramo. Durante gli anni dell’università si avvicina al panorama del cinema breve italiano in veste di sceneggiatore e regista. Dirige un mediometraggio, “Sugarland” (2017), e due cortometraggi, “Incendi” e “everything about us is made of the strangest colors”. Consegue il titolo di laurea nel 2020, e l’anno successivo viene ammesso al corso di sceneggiatura del Centro Sperimentale di Cinematografia, dopo aver frequentato anche il propedeutico di regia. Nel 2023 è vincitore del Notorious Project nella categoria “Script”, e anche finalista nella categoria “Series”. Nel 2024 scrive il cortometraggio “Deus Vult” per la regia di T. Diaceri, in selezione ad Alice nella Città.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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