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IL PROGETTO
Il film che racconta le avventure di un’armata Brancaleone del rugby popolare. Una storia di sport periferico e inclusivo che dimostra che c’è ancora spazio per il cambiamento, individuale e collettivo. Una storia di lotta, sostegno e libertà intorno a una palla ovale.
Da dove nasce il film?
Ciao, sono Leonardo Barbieri, film-maker bolognese classe 1998. L’idea di questo film, come spesso accade, nasce da una storia personale. Circa tre anni fa stavo vivendo un periodo difficile, mi ero isolato e mi sentivo vuoto. Decido di avvicinarmi al rugby, senza un motivo particolare, ed è così che incontro i Cinghiali del Setta, una squadra di rugby popolare attiva da vent’anni nella periferia bolognese. Aver incontrato questa squadra così variopinta, piena di storie, risate e valori mi ha aiutato a rialzarmi. Ore passate a sudare, strisciare nel fango, collezionare lividi, sostenere il compagno, proteggerlo, dargli cura e farsi curare. Tutte cose che sono servite a darmi una nuova prospettiva in campo e nella vita: esprimi la tua energia vitale, combatti assieme agli altri, perché così in meta ci si arriva. Da qui l’esigenza di raccontare questa storia, una storia quotidiana che possiede un seme di straordinario.
I Cinghiali del Setta: la squadra
I Cinghiali del Setta, società sportiva con una sessantina di tesserati, è tra le più importanti realtà italiane di rugby popolare. La Società è nata nel 2005 a Pian di Setta, frazione del comune di Grizzana Morandi, nell’Appennino bolognese, per poi girare per varie sedi fino al 2016, anno in cui Cinghiali sono scesi in pianura e hanno preso casa stabilmente nella periferia di Bologna. Oggi ci alleniamo al Centro sportivo Pier Paolo Bonori. La squadra maschile dei Cinghiali partecipa al campionato nazionale Uisp, mentre quella femminile - Le Cinghiale - partecipa alla Coppa Italia della Federazione italiana rugby. In questi anni sta crescendo anche la squadra dei Cinghialini, future promesse del rugby popolare, grazie al lavoro di Scuola Ovale Minirugby.
I Cinghial* fanno parte della rete italiana di Rugby Popolare, alla quale aderiscono diverse realtà su tutto il territorio nazionale che condividono una visione dello sport basata sull’inclusività e sul rispetto, antirazzista e antifascista. In sintesi, è il rugby per tutt*, senza limiti di età, capacità, sesso, religione, provenienza o etnia.
Il documentario
Il film è un documentario di osservazione, scandito da una narrazione corale. Il tono è quello della commedia irriverente e segue le avventure dell’armata Brancaleone del rugby dentro e fuori dal campo, dove si intrecciano le vicende di una galleria composita di personaggi. Tra giovani cinghiali idealisti e rugbisti in pensione che incontrandosi negli Appennini rivangano i vecchi tempi.
Il documentario è ambientato principalmente a Bologna e dintorni, tra gli Appennini e quartieri di periferia. Tra privato e collettivo, allenamenti e “terzi tempi”, scontri fisici e metaforici si farà luce su uno spaccato di rugby popolare. Uno sport inclusivo atto a realizzare piccole rivoluzioni, dove uomini, donne e bambini giocano assieme nello stesso campo e condividono quell’ovale che più di essere uno sport è un’idea di lotta, sostegno e libertà.
Sostegno è il motto della nostra squadra, ed è anche la parola chiave di questo progetto, perché se c’è una cosa che ho capito in questi tre anni è che da soli non si va da nessuna parte, né dentro né fuori dal campo. E questo ci porta dritti al prossimo punto: perché sostenerci?
SOSTEGNO! PERCHÈ DONARE?
Da un anno sto approfittando di ogni occasione per riprendere i momenti significativi passati insieme: gli allenamenti, le partite, le assemblee nelle quali si decide la gestione della squadra, i terzi tempi “filosofici” in bar di periferia. Ma anche le occasioni speciali, come quella volta che abbiamo aiutato alcuni Cinghiali alluvionati, il trekking nei luoghi di memoria partigiana a Monte Sole o lo spettacolo teatrale che ci ha visti attori allo spazio DOM.
Quello che vorrei è che questo progetto non raccontasse solo una realtà di sport periferico, ma un modo alternativo di approcciare la vita, comunitario e condiviso. Una storia popolare, dal basso e senza gerarchie, per la quale ci siamo immaginati una produzione altrettanto popolare e condivisa. Chiunque, in relazione alla sue possibilità, può diventare produttore di questo film con il suo contributo, aiutandoci a realizzare e - perché no - portare sul grande schermo questa piccola grande storia di sport e lotta.
COME UTILIZZEREMO I FONDI
I fondi che raccoglieremo ci aiuteranno su due fronti:
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Sconfiggere la povertà: porre fine alla povertà in tutte le sue forme, ovunque.
Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.
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