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SBUCCI un progetto d’indagine sui bambini delle elementari, per scrivere uno spettacolo che parli a tutti e porti la parola dei più piccoli “Si atterra sempre sui ginocchi” Correre, cadere, piangere, rialzarsi e continuare a giocare. Crescere. Gli sbucci sono le prime prove dei nostri limiti, il primo indizio del pericolo che sta dietro ogni azione, il segno del rischio, l’invito più o meno efficace alla prudenza. Ognuno di noi reagisce alle ferite come può. Alcune rimangono impresse come cicatrici a ricordarci il percorso, altre vengono rimosse per paura di rimanere immobili, comunque, per un momento, hanno lasciato un segno e quel segno ha determinato in parte la nostra forma. Ascoltare i bambini di oggi ci aiuta a ricordare da cosa siamo partiti per diventare quello che siamo. Ascoltare i bambini ci permette di guardarci da fuori e con disincanto, per capire come ci stiamo comportando. In questo momento in cui ogni generazione sente di aver sbagliato qualcosa, in questo momento in cui si fa fatica a immaginarsi un futuro, ci sembra fondamentale stare accanto a quelli a cui lo abbiamo negato. Dopo anni di indagini antropologiche condotte in tutta Italia alla ricerca dell’uomo qualunque, sondando territori per ricostruire ritratti impressionistici, comici e impietosi, di comunità fatte di molteplici solitudini, Gli Omini sentono la necessità di allontanarsi, per un attimo, dal già sentito, di risalire alle radici di questo uomo comune, per trovare l’origine del pensiero e della parola, per conoscere la propria materia in purezza. È come se dopo anni da falegnami, Gli Omini avessero sentito il bisogno di passare un po’ di tempo nel bosco. Com'era quest’uomo prima di subire le continue tempeste della vita? Com'era prima di capire, accettare e adattarsi alle regole della società? Com'era prima di affrontare gli infiniti processi di lavorazione che lo hanno reso così insicuro, giudicante e incline alle cattive scelte?
L’INDAGINE ELEMENTARE Due incontri per classe, interviste collettive e singole e un raccoglitore di storie PRIMO INCONTRO Gli interventi della compagnia nelle classi sono dei momenti di incontro sincero con i gruppi di bambini. In questa prima fase d’indagine i tre teatranti si presentano al piccolo pubblico spiegando le proprie intenzioni: capire il loro mondo e il loro sguardo sulla vita per poterlo impersonare e portarlo fuori da loro, dare loro voce. Dopo questa breve premessa Gli Omini guidano una conversazione che diventa dibattito costruttivo e liberatorio, un momento di scambio storie, che fa emergere sia dinamiche interne che pensieri, un esercizio che invita a raccontare se stessi e ascoltare, tentare di comprendere anche gli altri. La chiacchierata collettiva parte dagli sbucci fisici, per arrivare a quelli metaforici, riflette sui dolori e sulla crescita, per finire ad affrontare il tema del mondo degli adulti. La durata di ogni incontro è di circa due ore per classe. LA SCATOLA Spesso al termine, la conversazione non si è ancora esaurita. Per rimediare a questo, per dare una possibilità di espressione anche ai più riservati e un ulteriore stimolo allo sfogo di pensieri, Gli Omini introducono alla classe un nuovo amico: una scatola grigia con gli occhi da cartoon e una fessura per bocca. Insieme ai bambini scelgono un nome e lasciano il raccoglitore a loro disposizione. Starà in classe circa due mesi e tutto quello che raccoglierà, sarà ritirato dalla compagnia prima del secondo incontro. SECONDO INCONTRO Dopo aver riascoltato e trascritto le parole dei bambini e letto i loro messaggi segreti, Gli Omini torneranno ad incontrarli. In questa seconda fase la compagnia passerà da uno studio del gruppo a una conoscenza più profonda con il singolo. Alcuni bambini saranno intervistati da soli, per avere conversazioni più intime, per dare il tempo e il giusto ascolto alla loro visione. Nel frattempo in classe proseguirà il dibattito su nuovi temi emersi dalla ricerca stessa.
LO SPETTACOLO “anche la banana è diversa dentro, se togli la buccia” Sbucciare è anche andare sotto la superficie, per arrivare al succo. Richiede tempo, abilità, strumenti e attenzione. Per non farsi male e non sprecare la polpa. L’intento originario de Gli Omini per Sbucci è quello di scrivere un canovaccio, una struttura fissa che sia in grado di accogliere materiali e contenuti ogni volta diversi, in conseguenza alle indagini. L’oggetto della ricerca sono i bambini dai sei ai dieci anni. Il tema è il loro modo di vedere il mondo e noi. Due attori ultraquarantenni si calano nei panni di loro stessi da piccoli. E poi incontrano tante versioni di quello che sarebbero potuti essere, se fossero nati negli anni 10 del nuovo millennio. Si ritroveranno ad essere bulli e bullizzati, guerriglieri e timidissimi, proprio come nella vita di tutti i giorni. Ricostruiranno così la società dei piccoli fatta di gioco, fantasia, paure, teorie mai sentite, guerra e pace, pizze parlanti e principesse. Con i materiali raccolti dai bambini e i loro spunti, Gli Omini scriveranno un copione. Lo spettacolo Sbucci, sarà aperto a bambini ed adulti, alunni, genitori, insegnanti e pubblico esterno. Alcuni bambini potrebbero essere coinvolti attivamente anche nello spettacolo, ma solo se si presenteranno le condizioni e le volontà di tutte le parti. Nel caso non vengano coinvolti in scena, la loro collaborazione sarà comunque indispensabile, essendo in parte autori del testo.
“Delle volte bisogna faticare, bisogna annoiarsi, sì, ora ho scoperto che la noia deve anche esistere, non si può solo, divertirsi o giocare o scorrazzare tra i prati. Dellevolte tocca anche, annoiarsi. È grazie tutto ai miei genitori se ho imparato questa cosa. È grazie tutto a loro se ho imparato come annoiarsi.”
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Istruzione di qualità: garantire a tutti un'istruzione inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente eque e di qualità.
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