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Chhau nach, in viaggio per il jharkhand

Una campagna di
Maria Luisa Nardelli

Contatti

Una campagna di
Maria Luisa Nardelli

Chhau nach, in viaggio per il jharkhand

Campagna terminata
  • Raccolti € 725,00
  • Sostenitori 31
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Documentari & inchieste

Una campagna di 
Maria Luisa Nardelli

Contatti

Il Progetto

I loro movimenti dietro ai tamburi si trasformano in una danza furiosa, tanto che sudano, i loro piedi nudi battono nella polvere, le loro dita sulla pelle del tamburo si muovono così velocemente che si riesce a mala pena a vederle muoversi. Poi, improvvisamente, dall'oscurità, luccicando e tintinnando in bianco, argento e nero, Ganesha era reso manifesto.

J.Arden

IL PROGETTO

Il progetto consiste nella creazione di un documentario, girato interamente in India, sulla danza tribale Chhau del Jharkhand: il training, gli spettacoli, le feste tradizionali della regione, la vita quotidiana dei danzatori Chhau, e, soprattutto, il rapporto dei Guru con le donne e con gli artisti europei.

Il Chhau, nato nel XVIII secolo in India, è una danza tribale che narra le storie dei grandi poemi epici indiani: il Mahābhārata, il Rāmāyana, i Purāna.

È una danza mascherata, acrobatica e coloratissima, in cui le divinità e i demoni della religione Hindu combattono energicamente, al suono dei ritmi di guerra dei maestosi tamburi dhumsa ḍhol.

Negli ultimi sei anni, grazie alla collaborazione con la compagnia indiana di teatro di strada Milón Mélae al maestro Adhar Kumar, ho potuto conoscere, amare e praticare il Chhau, fino a scrivere una tesi di Laurea Magistrale dal titolo "La danza Chhau di Purulia tra tradizione e creazione", discussa nel marzo 2012, con il dott. Guido Di Palma (ricercatore dell'Università La Sapienza di Roma) come relatore.

La tesi aveva come oggetto i cambiamenti avvenuti nella danza a causa dell'intervento del professor Ashutosh Bhattacharyya, e, negli ultimi decenni, a causa delle contaminazioni con le nuove forme di spettacolo europee e indiane.

Lo studio, arricchito dalla mia esperienza pratica di danzatrice Chhau in Europa e in India, dimostrava come questa danza tribale, ibridandosi con le nuove performing arts, non avesse rinunciato alla propria tradizione, ma la avesse invece adattata al nuovo contesto socio-culturale per mantenerla viva nel rapporto con il pubblico: la gente dei villaggi, che, ancora oggi, percorre chilometri e chilometri, a piedi o con mezzi di fortuna, per assistere agli spettacoli.

Mi resi conto, scrivendo la tesi, che già la disponibilità del mio maestro Adhar a trasmettere la sua arte a me, una donna adulta italiana, era una grande dimostrazione di apertura al cambiamento: tempo fa un Guru non sarebbe stato disposto a modificare la tradizionale trasmissione del sapere (che dura anni e inizia già durante la prima infanzia) per accettare nel proprio gruppo un nuovo elemento, per di più una donna, e per di più non appartenente alla sua cultura.

L'insegnamento rivolto a me, infatti, consisteva in una sorta di "Bignami" del training degli allievi del Jharkhand: Adhar insisteva più sul mio apprendimento delle coreografie, che sull'esattezza delle posizioni e dei passi di base.

Da qui, l'idea del documentario, che avrà due scopi: la divulgazione di questa danza meravigliosa e ancora pressochè sconosciuta in Italia, e lo studio sulle tecniche di trasmissione del sapere del Chhau da parte del mio maestro e di altri Guru.

IL DOCUMENTARIO

Il documentario, patrocinato ma non finanziato dall'Università La Sapienza di Roma, e seguito dal dott. Guido Di Palma, sarà girato da Antonella Sabatino e Nils Astrologo, videomaker della Dinamoscope, gruppo creativo di professionisti del video, con anni di esperienza alle spalle. 

Antonella e Nils viaggeranno insieme a me e alloggeranno per un mese nelle case-scuola del mio maestro e di altri noti Guru della danza Chhau.

Il documentario cercherà di rispondere alle seguenti domande: in che modo Adhar mi insegna la sua arte? E in che modo la insegna ai suoi allievi indiani? Quali sono le differenze, e quali i motivi? E ancora, come insegnano invece la danza Chhau ai propri allievi indiani, i Guru che non sono mai stati in Occidente? Sarebbero disposti ad insegnare anche a me? In che modo lo faranno?

Con questa ricerca, non solo cercheremo di capire se tutti i Guru sono disposti a modificare la tradizionale trasmissione del sapere o solo quelli che hanno viaggiato in Europa, ma andremo ad analizzare nei dettagli e in maniera più tecnica possibile quali sono le differenze nell’insegnamento e nel training

Il viaggio sarà così strutturato:

- Arriveremo a Kolkata, dove passeremo i primi giorni, per l’inizio delle riprese.

- Da Kolkata ci sposteremo in treno fino a Jamdih, nella regione del Jharkhand, dove resteremo venti giorni a casa del Guru di danza Chhau Sudir Kumar, padre del mio maestro. Lì, praticherò le danze con le maschere e i ritmi al tamburo dhumsa e riprenderemo gli allenamenti miei e degli allievi del Guru. Intervisteremo altri maestri, parteciperemo alle loro lezioni, a spettacoli Chhau e feste tradizionali (come Tusu Mela), e visiteremo il villaggio dei mascherai.

- Da Jamdih ci muoveremo verso il West Bengal, per assistere ad altri spettacoli Chhau e a feste del luogo, e intervistare Abani Biswas (allievo di Grotowski e direttore artistico della compagnia Milón Méla) per scoprire come, dagli anni ’90 ad oggi, Adhar e gli altri Chhau in tournée con il suo gruppo hanno modificato il proprio approccio agli studenti stranieri.

PERCHE' SOSTENERCI

Il progetto del documentario è interessante sotto diversi punti di vista: estetico, artistico, antropologico, divulgativo.

La ricerca dei rapporti di questa danza con l'Italia e l'Europa è innovativa e la storia degli studi è purtroppo ancora lacunosa e poco esaustiva. Il nostro entusiasmo, la nostra professionalità e l'esperienza nel settore possono portare a risultati nuovi che gioverebbero alla ricerca sia teatrale che antropologica.

Purtroppo, le istituzioni a cui ci siamo rivolti sono molto interessate alla ricerca ma non hanno fondi per finanziarla, e ricorrere agli sponsor di privati potrebbe, a nostro avviso, indirizzare la ricerca verso altri obiettivi, più consoni agli scopi degli sponsor.

Per questo abbiamo deciso che la nostra strada è il crowdfunding.

Questo studio, inoltre, è nato grazie al lavoro con i Milón Méla, con cui collaboravo come artista di strada, e il crowdfunding ha la stessa purezza e la stessa spontaneità del "cappello" che noi artisti porgiamo alla fine dello spettacolo: non una richiesta di elemosina, ma la possibilità di una donazione volontaria, di un'offerta onesta e generosa che dà grande soddisfazione, perché non ha filtri, e dimostra a chi sta lavorando che il suo lavoro è realmente apprezzato.

Il documentario sarà presentato in Università, Istituti di ricerca, Teatri, Centri di Sperimentazione Teatrale, Biblioteche, rassegne di teatro, danza, antropologia, cultura indiana...e ovunque ci sia qualcuno interessato a proiettarlo e/o ad incontrarci.

Il vostro contributo ci servirà per finanziare (o almeno rimborsare) le spese di viaggio (biglietti e visti), la realizzazione del documentario (regia, riprese e post-produzione), il contributo ai maestri che ci ospiteranno, ci daranno da mangiare, e ci insegneranno la propria arte.

In base alla cifra raccolta, decideremo se partire in due o in tre. In base ai tempi di raccolta, decideremo quando partire.

Ogni vostro contributo, sarà fondamentale per la creazione del documentario e per il progetto di ricerca.

Chi non ha un account paypal e non ha la possibilità di crearne uno, ma vuole sostenerci, può contattarmi in privato.

CREDITS

Soggetto e aiuto regia: Maria Luisa Nardelli

Regia e riprese: Antonella Sabatino

Seconda camera: Nils Astrologo

Montaggio: Antonella Sabatino

Musiche e coreografie: Adhar Kumar

Il progetto, patrocinato dall'Università La Sapienza, si avvale della collaborazione di Guido Di Palma, dell'Associazione Culturale Body Voices Performing Arts e della Dinamoscope.

CHI SIAMO

Maria Luisa Nardelli (28 anni) nasce a Foggia, dove si avvicina al teatro inizialmente come drammaturga. Mette in scena il suo primo spettacolo a Roma nel 2005 per il concorso MarteLive, poi inizia a studiare come attrice (Commedia dell'Arte, Living Theatre, Teatro delle Ombre, Circo...). Nel 2008 conosce la compagnia Milón Méla, con cui collabora come danzatrice Chhau per tre anni (recandosi in India durante l'inverno, ed esibendosi col gruppo durante la tournée estiva presso diversi Festival Internazionali come MercantiaBerlin Lacht). Studia anche l'arte marziale indiana Kalaripayattu, di cui diventa insegnante nel 2011, ed entra a far parte della compagnia Tandava Kalari assieme al suo maestro, il Guru Jayachandran Nair. Nel 2012 fonda una nuova compagnia ispirata al Kalari, il Duo Tandava, con cui si esibisce per tre anni in spettacoli di fuoco presso alcuni dei festival più importanti d'Italia (Veroli F., Mojoca F., Modena Buskers F., Ndf...). Nel 2013 si laurea con lode alla Specialista in Saperi e Tecniche dello Spettacolo con una tesi sulla danza Chhau, presso L'Università La Sapienza. Nello stesso anno, entra a far parte di una compagnia di trampoliere, "Le Stanghe", con cui si esibisce a Roma al Golden Circus Festival di Liana Orfei nel 2013-2014, e in diretta mondiale per il Papa nel 2014 in Piazza S.Pietro. Nel 2014, inoltre, apre l'Associazione Culturale Body Voices Performing Arts (di cui è Presidente), lavora in Qatar come trampoliera con il Cirque du Liban di Beirut, e partecipa con una conferenza-spettacolo sul Duo Tandava alla rassegna "Per fare il Teatro che ho Sognato", organizzata dall'Università La Sapienza presso la Casa dei Teatri di Roma, in collaborazione con il Comune di Roma.

Antonella Sabatino (28 anni) inizia la sua avventura da videomaker nel 2007. Dopo la Laurea con Eccellenza alla Specialistica in Saperi e Tecniche dello Spettacolo Digitale presso l’Università di Roma, La Sapienza, lavora come regista e montatrice di cortometraggi, documentari, spot, videoclip musicali e web serie. È fondatrice del progetto The Insiders, un format mirato ad approfondire l'ambito della musica elettronica, e Dinamoscope, team impegnato nella produzione di audiovisivi a 360°, che tra i tanti ha lavorato con Francesco Paolantoni, Augusto Fornari, Piero Pelù e Giffoni Experience. Lavora inoltre in televisione, curando alcuni episodi della rubrica Inaction su Italia1 e per alcune compagnie teatrali, curandone l’aspetto audiovisivo. Dopo una prima esperienza di insegnamento come assistente universitario e tutor on-line della cattedra di Mediologia a La Sapienza, ha la gestione di un laboratorio pomeridiano presso l’IISS Von Newman.

Nils Astrologo, Romano classe 85, videomaker freelance, dietro la telecamera da quasi 10 anni, appassionato di surf, si ritrova a girare prima l'italia, poi il resto del mondo alla ricerca di onde. In valigia sempre presente una telecamera per documentare le tante avventure. Col tempo quello che era un hobby si trasforma in un lavoro, che lo porta a collaborare prima con le principali realtà digitali di settore (redbull, quicksilver,Virgin, surfline) per passare in seguito alla rete televisiva per produzioni come italia1, sky e rai.

Tra i file: 

- foto di danza Chhau e delle gunguru (cavigliere); 

- il video di presentazione della mia tesi, girato e montato anni fa con mezzi di fortuna da me e da alcuni danzatori Chhau, che ha il solo scopo di mostrare l'energia della danza, il Jharkhand, le interviste al prof. Pashupati Mahato e al Guru Sudir Kumar, la festa tradizionale Tusu Mela e il training della danza Chhau rivolto ai bambini più piccoli, ai ragazzi, e agli studenti stranieri, come me;

- il reportage di Antonella Sabatino su L'Aquila a cinque anni dal terremoto, che mostra lo stile di regia e montaggio della videomaker.

Commenti (18)

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    Maria Luisa Grazie a tutti!!! Grazie Ilaria Macherelli, grazie Stefano Panichelli e grazie Marcello Puggioni!!! Per il contributo e anche per l'entusiasmo verso il nostro progetto!! Grazie anche a Jasmine Tommaso, Paola Prandi, Vincenzo Liguori e Giovanna Ossicini. Un grazie speciale, infine, a Marivanna Nardelli. Siamo pronti a partire...anzi, non vediamo l'ora!!!
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      Ilaria Yooooooo!!!!!!!
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        Maria Luisa Grazie a Letizia Nardi...siamo a 400!! E siamo pronti a partire!!!!
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          Maria Luisa Grazie a Valeria Caboi, non solo per il suo contributo economico, ma per avermi guidata nel mondo del crowdfunding, con attenzione, buoni consigli e tanto entusiasmo, non lasciandomi mai sola.
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            Maria Luisa Grazie Cristian Patanè e Alex Bonvini per il vostro contributo!! Il vostro sostegno ci ha regalato un grande sorriso e ancora più determinazione!
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              Maria Luisa Grazie alla professoressa Arcangela Pertosa, che, senza passare dalle vie ufficiali, ci ha aiutati con un contributo generosissimo. Grazie per aver sempre creduto in me, avvicinandomi al mondo del teatro e partecipando ad ogni mia folle avventura. Grazie per avermi insegnato a studiare con precisione e spirito critico, e soprattutto con grande libertà di pensiero.
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                Maria Luisa Grazie Francesco Sbrizzi e Marco Pocetta! E' grazie ai vostri contributi che, prima o poi, riusciremo a partire! E ci potete scommettere, vi regaleremo un documentario indimenticabile :)
                • ma
                  marcopocetta Se potessi..verrei anche io...riportateci una bella storia...e delle belle immagini!!!
                  • FS
                    Francesco anche io per ciò che mi era possibile ho dato il mio contributo. buon viaggio ragazzi con la speranza che il vostro sogno diventi al piu presto realtà. un bacio alla mia amica antonella :)
                    • avatar
                      Maria Luisa Grazie Maica Gugolati!!! Benvenuta nel nostro progetto!!!

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