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Ham/let-oh (hamlet hotel) - 1° 2° 3° attentato (trilogia)

Una campagna di
Giovanni Magnarelli

Contatti

Una campagna di
Giovanni Magnarelli

Ham/let-oH (Hamlet Hotel) - 1° 2° 3° attentato (trilogia)

Ham/let-oh (hamlet hotel) - 1° 2° 3° attentato (trilogia)

Campagna terminata
  • Raccolti € 1.000,00
  • Sostenitori 3
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Teatro & danza

Una campagna di 
Giovanni Magnarelli

Contatti

Il Progetto

*Hamlet-oH (Hamlet Hotel)

ovvero

Dell'auto-annientantesi nulla

Della dissipazione delle forme.

Dissipazione dentro dissipazione dal testo allo spettacolo al testo e così via.

Non in cerca di stabilità, ma di vita.

Differenza-ripetizione.

Concept, scenografia, disegno luci, interpretazione e regia di Giovanni Magnarelli

ALCUNE RIFLESSIONI IN ORDINE SPARSO (parole, parole … parole...)

1- Prendiamo Amleto... Osserviamolo. La prima cosa che ci viene da chiedere è: chi è? La prima risposta, ragionevolmente parlando, sarebbe: Amleto è un testo. Bene. Procediamo. Amleto è un testo fragile che cerca di esprimere la fragilità, è un testo lacunoso che cerca di esprimere la voragine dell'esistente, è una frattura che riflette la frattura tra il mondo cos com'è e come lo vorremmo. Amleto è un testo che soffre la sua condizione di essere tale e non altrimenti. E' un testo che un attore prova a far vivere ma che sfugge a qualsiasi forma di vita esprimendo solo la sua vocazione al “termine” (che è anche parola, testo), alla fine e al silenzio. In questo ricorda l'Innominabile, di S. Beckett (o meglio, questi ci ricorda Amleto), in cui la parola continua imperterrita nella speranza di trovare una conclusione, dire l'ultima parola, l'ultimo suono, quel termine che è un punto nel quale c'è l'eternità, muta oscurità, o luce improvvisa che acceca donando l'oblio. Amleto è l'esplosione di un punto che cerca di rimettere insieme a parole, quell'uno frammentato, irrimediabile dispersione, irredimibile gioco mistificatorio sul nulla. Tutto è pretesto per fingere: in questo caso, la vendetta, che presto si fa gioco di finzione, finzioni, orecchie nascoste che ascoltano, cercando di capire, parole che girano su sé stesse, nel tentativo di annullarsi in una formula che possa dire: questo è. Non c'è nessuna sicurezza. Non si sa più dove ci si trovi. Non c'è niente che possa dirci chi siamo. Chi è Amleto? La nostra unica risposta è da ricercarsi in un testo, Amleto: Amleto è un attore, un folle, il principe di Danimarca ed erede al trono, un uomo che manca continuamente a sé stesso. Amleto è un uomo fatto di parole, parole, parole...

2 - In questo lavoro la costruzione dello spettacolo (o della performance, che forse è il termine adatto) si fa davanti agli occhi degli spettatori nel vero senso della parola. Ogni elemento è strettamente connesso, anche nel suo costituirsi, con la storia nel suo farsi (o sfarsi), le luci stesse e le musiche e i suoni registrati scaturiranno il più delle volte da illuminazioni improvvise, idee, ripensamenti, indecisioni, così come l'idea di scenografia e la recitazione (laddove se ne presentasse la necessità) fino a coinvolgere nella sua indeterminatezza l'intera azione performativa di un corpo che vedremo a pezzi, frammentato in zone d'ombra, spiragli, usci socchiusi, sospiri, occhi che spiano e orecchie che origliano e chi più ne ha più ne metta. E' un teatro che a furia di mettersi in scena ha perso il suo verso, il fronte dal quale diventa possibile l'osservazione, uno spazio pornografico che mostra tutti i suoi lati, anche quelli più intimi, inconfessabili, inenarrabili, quelli al confine con la/oltre la morte. Spazi dai quali provengono voci che chiedono, domandano, pretendono, obbligano all'azione, alla vita, e che sfuggono qualsiasi contemplazione. La riflessione è morta. La speculazione fottuta. Quel che rimane è una gabbia a scomparti nella quale tutto si ripete sempre uguale ma vieppiù frammentaria, labile, prossima all'oblio, fino al silenzio. A parte il resto.

3 - Amleto è un buco nero. Elsinore l'universo nel quale non è ciò che dovrebbe rimuginando su ciò che dovrebbe. È fuori del tempo. Tradisce il suo passato. Manca continuamente il suo futuro. Nel presente si finge altro, un buffone divino, il fool inattuale che si rivede nelle orbite vuote di Yorick. Amleto si muove tra le righe di sé stesso intravedendo l'attore che lo interpreta. E muore. Inizia a morire da subito, da prima. L'unica azione possibile, che contiene ed annulla tutte le altre possibili.

P.S. La locandina allegata alla presentazione che avete appena letto è quella della prima prova aperta che si è tenuta il 19 febbraio presso le carrozzerie n.o.t. di Roma (approfitto per rinnovare i ringraziamenti ai gestori di questo spazio, una delle realtà più interessanti della scena romana). 

Commenti (3)

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  • ma
    marilena.amato meritevole progetto
    • el
      elifkamisli in bocca al lupo. mario ed elif
      • el
        el.mat In bocca al lupo!!!!!

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