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L'autore
«Molti dei nostri scrittori prediletti sono degli ossessi» scrive Michele Mari ne I demoni e la pastasfoglia. Samuel Beckett, Thomas Bernhard, Malcolm Lowry, Kafka, Céline, Baudelaire, Lautréamont, Artaud, Burroughs, Arlt, Alan Moore e Mario Levrero, Christopher Marlowe, Jim Thompson, Rimbaud, Nerval– alcuni dei più grandi ossessi della letteratura – rivivono nella prosa allucinata dell’uruguaiano Felipe Polleri (Montevideo, 1953), una prosa abitata da personaggi «folli, violenti e pericolosi». Secondo Raul Schenardi, Polleri è «uno degli scrittori latinoamericani più sorprendenti degli ultimi anni». Opinione condivisa da autori latinoamericani del calibro di Mario Bellatín, Margo Glantz, Luigi Amara ed Edmundo Paz Soldán. Largamente apprezzata in Uruguay e in Argentina, da qualche anno l’opera di Polleri è arrivata anche in Francia grazie alla Christophe Lucquin Éditeur che ha pubblicato tre suoi libri, tra cui ¡Alemania, Alemania!, considerato all’unanimità il capolavoro dello scrittore uruguaiano. Da qualche settimana Tusquets ha annunciato la pubblicazione negli Stati Uniti, in Messico e nell’America Centrale di due romanzi di Polleri: Gran ensayo sobre Baudelaire (2007) e La inocencia (2008).
Per chi volesse approfondire questo grande visionario uruguaiano consigliamo il recente documentario El proyecto de Beti y el Hombre Árboldel regista Álvaro Buela.
Sinossi
La storia si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale in vari Paesi: l’Inghilterra bombardata, la Germania nazista, la Spagna e l'Uruguay. Eppure non si tratta di un romanzo storico, in ¡Alemania, Alemania! c’è un’enorme libertà narrativa e «tutto è finzione» (José Saramago). ¡Alemania, Alemania! è l’opera di un maestro dell’esagerazione. Polleri, come Céline, vuole «entrare nel delirio, toccare il livello Shakespeare».
«Tre personaggi in continua metamorfosi,» scrive Jorge Gutiérrez «danneggiati irrimediabilmente dagli altri, protestano e combattono a modo loro contro quella malattia chiamata natura umana e uno dei suoi più brutali prodotti, il III Reich. Un romanzo scritto in modo impeccabile, profondamente umano e di umore nerissimo».
Come chiarisce l'autore in un'intervista: «Il linguaggio è allucinato, poetico, violento, e non si rispetta niente e nessuno. In quanto ai personaggi, a questi mostri che ho creato, non ho altra alternativa che farli esistere. In un certo senso io mi limito soltanto a trascrivere, a tradurre ciò che mi dicono».
Polleri, al pari di Genet, non scrive per educare o istruire il lettore, ma per infiammarlo.
Alcune opinioni:
Il libro più bello letto quest’anno: ¡Alemania, Alemania!, di Felipe Polleri (Raul Schenardi)
Autore di culto per i suoi lettori [...] uno stile rabbiosamente originale, divertente e non classificabile, da cui è impossibile uscire illesi.
http://www.planetadelibros.com.mx/felipe-polleri-autor-000066257.html
¡Alemania, Alemania! [...] è pura intensità, come se avessimo a che fare con un Polleri galvanizzato da un fulmine.
La diaria – Montevideo – 25.10.2013.
¡Alemania Alemania!, dello scrittore uruguaiano Felipe Polleri, è un poderoso romanzo in tre atti che partendo dall’assurdo e dall’umorismo macabro si pone come un lucido pamphlet contro la contorta cattiveria dell’essere umano. […]
La magia di Polleri risiede nella sua capacità di controllare il caos, di sottomettere con la sua scrittura minuziosa e levigata i mille demoni che si agitano sopra i suoi personaggi e di rendere plausibili le situazioni più fantastiche o inverosimili.
http://www.elobservador.com.uy/un-paseo-el-lado-salvaje-n264146
I romanzi di Polleri servono a questo: a disimparare, a diseducare, a disattivare gli automatismi, i condizionamenti e le convenzioni; in definitiva, a combattere la programmazione culturale che ci è stata, e ci è ancora, inoculata dalle “alte sfere del Potere”.
http://avionesdesplumados.blogspot.it/2015/07/alemania-alemania-felipe-polleri.html
Uno scrittore capace di creare storie di personaggi sordidi, deformi e crudeli imbottigliandoli, come una pozione magica, in mondi allucinanti.
Caras y Caretas – Montevideo – 23.10.2013
http://www.carasycaretas.com.uy/ese-maldito-uruguayo/
Un libro che non ho potuto abbandonare prima di averlo finito, affascinato com’ero dal potere che ha Felipe Polleri di far nascere delle sensazioni, di toccare il suo lettore.
http://blogs.lexpress.fr/les-8-plumes/2014/12/02/allemagne-allemagne/
Ci si ritrova storditi da queste parole sconcertanti, sorprendenti nel senso migliore del termine.
http://www.espaces-latinos.org/archives/26085
Sempre molto neoespressionista, la sua scrittura è caustica, folle, caratterizzata da un umorismo selvaggio e macabro. […]
Un romanzo alieno da cui non sappiamo staccarci. Già dalle prime parole, Polleri ci tiene in pugno; ne usciamo scossi e pieni di ammirazione davanti al genio letterario di uno scrittore assolutamente straordinario, non classificabile.
http://www.christophelucquinediteur.fr/allemagne-allemagne/
Filmati:
¡Alemania, Alemania!, una novela de Felipe Polleri
https://www.youtube.com/watch?v=_g9BCkxo3so
Altre opere di Felipe Polleri:
El payaso y sus juegos (1982), Carnaval (1990), Colores (1991), Amanecer en Lisboa (1998), El rey de las cucarachas(2001), Vidas de los artistas(2001), El alma del mundo (2005, romanzo tradotto in portoghese da Editora Grua Livros), Gran ensayo sobre Baudelaire (2007), La inocencia(2008), El dios negro (trilogia formata dai romanzi Carnaval, Colores ed El rey de las cucarachas), Sillones marchitos (2012) e Todos los cuentos (2013).
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