Una campagna di
Vera MorContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Il tuo contributo servirà a sostenere un progetto ambizioso. Scegli la ricompensa o la somma con cui vuoi sostenerlo e seleziona il metodo di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. Ti ricordiamo che il progettista è il responsabile della campagna e dell'adempimento delle promesse fatte ai sostenitori; sarà sua premura informarti circa come verranno gestiti i fondi raccolti, anche se l'obiettivo non sarà stato completamente raggiunto. Le ricompense promesse sono comunque garantite dall’autore.
Habits, è uno spettacolo di circo contemporaneo, che mescola corda aerea e gioco d’attore. E’ un viaggio intimo lungo quel percorso che unisce e separa l’individuo e la società. Racconta una metamorfosi, che porta l’individuo a liberarsi di quelle abitudini che è assuefatto ad accettare in quanto “animale sociale”, per inoltrarsi verso un percorso di autoconoscenza profondo. Spogliarsi degli abiti diventa scoprirsi, gioire, avere paura, conoscersi.
Habits è la stanza di una donna, in cui avviene la sua graduale trasformazione da “animale sociale” ad essere umano.
Il progetto, della durata attuale di 22 minuti è stato finora sviluppato durante una serie di residenze tra la Central del Circ di Barcellona, Espai Cronopis di Matarò e il Teatro Palafolli di Ascoli Piceno dove è stato presentato per la prima volta ad un pubblico a fine novembre 2015. Sono inoltre stati presentati due estratti del progetto durante il Capo-Donne, cabaret femminile organizzato dalla compagnia Magda Clan presso il proprio Chapiteau al Bunker di Torino in occasione del capodanno 2016.
A gennaio 2016 è stata sviluppata una scenografia aerea mobile formata da 4 specchi intelaiati su legno da 1mt x 1mt realizzati da Fabiana Ruiz Diaz del Circo El Grito.
Lo specchio vuole essere quell’oggetto/porta verso un viaggio che da esteriore (il riflesso dell’ altro) riconduce alla propria autenticità attraverso la propria autosservazione. Ma gli specchi, attraverso un sistema mobile di carrucole, cambiano livelli e prospettive, rompono le immagini e inducono alla frammentazione rendendo la ricerca di se stessi un viaggio su piu livelli, dinamico e affatto scontato.
Habits è ancora un progetto in "progress" su cui verranno incentrate una serie di residenze per la prima metà del 2016, con debutto previsto per giugno 2016.
Autore/Interprete di Habits è Vera Mor (Vera Mormino http://veramor.jimdo.com ), con una prima regia fatta dalla coreografa Giovanna Amarù.
Vera Mor è un’ artista di circo contemporaneo specializzata in discipline aeree, che inizia la sua carriera professionale nel 2006 (diplomandosi alla scuola di circo Flic di Torino nel 2008 e a Gravity Circus Centre di Londra nel 2014), insegnando e facendo spettacoli negli ultimi 10 anni presso festival, teatri e circhi di Europa e oltre (Italia, Belgio, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Marocco).
Il suo identificarsi nel genere del “circo contemporaneo” deriva dall’ accento posto durante il suo percorso sulla ricerca personale e sulla drammaturgia delle sue produzioni artistiche, dove l’aspetto autoriale ed espressivo e la mescolanza con altre forme d’arte come il teatro, la musica e la danza, s’impone su quello dimostrativo e/o d’ intrattenimento, sviluppando una sua propria ricerca personale nell’utilizzo della tecnica circense, mezzo e non fine, utilizzato per esprimere atmosfere, emozioni, mondi immaginari, alfabeti unici e pluri-interpretabili.
PERCHE’ RICORRO AL CROWDFUNDING
Nei primi anni del mio percorso professionale, ogni (o quasi) occasione di lavorare era sacra in quanto esperienza, apprendimento, crescita e remunerazione; anche la mia personalità artistica, dopo aver concluso il primo percorso formativo professionale come artista di circo contemporaneo, doveva conoscersi, svilupparsi, criticizzarsi, esplorarsi e delinearsi. E avevo tanta fame di viaggiare, spostarmi, vedere, contaminarmi con altre realtà professionali del mio ambito e più in generale dell’ambito artistico.
Con gli anni, alcune esperienze artistiche particolarmente incisive, e alcune permanenze in luoghi dove il circo contemporaneo fermentava, cresceva e si sviluppava già da parecchi anni come il Belgio e la Francia, mi aiutano a capire la direzione artistica che più mi affascina e in cui più mi riconosco.
Inizio a capire che fumi e paillettes mi si addicono poco, e che invece quello che preme di più è scrivere, creare, reinterpretare la tecnica e farla vivere attraverso un corpo emozionale, slegarmi da un’estetica del bello dimostrativa e patinata, cercare anche nel brutto se necessario, nell’ironia, nel dettaglio, nelle sfumature, nel ventaglio di emozioni che caratterizzano l’essere umano dal bianco al nero. E soprattutto, cercarmi nella scena nel modo più sincero possibile, esprimendo il mio modo di sentire e di vivere il mondo attraverso una ricerca sul movimento e sulla mia tecnica circense, l’acrobatica aerea. Ecco che pian piano non tutti i lavori mi si rendono appetibili, e inizio a scegliere di limitare il raggio: non mi propongo più in settori come eventi, discoteche, e in generale laddove si ricerca più l’ impatto visivo/dimostrativo di quello autoriale. Cerco contesti come festival, cabaret, eventi culturali dove viene privilegiato non l’attrezzo in sè ma la personalità di chi ci lavora, e il modo in cui l’attrezzo ne viene da ciò trasformato.
Sempre più naturalmente e inesorabilmente sento la necessità di scrivere, avere momenti di creazione lunghi dove cercare e cercarmi, sviluppando progetti autoriali.
Dal 2012 alla fine del 2013 sono impegnata con “Ilinx”, spettacolo/performance di 30 minuti scritto e interpretato col compositore- sassofonista jazz Gianni Gebbia: è in questi anni che tocco con mano la grande soddisfazione di essere chiamata da festival e organizzatori non più per “un numero aereo” ma per “Ilinx”, per quello specifico spettacolo/mondo/ricerca.
E’ in questi anni che divento abbastanza matura per conoscermi e spingere l’accelleratore su ciò che mi preme raccontare in scena. E da lì non si torna più indietro. Dico addio o molti arrivederci temporanei ai soldi facili delle cosiddette “marchette”, avendo la fortuna di avere una tournèe abbastanza densa da potere lavorare solo col mio spettacolo e con l’insegnamento, e inizio a perseguire il mio sogno: creare uno spettacolo da sola di cui sia autrice e interprete. Ma ahimè! Mi scontro col vile “Dio Denaro” che tutto (o quasi) comanda e determina. Motivo per cui mi rivolgo al crowdfunding e vi espongo i perchè:
1 MANCANZA DI SPAZI E FONDI PUBBLICI DEDITI ALLA RICERCA E ALLA PRODUZIONE ARTISTICA DA CUI DERIVA L’ESIGENZA DELLA MOBILITA’
In Italia per quanto professionista, bravo e preparato tu sia è estremamente difficile accedere a finanziamenti e spazi pubblici per la creazione e produzione di circo contemporaneo, forma d’arte di giovane età in Italia (le prime scuole di circo contemporaneo in Italia nascono solo nel 2002 contro i quasi 50 anni di storia di quelle francesi ad esempio), o basti pensare che il FUS (Fondo unico per lo spettacolo) ha destinato i suoi fondi pubblici del triennio 2015/2017 a 16 soggetti provenienti dal circo tradizionale e solo a 2 soggetti identificabili come circo contemporaneo.
Già ciò la dice lunga riguardo a quale sia in Italia la sensibilità, interesse, attenzione e conoscenza verso i soggetti operanti nel mondo del circo contemporaneo. Sono inoltre pochissimi i teatri che ospitano in residenza di creazione i progetti di circo contemporaneo. Ciò determina: “la fila” nei riguardi di quei pochi spazi italiani che invece iniziano a mettersi a disposizione e a sostenere a titolo gratuito la creazione nell’ ambito circense di ricerca; la necessità di autofinanziarsi (qualora non si riesca ad avere accesso a spazi gratuiti di residenza) per affittare sale, teatri, spazi idonei alla creazione, o di emigrare in altri paesi alla ricerca di situazioni e contesti più sostenibili e quindi di cercare fondi per la mobilità
2 SALVAGUARDIA DELLA RICERCA, DELL’INDIPENDENZA E DELL’INNOVAZIONE ARTISTICA
Per creare è necessario sacralizzare un tempo, a volte lungo settimane, a volte mesi a volte anni e dedicarsi anima e corpo alla causa. Energie fisiche, psicologiche, economiche convergono su un’ unica ossessione/scopo: l’urgenza di creare, l’ urgenza artistica. Ciò chiaramente significa tempo ed energia da impiegarvi. E quindi tempo e denaro sottratti a quei lavori che ti consentono di vivere/sopravvivere; è un po’ un gatto che si morde la coda: se devo produrre uno spettacolo ho bisogno di tempo, spazio e soldi; ma per trovare spazi spesso devo avere soldi, per trovare i soldi devo lavorare, e quindi non posso dedicare tempo alla creazione, col risultato che quest’ultima rischia costantemente di non essere sostenibile, di morire o restare solo un bel sogno nel cassetto, un progetto perennemente per il futuro. I nostri cugini francesi e belgi hanno istituito il famoso statuto d’artista, ovvero un bonus mensile che lo stato dà a chi dimostra di essere un’artista attivo nella produzione, proprio per garantire e salvaguardare la produzione artistica, in modo tale che io artista posso impiegare il mio tempo alla ricerca artistica senza dovermi preoccupare di come mangiare (questo civile sostegno pubblico al mestiere d’artista ne garantisce un alto standard qualitativo e d’ innovazione altrimenti difficilmente raggiungibile). Rivolgersi al Crowdfunding vuol dire inoltre anche volersi mantenere indipendente da volontà di terzi (scadenze di bandi, produttori e mecenati, soggetti ed enti con cui scendere a compromessi) restando liberi di perseguire il proprio obiettivo artistico senza limiti tematici, tempistici ed economici, salvaguardando la propria libertà di espressione, e la diversificazione del panorama artistico-culturale, il confronto, la ricerca e dunque l’innovazione.
3 SOSTENIBILITA’ COSTI DI UNA PRODUZIONE PROFESSIONALE
Sapete a quali costi va incontro un artista che autoproduce uno spettacolo professionale destinato ai teatri? Un piccolo elenco giusto per darvi un’idea
-Se l’ artista non dispone di uno spazio dove creare, a meno che non trovi residenze gratuite durante tutto il tempo di creazione (cosa rara nelle produzioni indipendenti, e specie all’ inizio quando ancora non esiste materiale audio foto con cui documentare il progetto e accedere ai bandi), dovrà innanzitutto sostenere le spese di affitto dello spazio di creazione, e gli eventuali viaggi, e costi di vitto e alloggio connessi.
-Spese più direttamente legate alla produzione come: regia, disegno luci, tecnica, scenografie, costumi, spese SIAE, ed eventuali altre collaborazioni artistiche (regard exterieur, musicisti, etc)
Spese legate alla comunicazione, alla diffusione e vendita del progetto compresi comunicati stampa, riprese e montaggio video e foto etc..
Ecco quello in cui mi sono imbattuta durante l’impresa di creazione di Habits, peraltro non ancora finita, ed ecco perchè mi rivolgo a voi per diventarne co-produttori:
Vorrei continuare a sviluppare il mio progetto e salvaguardare la mia indipendenza, professionalità e dignità artistica, nonostante il momento storico/economico/sociale/culturale sia particolarmente critico.
Adeguarsi al cambiamento ed essere flessibili oggi significa innanzitutto reinventarsi.
Tutto è oggi veloce, tutto cambia, tutto si consuma: quello che resta è la sensibilità delle persone, la loro capacità di resistenza e di azione. Per questo vi chiedo di diventare co-produttori di Habits, se il progetto vi parla, anche solo con un piccolissimo contributo, che puo’ diventare un enorme aiuto, incidendo così attraverso questa nuova modalità di produzione dal basso sull’offerta culturale/artistica del mondo in cui viviamo, preservandola da quell’appiattimento culturale e mediatico della società odierna (tema tral’altro indagato in Habits).
Crowdfunding, non è elemosina, ma un atto responsabile che restituisce al pubblico una funzione attiva e critica di scelta.
Scegliete Voi, con la vostra sensibilità cosa vi piace, cosa volete che esista o che re-sista e siatene promotori attivi,
Grazie!
“L’arte non è l’ imitazione della vita, ma la vita è l’ imitazione di un principio trascendente col quale l’arte ci rimette in comunicazione”.
A. Artaud
Habits is a contemporary circus show that combines aerial rope and actor play. It’s an intimate travel on the path that unites and divides the individual and the society. It narrates a metamorphosis that leads the subject to releasing all the routines he is accustomed to and that he had accepted as “social animal” in order to venturing himself into a deep self-awareness journey. Taking the clothes off becomes an act of discovering, of joy and fear, an act of getting to know himself.
Habits is a woman’s room where she gradually turns from “social animal” into human being.
The project of a 22 minutes duration has been developed throughout various artistic residences: between Central Del Circ in Barcelona, the Espai Cronopis in Mataró and Teatro Patafolli in Ascoli Piceno where it was presented for the first time last November. Two abstract of Habits were performed also at Bunker, Torino, for “Capo Donne”, a female cabaret show organized by Magda Clan inside their own chapiteau for New Year's Eve 2016.
In January 2016, Fabiana Ruiz from Circo El Grito developed an aerial scenography assembling 4 mirrors framed into a 1x1 meter wood. The mirror would represent an object/door facing a trip that connects the outside (the other’s reflection) with our own authenticity by a self-observation. However the mirrors change levels and perspectives through a system of moving barrows and break the images inducing to a fragmentation that turns the search for self into a multiple-levelled, dynamic and uncertain journey.
Habits is written and perfomed by Vera Mor (Vera Mormino http://veramor.jimdo.com) with the first direction curated by Giovanna Amarù.
Vera Mor is a contemporary circus artist specialized in aerial disciplines. She started her professional career in 2006 attending and graduating at Flic Circus School in Turin (2008) and at Gravity Circus Centre of London (2014). In the last 10 years she have taught and performed at festivals, theatres and circuses in Italy, Belgium, Spain, UK, Switzerland, Morocco.
The identification with the “contemporary circus” originates from the attention she dedicates to a personal research and to the drammaturgy of her artistic production. Here the interaction of the authorial and expressive side together with other forms of arts such as theatre, music and dance prevails on the demostrative and mere entertaining side. She therefore develops a personal research on the use of the circus technique intended as the mean and not the objective, a mean used to express atmospheres, emotions, imaginary words and unique, over-interpretable alphabeths.
WHY CROWDFUNDING
During the first years of my career almost every chance of working was a blessing, an opportunity of experience, learning, growth and remuneration: at the end of the educational path as an artist of contemporary circus I needed to grow, explore, taking shape and to develop a critic approach towards myself and what I have learned. I was eager to travel, moving around, to see and contaminate myself with other professional realities of my field and in general of the artistic environment.
In the last years though, the trechant artistic experiences I have done and my stay in areas where contemporary circus was already buzzing and developing, specially in France and Belgium, helped to start identifying the artistic path I love the most and where I can definitely mirror myself.
I start then to understand that smokes and sequins are not for me. What I really want is writing, creating and re-interpreting the tecnique letting it living through an emotional body.
The aim is to unbind from the demonstrative, glazed estethic of the Beauty and to try to research even in the ugly if necessary, in the irony, the detail, the shades, in a fan of emotions that identifies the human being overall, from white to black.
Furthermore, I try to search into myself very sincerely by expressing my way of feeling and living the world through a search on the movement and on my circus tecnique, the aerial acrobatic. I discover soon that unfortunately not all jobs offered are desirable and I start to limit the radius: I decide to quit performing at events and discotheques where the entertainment and the visual impacts prevails on the authorial one. I instead focus on festivals, cabarets and cultural events that privilege not the tool per se but the personality of the artist using it and the way he uses that tool. More and more naturally I started to feel the need of writing and developing authorial projects during long creative moments where I could look for and find myself.
Between 2012 and 2013 I am committed to “Ilinx” a 30 minutes performance written and interpreted with Gianni Gebbia, composer and saxophonist: in these years I see with my own hand the pride of been called from festivals and promoters not for a random aerial performace but for my own show/world/research.
During these years I become mature enough to pushing ahead on what I urge narrating on stage. Its a point of no return. I say goodbye to easy money with shows I don't like to perform at, thanks to an intense tour with “Ilinx” and the teaching. And I start to pursue my dream: to create a show where I am either author and performer. But, alas! I soon clash with the Money God that rules above (almost) all.
This is the reason why I am starting this crowdfunding campaign.
1 LACK OF PUBLIC FUNDS AND SPACES DEDICATED TO ARTISTIC RESEARCH AND PRODUCTION THAT IMPLIES THE NEED OF MOBILITY
In Italy even if you are a good qualified professional, it's highly difficult to access funds and public space concessions for the creation and the production of contemporary circus. This art field is indeed quite young in my country (the first contemporary circus schools opened only in 2002 while in France the same happened 50 years earlier) and it's a good example to know that FUS (Italian Fund for the Show Business) have assigned their 2015/2017 funds to 16 traditional circus entities and to only 2 contemporary circus ones.
This gives an overview of how much sensitivity, interest and knowledge Italy has on the contemporary circus art. There are also very few theatres that offer to host projects in this field. This implies: big queues outside those venues that are interested to develop for free research projects on contemporary circus creations; the need of self-funding (whereas the artist hasn't the chance to get free residence spaces) in order to rent training and performing areas, theatres, spaces useful for the creation; the necessity of eventually emigrating in the pursuit of more sustainable contexts. The consequence is a need for the artist to look for mobility funds.
2 SAFEGUARDING RESEARCH, INDEPENDENCE AND ARTISTIC INNOVATION
In order to create, it is necessary to devote time, sometimes weeks, sometimes months, sometimes years and to dedicate yourself, body and soul, to the cause. Physical effort, psychological energy and financial means combine to focus on one objective/obsession: the need, the artistic need, to create. This clearly means one commits time and energy. And so time and money are consumed in this process which would otherwise be spent earning a living; it is like a vicious circle: if I have to create a performance, I need time, space and money; but to find a space often I need money, to have money I need to work, and so I can’t dedicate my time to creating, with the result that this artistic process is constantly at risk of not being sustainable, not coming to life or staying merely a dream, a project perennially for the future. Our French and Belgian counterparts have the “statut social des artistes”, which is a monthly allowance the state gives to anyone who demonstrates that they are a practising artist, so as to guarantee and safeguard artistic production; in this way I, as an artist, can dedicate my time to artistic research without having to worry about how to eat (this public funding given to artists ensures a high standard of performance and innovation, which is otherwise hard to achieve). To turn to Crowdfunding means also a willingness to mantain independence from third party influences (deadlines, producers and patrons, individuals and companies with whom one has to compromise) being free to pursue one’s artistic goal without limits on themes, time and money, protecting one’s freedom of expression, and the variety of the artistic-cultural environment, exchange of ideas, research and therefore innovation.
3 SUSTAINABILITY AND COSTS OF A PROFESSIONAL PRODUCTION
Do you know what costs an artist faces when producing a professional theatre show by themselves? Here is a small list to give you an idea.
-If the artist does not have a space, and unless they can find a free artistic residence for the whole length of the process (which is a rare thing in independent productions, and especially at the beginning when there is no audiovisual material with which to record the performance and apply for it to be staged), he/she first of all have to afford rental expenses for a space as well as related travel and living costs.
-Expenses more directly linked to the production, such as: a director, lighting and technical design, scenography, costumes, copyright, and other potential collaborators (regard exterieur, musicians, etc)
Expenses related to marketing, to the promotion of the performance, including press coverage, recording, video clips and photography etc.
This is what I had to face when I created Habits, which is still not finished, and the reason why I am asking whoever is reading to become a co-producer.
I would like to keep developing my project and at the same time to safeguard my independence, professionalism and artistic integrity, even if the current historical/economical/social/ cultural time is particularly difficult.
Being open to change and being flexible today means above all to reinvent oneself. Today everything is fast, everything changes, everything passes by: the thing that stays is the sensitivity of people, their resilience and their initiative.
This is why I am asking you to become co- producers of Habits, if this project says something to you, even the smallest contribution can be a big help and through this new method of crowdfunding we can really set ourselves apart from the cultural artistic world we are living in now, preserving it from the blandness of what is on offer in this modern society (a subject that is examined also in Habits)
Crowdfunding is not alms but a responsible act that returns to the audience an active and critical role.
Feel free to choose, let your feelings decide what you like, what you want to exist or to resist and be proactive in promoting art.
Thank you!
Grazie!
“Art is not an imitation of life but life is imitation of a transcendental principle which art puts us into communication with once again”.
A. Artaud
Commenti (11)