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Riparte la Carovana Italiana per i diritti dei migranti, per la dignità e la giustizia, che per due settimane percorrerà l'Italia.
Questa seconda Carovana segue imperterrita la strada intrapresa dalla prima, unendo approcci e discipline, favorendo il dialogo tra testimoni e realtà che diversamente non si potrebbero incontrare. Visto dall’alto questo apparente dispiegamento di energie su tanti obiettivi si ricompone quantomeno nello sforzo di individuare forme di organizzazione comunitaria sui territori, nuove forme di partecipazione, legami di solidarietà, buone pratiche che possono invertire, o almeno rallentare, la corsa verso un nuovo Medioevo.
Italia-Messico, insieme? Perché?
Sono sempre più evidenti i nessi tra le politiche migratorie nordamericane e messicane con quelle europee.
Se non vogliamo far finta di nulla dobbiamo sapere che le politiche d’oltreoceano non hanno fermato la moltitudine di persone in movimento, i passaggi sono diventati sempre più pericolosi, sono aumentati i numeri di minori non accompagnati che si mettono in viaggio e che spariscono o vengono respinti una volta raggiunti gli Stati Uniti d’America. A nulla è servito spostare le frontiere più a sud, militarizzare foreste e deserti.
La situazione messicana, seppur decisamente diversa da quella italiana, annuncia fenomeni che abbiamo il compito di contrastare soprattutto facendo in modo che quei meccanismi non si radichino nel nostro paese, nel mezzogiorno d’Italia o lungo i nuovi corridoi balcanici.
I testimoni messicani presenti alla prima Carovana hanno ricordato -alle persone incontrate nel viaggio- le strategie dei mercanti di esseri umani e di come il loro agire indisturbato abbia cambiato in poco tempo il volto di un’intera regione del pianeta. La tratta di esseri umani è diventata redditizia almeno quanto il commercio di stupefacenti.
Il comandante della missione EunvaFor Med, nel corso di un'audizione presso le commissioni congiunte Difesa di Camera e Senato sull'operazione Sophia nel Mediterraneo, ha anticipato la notizia che alcuni minori non accompagnati 'possano essere stati venduti alle reti che espiantano gli organi'".
Il cammino dei migranti centroamericani spesso coincide con le rotte del narcotraffico, in maniera analoga le mafie nella nostra penisola e di quelle che in pochi mesi hanno preso il sopravvento sul corridoio balcanico allargano inesorabilmente il controllo del destino dei migranti che giungono sulle coste europee. È doveroso interrogarsi sul peso che l’economia illegale ha sul bilancio del nostro paese. E’ doveroso far si che i nuovi cittadini arrivati dal sud del mondo entrino in contatto, in primo luogo, con la parte più disponibile del nostro paese, facendo in modo che il mondo dell’integrazione e dell’accoglienza sia il tramite più efficace verso la trasformazione di queste persone in cittadini tra i cittadini.
Per le cose appena ricordate è quindi un tratto distintivo della nostra esperienza il legame con il Movimiento Migrante Mesoamericano che organizza la Caravana de Madres centroamericanas buscando a sus familiares desaparecidos.
Fin dal nome, al plurale, CarovaneMigranti vuol essere un ponte con quella esperienza decennale.
Perché abbiamo bisogno del vostro aiuto
Siamo tutti volontari, l'organizzazione non costa nulla, solo tanto impegno. Ciascuno di noi pagherà la sua quota di viaggio, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto per coprire i costi che sosterremo con i preziosi e fondamentali testimoni. Nello specifico dovremo acquistare 6 biglietti aerei (3 dal Messico, 1 dalla Spagna, 1 dalla Tunisia, 1 dall'Algeria). Le altre spese che sosterremo per i nostri testimoni sono: vitto e alloggio, il furgone sul quale viaggieranno, la benzina, i costi dell'autostrada, i biglietti del traghetto con il quale rientreranno alla fine del viaggio.
Cammineranno con noi...
Anche quest'anno la Carovana italiana camminerà con testimoni davvero importanti:
Ana Gricelides Enamorado, madre honduregna della Caravana Centroamericana e del Movimiento Migrante Mesoamericano.
Maria Guadalupe Gonzalez Herrera, fa parte di un gruppo di donne conosciute con il nome “Las Patronas”, che vive nel quartiere Patronas della città de Los Reyes nello stato di Veracruz in Messico
Omar García, portavoce degli studenti della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa, sopravvissuto al massacro del 26 settembre 2014.
Imed Soltani, con i genitori tunisini di Terre pour tous.
Si aggiungeranno un avvocato algerino, e un volontario del gruppo spagnolo di pompieri che hanno salvato centinaia di persone al largo di Lesbo.
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